mercoledì 16 novembre 2011

Pronto, parlo con Dio?

« Cosa faresti se potessi essere Dio per una settimana? » 


Questa domanda è tratta dal film Una settimana da Dio (Bruce Almighty), diretto da Tom Shadyac.

Per chi non avesse visto il film, è la storia di. Bruce Nolan, un reporter frustrato e senza successo, sempre preso in giro dai suoi colleghi. Vive una vita tranquilla con la sua ragazza Grace, una ragazze dolce che prega Dio per lui tutte le sere prima di addormentarsi, e il loro cane Sam. Un giorno, che sembra iniziato come tanti, Bruce vive la peggiore giornata della sua vita: fa la figura dello scemo indiretta televisiva, vede Evan ottenere il posto di anchorman che lui aveva sempre sperato di avere, viene picchiato da dei teppisti per aver difeso un poveretto per strada, e perde il lavoro. Una volta tornato a casa, Bruce finisce anche per litigare con Grace, per poi andare via in macchina, per cercare di "parlare con Dio". Ma dopo un piccolo incidente con l'auto, Bruce pensa che sia tutta colpa di Dio se ha una vita del genere, Lo accusa e lo sfida sfacciatamente.
Il giorno dopo, Bruce viene contattato a sorpresa proprio da Dio, che gli propone di incontrarlo. Dio gli fa un'offerta molto allettante: i propri poteri e il proprio "posto" per un certo periodo di tempo. Bruce accetta subito ed usa inizialmente i suoi poteri per divertirsi, vendicarsi dei torti subiti e realizzare i suoi sogni di successo televisivo. Dopo un po’ viene nuovamente contattato da Dio, che gli ricorda che il suo ruolo ha anche degli oneri, e che quindi dovrà occuparsi delle preghiere della gente che ora è Bruce a sentire come delle fastidiose voci nella sua testa. Bruce allora si inventa una scappatoia: fa in modo che le preghiere diventino e-mail, facendole automaticamente avverare, con un semplice "rispondi sì a tutti". La sua vita ora sembra perfetta. Ma… succede di tutto di più nella tranquilla città di Buffalo, disastri e rivolte a non finire proprio a causa del fatto che Bruce “l’Onnipotente”, ha risposto si a tutti. Bruce si rende conto che “fare Dio” è più difficile di quanto avesse mai immaginato. Alla fine … beh, guardatevi il film che ne vale proprio la pena.

Dopo l’uscita del film, una donna di New York visse un’esperienza incredibile: il suo telefono squillava di continuo e, quando lei rispondeva, riceveva sempre la stessa domanda: “Pronto, parlo con Dio?” Migliaia di connazionali la tempestavano di chiamate di questo genere, notte e giorno. Tutti volevano parlare con Dio l’Onnipotente. Non è uno scherzo, ma il risultato di un’incredibile gaffe della Universal Studio, la casa produttrice del film “Una settimana da Dio”. In genere, i numeri telefonici utilizzati in un film sono inventati. In quel caso, non si sa come, la sequenza data nel lungometraggio corrispondeva esattamente al numero di cellulare di questa donna che, disperata, fu costretta dopo un po’ a cambiare numero per ritrovare la tranquillità. 

Due domande mi sorgono spontanee: la prima, non pensiamo anche noi come il protagonista del film, che se fossimo al posto di Dio certe situazioni non le avremmo mai permesse? Anche se non lo diciamo apertamente, alle volte ci comportiamo nei confronti di Dio come se noi fossimo più capaci, intelligenti, ed esperti di Dio l’Onnipotente. La seconda è questa: tutte quelle telefonate alla signora americana non dimostrano forse un profondo desiderio dell’umanità di parlare con Dio o di avere un contatto con il cielo? Che strano però: l’essere umano è disposto a credere a tali fantasie cinematografiche e nello stesso tempo è restio a credere all’unico mezzo che può parlarci di Dio, la Bibbia.  Alcuni la tengono sul comodino, altri in bella vista nella libreria di casa in versione rilegata con immagini stupende, ma quanti la leggono, la prendono in parola e quanti (come la Grace del film) pregano ogni sera portando a Dio i propri pesi e dolori?

Salmo 13
3 Guarda, rispondimi, o SIGNORE, mio Dio! Illumina i miei occhi perché io non m'addormenti del sonno della morte, 4 affinché il mio nemico non dica: «L'ho vinto!»  5 Quanto a me, io confido nella tua bontà; il mio cuore gioirà per la tua salvezza; io canterò al SIGNORE perché m'ha fatto del bene.