lunedì 7 dicembre 2009

L'oggetto della fede (seconda parte)


"Lo stolto ha detto in cuor suo: «Non c'è Dio».
Sono corrotti, fanno cose abominevoli;
non c'è nessuno che faccia il bene."
Salmo 14:1


A dire la verità, i liberi pensatori, i positivisti, i materialisti, i razionalisti rinnegano la fede, non perché non possano credere, ma perché non vogliono credere. L’orgoglio degli uni non può tollerare la supremazia di un Essere divino, a cui dovrebbero pure rendere conto delle loro azioni. La disperazione, il disprezzo, la ribellione degli altri che hanno visto i propri piani saltare, li portano a rifiutare l’idea di un Dio Giusto e Potente. Se questo Essere esistesse, non avrebbe forse dovuto, come il genio della lampada, realizzare tutti i loro progetti?

Altri ancora, volendo assolvere le brutte inclinazioni dei loro cuori, escludono a priori il pensiero scomodo di un Dio Santo. L’orgoglio dello spirito umano, proprio come fece Satana (vedi Isaia 14:13), vuole soppiantare Dio; l'orgoglio umano genera tutti i peccati. È la causa delle guerre e di tutti i mali. Dobbiamo ricordarci che il peccato significa opporsi alla volontà di Dio, detronizzare Dio, l’Onnipotente Creatore. Ma questa è solo un’illusione: Dio rimane e rimarrà sempre il Sovrano incontrastato dell’universo intero, sia che ci crediamo o meno.

“Rallègrati pure, o giovane, durante la tua adolescenza, e gioisca pure il tuo cuore durante i giorni della tua giovinezza; cammina pure nelle vie dove ti conduce il cuore e seguendo gli sguardi dei tuoi occhi; ma sappi che, per tutte queste cose, Dio ti chiamerà in giudizio! Bandisci dal tuo cuore la tristezza, e allontana dalla tua carne la sofferenza; poiché la giovinezza e l'aurora sono vanità.
Ma ricordati del tuo Creatore nei giorni della tua giovinezza, prima che vengano i cattivi giorni e giungano gli anni dei quali dirai:
«Io non ci ho più alcun piacere»”

Ecclesiaste 12:1-3.

“Riconciliati dunque con Dio e avrai pace…”
Giobbe 22:21


Il nostro destino, lo scopo della nostra esistenza, è glorificare Dio.

Chi siamo noi, per analizzare Dio, pesarlo con la nostra bilancia, sottoporlo ai nostri giudizi ed alle nostre critiche senza senso?

“Piuttosto, o uomo, chi sei tu che replichi a Dio? La cosa plasmata dirà forse a colui che la plasmò: «Perché mi hai fatta così?»”
Romani 9:20


Se potessimo misurare ogni problema, se avessimo tutte le risposte a tutte le domande non saremmo più creature, ma Dio stesso. Impariamo a riconoscerLo e a conoscere noi stessi e constateremo che il peccato e l’ingiustizia sono in noi e non in Dio. Il rifiuto di Cristo, il Santo e il Giusto, rifiuto che si perpetra nei secoli, non è anche una prova dell’ingiustizia dell’uomo e del suo stato di peccatore? Non sono forse il nostro orgoglio e la nostra vanità che ci accecano? Accettiamo le risposte della fede e capiremo! Sono i nostri dèi profani e religiosi, che ci siamo scelti e creati da soli, che sono ingiusti e che ci hanno ingannato. Sono quelli che dobbiamo rifiutare per ritornare all'Unico Vero Dio.