domenica 31 marzo 2013

Il Signore è davvero risorto!

La domenica mattina, molto presto, le donne si recarono alla tomba portando gli aromi che avevano preparato e s'accorsero che la pietra che chiudeva l'entrata era stata rotolata via. Entrarono, ma non trovarono il corpo del SIGNORE GESU'! Stupite, non sapevano che cosa pensare. Ed ecco che davanti ai loro occhi apparvero due uomini che indossavano vestiti risplendenti. Le donne, impaurite, si gettarono faccia a terra. Gli uomini chiesero loro "Perché cercate il VIVENTE fra i morti? Egli non è qui. E' risorto! Ricordate ciò che vi disse quando eravate in Galilea? Che il FIGLIO dell'UOMO doveva essere tradito, arrestato da uomini malvagi e crocifisso, ma dopo tre giorni, sarebbe risuscitato." Allora le donne ricordarono lo Sue parole e si precipitarono a Gerusalemme per raccontare l'accaduto agli undici apostoli e a tutti gli altri. Ma la loro storia parve assurda agli uomini, e nessuno prestò loro fede. Tuttavia, Pietro corse alla tomba per dare un'occhiata. Chinatosi per guardare, vide soltanto i panni di lino; allora se ne andò tutto solo, chiedendosi che cosa mai fosse accaduto. (Luca 24:1-12)



Non cercare il Dio Vivente fra i morti! Non studiare la Bibbia come se fosse un documento storico o un trattato di miti pedagogici! Non recarti in chiesa come se tu andassi ad un funerale! Gesù non è più tra i morti, Egli vive! 

La resurrezione di Cristo è l'avvenimento centrale della storia del Cristianesimo, di quello vero, però, basato esclusivamente sulle Sacre Scritture, non su tradizioni umane! Cristo Gesù vive e regna ed ha sconfitto la morte pagando il prezzo per i peccati dell'intera umanità. Non è una favola! Credici, Cristo è tutto ciò di cui hai bisogno per la tua salvezza! Non rivolgerti a stadue o defunti che non possono minimamente salvare! Apri le Scritture, esse potranno rivelarti il Vivente fra i morti, il Re dei Re e Signore dei Signori. Gesù ha affermatio: "Io sono la via, la verità, la vita, nessuno viene al Padre se non per mezzo di me." (Giovanni 14:6).

Credici!

mercoledì 27 marzo 2013

Amore senza trucco



Gesù ha detto: "Vi do un nuovo comandamento: 
he vi amiate gli uni gli altri" (Giovanni 13:34).




La vicinanza evidenzia i difetti: la stella del cinema, truccata ed elegante, può far perdere la testa a molte persone. Ma vista da vicino o al mattino appena sveglia, si rivela ben diversa da come appare sugli schermi cinematografici o televisivi, in cui appare truccata, elegante e invidiabile.
È facile innamorarsi di persone con cui si hanno solo contatti occasionali e casuali: l'oggetto del nostro desiderio si manifesta sempre sotto il suo aspetto migliore, e pensiamo: "Sarebbe meraviglioso avere sempre vicino una persona simile, così gentile, comprensiva ed affascinante … si è questa la persona ideale e perfetta per me". Ma, se siamo onesti, dobbiamo dire che l'abbiamo solo con “con l'abito della festa”.

Il contatto quotidiano ci mostra, invece, i lati più nascosti, i difetti del carattere, le manie e le debolezze di una persona. Quando la luna di miele finisce e sono già state sussurrate tutte le paroline dolci, si comincia la vita quotidiana, fatta di routine e lavoro, di bigodini e pantofole, stress e stanchezza … il trucco perfetto ed i vestiti eleganti della cerimonia matrimoniale scompaiono ...

