domenica 29 luglio 2012

LA MIA FORTE-DEBOLE COMPAGNA


Quando penso alla mia compagna vedo forza e fragilità unite insieme.
Lei è un “vaso debole” che porta in dote tanta forza.
Lei è il mio “gigante dai piedi d'argilla”.

La sua forza non mi spaventa, perché Dio mi ha fatto custode della sua fragilità.
La sua forza mi rallegra, perché da carattere al suo amore per me.
La sua forza è per me un enigma, perché “dal forte è uscito il dolce”.
E dalla sua forza esce continuamente il dolce della sua tenerezza.

Se l'amore è forte come la morte, la mia compagna è forte come l'amore.
L'amore l'ha resa ancora più forte ed in quella forza trova rifugio il mio amore.
Lei mi fa del bene ogni giorno ed il mio cuore confida in lei.

Il Signore mi ha dato una donna forte e questo non la rende meno donna.
Il Signore mi ha dato ad una donna forte e questo non mi rende meno uomo.
I nostri rapporti di forza sono equilibrati dal Signore che ci ha vinto.

Un sardo ed una friulana possono trovare il loro punto di equilibrio solo nel cielo.
La forza di ciascuno è il sostegno dell'altro nel momento della prova.
So che se vacillo, cado nelle sue forti ed amorevoli braccia.
So che se vacilla sa confidare in Colui che sostiene il peso di ogni nostra debolezza.

Anche la mia compagna piange e talvolta mi ritrovo ad asciugare le sue lacrime.
Ma è un privilegio raro asciugare le lacrime di una donna forte.
E so che le sue stesse lacrime finiranno per lubrificare la sua forza.

Mi incanta vedere i miei figli accucciarsi fra le braccia di una mamma forte.
So che quando esco la mattina lascio una casa doppiamente sicura.
La sua forza ed il suo amore sono il doppio muro che cinge la nostra casa.
 
Questo amore riempie tutta la nostra casa e fortifica i nostri cuori.
Anche i nostri ospiti trovano in lei una forte accoglienza, ed io me ne compiaccio.
Questa è la conferma che la sua è una forza amica votata al bene degli altri.
 
Ma io questo lo so da quando l'ho sposata e l'ho sposata anche per questo.

Grazie Signore per il dono della mia forte-debole compagna!


E io, Maria Luisa, ringrazio Dio per la mia dolce, forte ed esemplare sorellina!!
Inizio modulo
Fine modulo

giovedì 19 luglio 2012

La cappella nella sabbia

Matteo 7:26-27
 E chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica sarà paragonato a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. La pioggia è caduta, sono venuti i torrenti, i venti hanno soffiato e hanno fatto impeto contro quella casa, ed essa è caduta e la sua rovina è stata grande».


Ho letto che, sulla costa francese dell'Atlantico, un tempo c'era una piccola cappella, situata in un avvallamento tra le dune di sabbia. Per molti anni i pescatori dei dintorni vi si recavano, e avevano cura che la strada per arrivarci fosse sempre sgombra dalla sabbia. Ma, col tempo, l'interesse della popolazione si indebolì; la piccola casa di preghiera non fu più frequentata, e rimase chiusa. Le tempeste, soffiando dal mare, sollevarono turbini di sabbia, finché la cappella fu interamente ricoperta e oggi non si sa neppure più dove fosse esattamente.

Sono molti quelli che, in giovinezza, hanno dichiarato di appartenere al Signore Gesù Cristo, poi si sono lasciati vincere dall'indifferenza, e oggi non si capisce più se sono cristiani o no! Non hanno rinnegato apertamente Cristo, ma non si sono mai impegnati a seguirlo seriamente, a fare sul serio don Dio. La loro vita spirituale è stata soffocata dall'egoismo, dalla trascuratezza, dal perseguimento degli interessi personali piuttosto che di quelli di Dio. Se hanno qualche momento di sentimentalismo religioso si accontentano delle briciole o di ascoltare saltuariamente riflessioni bibliche altrui. 

La Lettera agli Ebrei avverte: "Considerate attentamente: dobbiamo attenerci ancora di più a ciò che abbiamo ascoltato per non correre il rischio di allontanarci. " (2:1). Badiamo di non trascurare la Parola eterna di Dio, lasciandoci assorbire da ciò che è solo passeggero. 

Dio ci esorta oggi: "Tornate a Colui dal quale vi siete così profondamente allontanati" (Isaia 31:6)

Non accontentiamoci della mediocrità nella vita cristiana!

mercoledì 11 luglio 2012

Quanto costa ... ?



Qualche tempo fa, quando un gelato costava molto meno di oggi, un bambino di 8 anni entrò in un bar e, in punta di piedi, si presentò alla cassa.  

"Quanto costa un cornetto?" - "Un euro", rispose la cameriera. 

Il bambino tirò fuori dalle tasche un mucchietto di monetine e le contò. "E quanto costa un ghiacciolo alla menta?" - "Ottanta centesimi"

Intanto, dietro al bimbo, si era formata una fila di adulti che iniziarono a sbuffare. La cameriera stava per perdere la pazienza ed era visibilmente irritata con il bimbo, che aveva ricominciato a contare le monetine, poi ordinò un ghiacciolo alla menta e un bicchiere di acqua di rubinetto, pagò il conto, quindi si accomodò ad un tavolino. 

La cameriera gli portò la sua ordinazione senza un sorriso.  Il bambino finì il suo gelato e uscì. Quando la cameriera andò al tavolo per pulirlo le si riempirono gli occhi di lacrime: su un tovagliolino di carta c'erano venti centesimi di mancia per lei. Il bimbo aveva rinunciato al suo gelato preferito per poter lascirle la mancia. 

Quante volte ci irritiamo proprio con le persone che ci amano di più? Quante volte non sappiamo apprezzare i piccoli ma importanti gesti di amore? Spesso ci irritiamo con gli altri perché non rispettano i nostri tempi, le nostre esigenza. Basterebbe solo avere più pazienza, amore, dolcezza; basterebbe sorridere di più e brontolare di meno. 

Mi viene in mente la storia di un altro re fanciullo: poteva nascere in un palazzo regale circondato da servitori, ha scelto di venire al  mondo in una stalla circondato da persone insignificanti per il mondo; ha vissuto dei momenti di grande solitudine, ma non si sentiva solo, anche se ne avrebbe avuto tutti i motivi. Era l’unico giusto in mezzo a gente ingiusta. Era l’unico che, per amore, ha rinunciato a tutto, ma ha ricevuto in cambio tanta ingratitudine. Non aveva una casa, aveva  amici che spesso non capivano quello che diceva e che lo abbandonarono nel momento di maggiore bisogno. Aveva una famiglia, madre e fratelli, che lo consideravano  un pazzo esaltato. Era ricco e si è fatto povero. Era potente e si è fatto servo di tutti. È venuto in casa sua e non è stato ricevuto. È venuto per essere il Salvatore dell’umanità perduta nel peccato e lo hanno inchiodato su una croce. Il suo nome? Gesù. E tutto questo lo ha fatto per me e per te, per tutti noi!

"Il Padre mi ama, perché sacrifico la mia vita, per riprenderla poi di nuovo. Nessuno me la prende, sono io che la offro di mia volontà."
Giovanni 10:17 




.