lunedì 23 febbraio 2009

Attenzione ai ladri di identità!



Sono stato crocifisso con Cristo: non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me! La vita che vivo ora nella carne, la vivo nella fede nel Figlio di Dio il quale mi ha amato e ha dato sé stesso per me.
Galati 2.20

Quanto è importante la tua identità?


Oggi più che mai siamo
identificabili da un numero, che sia di
codice fiscale,
d’identità oquant’altro. Però noi non siamo solo numeri ma persone con una propria identità… solo che alle volte essa ci viene rubata. Molte persone si sforzano di modellare un’identità che, secondo loro, gli permetterà di integrarsi meglio in certi ambienti, vestendo abiti griffati, parlando un determinato gergo oppure frequentando gente di un certo tipo.

Altri credono che il proprio aspetto fisico sia la chiave della loro identità e fanno di tutto per esibire ciò che ritengono il meglio di sé, e se proprio non si piacciono, si danno da fare a più non posso per migliorare il proprio fisico: diete pazzesche, lunghi ed estenuanti corsi in palestra o, addirittura, se ne hanno la possibilità, interventi di chirurgia estetica. Certo, mangiare sano non è un errore e tantomeno lo è mantenersi in forma… ciò che conta, però, è equilibrio e motivazione. Ci sono poi persone che si identificano con il proprio mestiere, con la propria posizione sociale, con il proprio idolo della musica, del calcio o del cinema… e così via.

Molti cristiani sono stati informati male o loro stessi non si sono affatto informati bene riguardo la loro vera identità di “cristiani”. Pensano di essere tali se parlano in un determinato modo, se fanno un certo numero di azioni giuste o se non ne fanno altre sbagliate. Altri ancora si accontentano di ciò che gli gli dicono di pensare, credere o fare. In questo modo permettono a “ladri di identità” di derubarli di importanti verità riguardo alla loro attuale e vera identità spirituale.

L’apostolo Paolo (per alcuni San Paolo) era molto schietto e sincero: «Cristo vive in me!» Ed ha anche aggiunto «Io posso ogni cosa in Colui che mi fortifica» (Filippesi 4.13) Se tu avessi le dita di Mozart, potresti suonare qualsiasi sonata, con il cervello di Einstein risolveresti ogni equazione, ma con la vita di Cristo in te, potrai ottenere qualsiasi vittoria. Se sei un vero cristiano nato di nuovo (leggi i primi tre capitoli del Vangelo Giovanni, nel Nuovo Testamento, seconda parte della Bibbia, e capirai che cosa intendo… e se non hai un Vangelo, fammelo sapere e te lo spedisco io) la tua nuova identità “in Cristo” ti permette di avere un diretto contatto con Dio, di conoscere i Suoi pensieri e di realizzare sul serio lo scopo per cui Dio ti ha creato. Nessuno può rubarti questa nuova identità… Cristo l’ha comprata per te!

lunedì 16 febbraio 2009

Creati per adorare


Ma ora così parla il SIGNORE, il tuo Creatore, Colui che ti ha formato! Non temere, perché IO ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome; tu sei Mio! Quando dovrai attraversare le acque, IO sarò con te; quando attraverserai i fiumi, essi non ti sommergeranno; quando camminerai nel fuoco non sarai bruciato e la fiamma non ti consumerà, perché io sono il SIGNORE, il tuo DIO, il SANTO, il tuo SALVATORE… Perché tu sei prezioso ai Miei occhi, sei stimato e IO ti amo… Non temere, perché IO sono con te… tutti quelli che portano il Mio Nome, che IO ho creati per la Mia gloria, che ho formati, che ho fatti… I miei testimoni siete voi, dice il SIGNORE, voi… affinché voi lo sappiate, mi crediate, e riconosciate che IO SONO. Prima di Me nessun Dio fu formato, e dopo di Me, non ve ne sarà nessuno.
(Isaia 43:1-10)

