lunedì 23 novembre 2009

L’oggetto della fede (prima parte)


"Lo stolto ha detto in cuor suo: «Non c'è Dio»
Sono corrotti, fanno cose abominevoli; non c'è nessuno che faccia il bene."
Salmo 14:1

Prima di tutto un saluto ad "Anonimo", che continua a mandarmi i suoi commenti. Amico mio, sono molto apprezzati quindi continua così, ma se vuoi non essere più "Anonimo" fammelo sapere...

E adesso il tema di oggi: Dio esiste o no?

L’oggetto della fede non è l’esistenza di Dio vera e propria, che gli insensati sono gli unici a negare ma la realtà di Dio nelle Sue testimonianze, la fedeltà delle Sue promesse, la certezza della Sua Parola. È ovvio che non si può credere in qualcuno se prima non siamo sicuri della sua esistenza.

Nel Medio Evo soprattutto, molti teologi e in particolare Tommaso d’Aquino, hanno creduto di poter stabilire alcune prove di Dio. Avevano dimenticato, sembrerebbe, che i cristiani non devono dimostrare la verità, ma confessarla. Le sagge dimostrazioni tomiste, o altre, che portano all’esistenza di un Dio santo e buono, saggio ed onnipotente, non possono portare l’intelligenza naturale ad una convinzione ferma riguardo a Dio; infatti guardandoci attorno ci chiediamo: dov’è la santità di Dio? Vediamo la cattiveria e l’ipocrisia tollerati. Ed il suo amore? C’è così tanta miseria! E la saggezza? Il caos invade la Sua opera! L’onnipotenza di Dio? Sembra che non faccia rispettare le proprie leggi.

Questo spiega che non basta dimostrare che Dio è, quello che è veramente, per soddisfare la nostra ragione velata e ribelle. L’uomo non può riuscire a conoscere Dio lavorando di testa. L’uomo conosce Dio ed è rassicurato dalla Sua esistenza attraverso un’esperienza vivente. La certezza della Sua esistenza non poggia su un’impalcatura filosofica, ma sul fatto che Dio si è avvicinato a noi, è venuto da noi e ci ha afferrati. Non è l’uomo che si eleva verso Dio, ma Dio che nella sua grazia è venuto verso di noi. Il cristiano, quello vero, è certo dell’esistenza di Dio perché ne ha sperimentato la realtà nella propria vita, e non perché è in grado di provarlo scientificamente. Per lui le prove esistono, ma evita le discussioni vane e profane e le dispute di falsa scienza che alcuni professano. Il credente testimonia dell’esistenza di Dio in questo mondo, e la sua testimonianza vivente ha più forza e peso di qualunque prova ragionata. Se vuoi essere sicuro che Dio esiste, tu che ti scontri con le difficoltà intellettuali nella ricerca della verità, non sfuggire ancora alla mano di Dio, che ti cerca e ti vuole afferrare. Lascia perdere le vane e sterili ricerche la cui polvere ti annebbia la vista, desidera incontrare Dio e improvvisamente te lo vedrai davanti, in Lui scoprirai te stesso.

L’esistenza di Dio non è quindi un oggetto di ricerca, un sentimento vago, un’idea oscura, ma un fatto indipendente dalle nostre circostanze, buone o cattive che siano. Le brutture di questo mondo, le prove difficili che sopportiamo durante il nostro cammino, le sofferenze attuali non la potrebbero mettere in dubbio, non più della mancanza di prove scientifiche di ultima generazione. Le parole della Scrittura accusano i pagani, non di aver tralasciato gli studi per raggiungere la conoscenza di Dio, ma di aver sconosciuto la verità divina che ognuno può scoprire nella creazione, a questo proposito, leggi il primo capitolo della Lettera di Paolo ai Romani.

Il negare Dio è quindi un’offesa alla ragione.