lunedì 8 novembre 2010

Palloni gonfiati o grazia sufficiente?


 "E perché io non avessi a insuperbire per l'eccellenza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, (...) affinché io non insuperbisca. Tre volte ho pregato il Signore perché l'allontanasse da me; ed egli mi ha detto: «La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza». Perciò molto volentieri mi vanterò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su di me. Per questo mi compiaccio in debolezze, in ingiurie, in necessità, in persecuzioni, in angustie per amor di Cristo; perché, quando sono debole, allora sono forte." 2 Corinzi 12:7-10

Oggi l'autosufficienza è un valore premiato e riconosciuto, anzi, auspicato a tutti. Un sacco di persone non ammetterebbero mai la propria debolezza o la necessità di aiuto da altre persone. "Posso farcela da solo" sostengono, anche quando, forse, si trovano con la lingua a terra. Siamo onesti con noi stessi: spesso dietro questa corazza di forza e coraggio si nasconde invece una sola cosa: orgoglio.

Qualcuno ha detto che le avversità producono dei buchi nel nostro orgoglio. In questo capitolo 12 della sua lettera ai Corinzi (ed anche altrove) Paolo affermava di avere molte ragioni per essere arrogante, fiero di sé e totalmente auto sufficiente: una buona famiglia, un'ottima preparazione accademica, una religiosità ineccepibile, una posizione sociale di grande autorità, potere sulla vita e sulla morte di altri, e così via. (Filippesi 3:5-6). Anche dopo il suo incontro personale con Cristo risorto e la sua conversione, Paolo ebbe molte opportunità di accrescere il suo orgoglio personale e far valere sugli altri la sua posizione privilegiata scelta da Dio. Dio infatti lo aveva chiamato in un modo unico e specifico al ruolo di apostolo dei pagani per portare il Vangelo fino alle estremità del mondo allora conosciuto.

Ma sapete una cosa? Dio conosce meglio di noi la nostra natura, ecco perché il Signore, oltre ai privilegi dell'apostolato, gli diede anche una "spina nella carne", un problema a noi sconosciuto ma che era così serio e debilitante da richiedere una costante assistenza spirituale e preghiera affinché Paolo lo potesse sopportare. Questo era l'ago necessario che sgonfiava costantemente il suo orgoglio umano e che metteva in esso tanti buchi quanti necessari per impedirgli di gonfiarsi come un pallone.

Dio usa le avversità più o meno allo stesso modo nelle nostre vite. Alle volte ci troviamo in situazioni che sono al di là delle nostre capacità di sopportazione... almeno in apparenza. Ma quando pensiamo di non farcela proprio più Dio ci offre la Sua sufficienza, la Sua bontà, la Sua guida e la sua forza. dimora in loro.

L'autosufficienza non è una virtù ma una trappola. Ecco perché il messaggio di Dio è l'opposto di quello che la società ci proclama con tanta forza. Coloro che desiderano superare le avversità devono sacrificare la propria attitudine del "posso farcela da solo" e imparare a dipendere totalmente da Lui. Quando siamo deboli, Dio in persona ci rende forti.

Personalmente posso di cuore ringraziare Dio per i costanti aghi che mette nella mia vita, non piacevoli, non voluti o scelti ma necessari per impedirmi di diventare un pallone gonfiato, convinta di essere autosufficiente, di non aver bisogno degli altri o di Dio!