Ti sei mai chiesto perché esisti? Giorno dopo giorno le varie attività della vita e le sue preoccupazioni ci portano in così tante direzioni che molte persone si chiedono quale sia l’obiettivo finale della vita. Il nostro Creatore ci ha fatti con il proposito di glorificare Lui e servire Lui. Nella Sua Parola Dio pone enfasi sul fatto che dobbiamo testimoniare della Sua Fedeltà e delle Sue opere meravigliose. Tristemente alcuni cristiani considerano sé stessi troppo impegnati per prendersi tempo “extra” da dedicare a Dio e adorare il Signore. Altre persone potrebbero pensare di non avere alcun motivo per ringraziare Dio, perché la loro vita è fin troppo difficile. Nessuna scusa è accettabile!

Se leggiamo il Salmo 103 vediamo che Dio ci avverte caldamente di ricordare tutti i Suoi benefici e ce ne dà pure un bell’elenco. Nello specifico dovremmo innalzare Dio per ciò che Lui è, per ciò che ha fatto, fa e farà. Possiamo esaltare il Signore con le nostre parole, servirlo con le nostre azioni e glorificarlo in ogni nostra attività. Forse l’adorazione è un concetto nuovo per te. Ma questo è uno dei motivi principali per cui tu ed io siamo stati creati.

giovedì 5 febbraio 2009

Signore, odio il mio lavoro!


Come dovremmo comportarci nei confronti di un lavoro che non ci piace? Come sempre, nella Scrittura, trovo le risposte a tutte le mie domande. Immediatamente, pensando a questo argomento, mi viene in mente la storia di Giuseppe, un grande esempio per imparare a reagire in modo biblico a situazioni lavorative molto, ma molto difficili. Conoscete tutti il film di animazione “Il Principe d’Egitto”? Beh, se volete conoscere i reali dettagli di questa stupenda storia, potete leggerli nel Libro della Genesi (il primo libro della Bibbia) dal capitolo 37 fino alla fine del Libro. È una storia veramente avvincente con principi fondamentali attuabili anche oggi.

“Vedi un uomo talentuoso nel suo lavoro? Starà davanti ai Re” (Proverbi 22:29). Qualunque compito fosse affidato a Giuseppe, lui lo faceva bene, si curava dei minimi dettagli e, soprattutto, faceva gli interessi del suo padrone (oggi forse useremmo il termine datore di lavoro) e lo faceva gratis… non riceveva compenso per il suo lavoro, ma questo non diminuiva il suo impegno. Giuseppe era onesto, saggio, affidabile e timorato di Dio. Questo dovrebbe essere un modello anche per noi: qualunque lavoro abbiamo, per tutto il tempo necessario, dobbiamo essere persone oneste, affidabili e, proprio come Giuseppe, fare ogni cosa per onorare il Signore. Tutti noi possiamo lavorare al meglio delle nostre possibilità e, con l’aiuto di Dio, dare il meglio di noi stessi anche nelle situazioni peggiori. Se agiamo in modo onesto, anche se non siamo apprezzati quanto vorremmo, potremo godere di una buona dose di soddisfazione e tranquillità

Un lavoro del quale oggi, forse siamo insoddisfatti, potrebbe in realtà essere il banco di prova per qualcosa che il Signore ci chiamerà a fare nel futuro. L’aspirazione massima di Giuseppe non era certo lavorare come schiavo o come assistente in una prigione… ma aveva la consapevolezza che in ogni circostanza Dio era con lui, quindi svolgeva ogni compito, non per i suoi padroni umani, ma per il Sovrano Assoluto. La Scirttura dice che Dio era con Giuseppe in ogni istante della sua vita, in ogni cosa che faceva e in ogni situazione. Ecco il motivo per cui Giuseppe aveva successo in qualsiasi settore lavorativo. Conoscete la storia vero? Tutte le esperienze fatte e tutti i mestieri svolti da Giuseppe sono serviti nelle mani di Dio per formare in lui un vero Leader che salvò sia l’Egitto sia Israele da estinzione certa. Da schiavo a Governatore... un bel salto di carriera, vero?

Un superiore ingiusto potrebbe usarti, ferirti, o magari impedirti di raggiungere il tuo massimo potenziale, ma Dio – non il tuo lavoro – è il tuo Giudice e Colui che si prende cura di te! Giuseppe cercò sempre di essere un servitore leale, rispettoso e affidabile. Fu accusato ingiustamente, tradito, imprigionato e dimenticato da compagni di cella… Ma non si arrese mai: rimase fedele ogni giorno della sua vita, non dubitò mai di Dio e sapeva con certezza che tutti gli eventi che lo riguardavano avevano uno scopo sovrano ed erano manovrati dal suo Signore, Creatore, Unico Vero Dio. E Dio agì in Giuseppe, tramite Giuseppe e intorno a Giuseppe, che lui se ne rendesse conto o meno.

Se in questo momento ti senti come se fossi “prigioniero” del tuo lavoro, fatti coraggio! Dio non si è distratto, non è andato in vacanza e non si è dimenticato di te! Continua ad avere fiducia in Lui, continua a ringraziarLo e a dare il meglio di te stesso nel tuo lavoro. Il Signore conosce il tuo problema meglio di te. Ricorda: il nostro lavoro è solo una parte del nostro servizio a Dio e non determina il nostro valore. Mantenere lo sguardo su Dio, su Cristo Gesù e sulla Sua Parola ti permetterà di correre la corsa e ricevere la ricompensa che Egli ha in serbo per te.

domenica 1 febbraio 2009

Il pericolo dell’amnesia


Un ragno lasciò cadere un lungo filo di « seta » dal trave più alto di una vecchia fattoria prima di mettersi a tessere tutta la tela. Le settimane ed i mesi passarono, la tela s’ingrandiva sempre più, al punto da fare invidia a tutti i ragni del vicinato. Le maglie complicate di quel labirinto imprigionavano mosche, zanzare ed altri piccoli insetti che assicuravano al ragno ricchi festini quotidiani. Poi, un giorno, notò dall’alto del trave, un lungo filo di seta che si dondolava in un raggio di luce. “Ma a che serve? Nessuna mosca s’impiglierà mai in quel filo!” si disse il ragno leggermente distratto. Concludendo che non serviva a nulla, cominciò a risalirlo e, arrivato in cima, lo tagliò dal trave. In un attimo la sua tela superba si afflosciò, trascinando con sé il ragno maldestro.

Assomigliamo a questo ragno? Commettiamo lo stesso errore? Un grande paese, una volta creata una magnifica tela, può in un momento di follia, tagliare il cordone ombelicale che ne garantiva la vita ? Siamo diventati così arroganti, così pieni di noi stessi, così fiduciosi in noi stessi da volerci liberare del filo che è alla base della nostra forza? Anziché essere riconoscenti della nostra prosperità, siamo solo capaci di manifestare una cieca arroganza? Troppi eventi recenti sembrano provare la nostra pazzia. Potenti movimenti politici sono spesso riusciti a cacciare Dio fuori da parecchi ambiti della nostra società.

Voci sempre più audaci contemplano l’ultimo filo che ci trattiene dal finire nel baratro e si chiedono: “Ma a cosa serve?” abbiamo dimenticato la mano che ci sostiene. Tante nazioni prima di noi sono state colpite da amnesia, Israele è una di queste. Facciamo attenzione all’avvertimento che Mosè gli rivolse:
"nei giorni della tua abbondanza, stai attento a non dimenticare il Signore il tuo Dio al punto di non osservarne più i comandamenti e le leggi … se dimentichi il Signore tuo Dio … perirai come le altre nazioni …." Deuteronomio 8.11-19
(tratto da www.donnecristianenelweb.it)