Il vero amore è quello di coloro che ci conoscono sotto il nostro aspetto peggiore e ciononostante continuano ad amarci. Questo è vero in famiglia, al lavoro ed in qualsiasi altra relazione che richiede contatti fra le persone. E a questo proposito, vorrei condividere qualcosa che ha scritto una nostra carissima amica e sorella, Carmela Goicea, dedicato al suo fidanzato Roberto Guido Barros, circa due mesi prima del loro matrimonio.


È semplice dire ti amo quando siamo felici, quando la pensiamo allo stesso modo, quando non abbiamo bisogno di parole per capirci, quando parliamo delle solite cose, quando ti svegli già con il sorriso e quando la prima cosa che ricevi nel vedere il tuo amato è un abbraccio.

Diventa difficile invece quando già hai la luna storta dal mattino, quando sei ferito, quando ti accorgi che ci sono cose per le quali non avrete mai la stessa opinione, quando quell'abbraccio non c'è più ... diventa difficile quando non hai intenzione di rinunciare al tuo modo di essere, di pensare, 
di fare ... diventa difficile quando ciò a cui pensi è il tuo bene, e non il suo. 
Ma ciò che è ancora più difficile è dimostrare quest'amore, è proprio in queste circostanze che dobbiamo rinunciare a noi stessi ... 
per amore dell'altro.
Io ti amo, ed è per questo che anche se mi fai arrabbiare, anche se a volte sei egoista, anche se a volte non mi ascolti e non mi parli nemmeno, io, quel giorno che ho la luna storta e tu appena mi vedi cominci già a lamentarti senza nemmeno un saluto e ti comporti come un orco senza cuore per tutto il giorno, prima di salire in casa mia, ti abbraccio e ti dico che ti amo perché è proprio in giorni come questi che ti dimostro il mio amore.”

lunedì 18 marzo 2013

Papy, quanto guadagni?




- Papy, posso farti una domanda?
- Ma certo, cosa vuoi sapere?
- Papy, quanto guadagni all'ora?
- Non sono cose che ti riguardano, perché mi fai questa domanda?
- Così, ci tenevo a saperlo. Per favore, dimmelo. Quanto guadagni in un'ora?
- Beh, se proprio lo devi sapere... guadagno 50 euro all'ora.
Il bambino, con una nota di disappunto, abbassò lo sguardo, ma subito si riprese
- Papy, posso avere 25 dollari in prestito?
A questo punto il padre si arrabbiò davvero.
- Se l'unica ragione per cui mi hai fatto quella domanda era per farti prestare dei soldi per andarti a comperare qualche stupido giocattolo o cose simili, allora sarà meglio che fili dritto in camera tua e vai a letto.  Io mi lavoro come un matto tutti i giorni e non mi aspetto certo un comportamento così infantile da parte tua.

Il bambino andò in camera sua e chiuse la porta dietro di sé. Il padre si sedette e, pensando alla domanda del figlio, e più ci pensava e più la abbia cresceva dentro di lui.
- Come si permette di fare domande del genere solo per spillarmi dei soldi?
Trascorsa un'ora o poco più, l'uomo si calmò ed incominciò a pensare. Forse quei 25 euro gli servivano per qualcosa di veramente importante, difatti il bambino non gli aveva mai fatto richieste del genere. Da quando la madre era morta di cancro, lui si era buttato a capofitto nel lavoro per poter coprire le spese.
Infine il padre si alzò,si avvicinò alla stanza del figlio ed aprì la porta.
- Sei ancora sveglio?
- si Papy, sono sveglio.
- Sai, stavo pensando ... sono stato un po' durò con te poco fa ... ho avuto una giornata pesante ed ho scaricato il mio nervosismo su di te, mi perdoni? ... Tieni, ecco, questi sono i 25 euro che mi hai chiesto.
Il bambino si alzò di scatto e si mise a sedere sul letto con un gran sorriso stampato in faccia.
- Grazie Papy, grazie.
Poi, mise la mano sotto al cuscino e tirò fuori vari pezzi da 1,5,10 euro. Vedendo che il bambino aveva già del denaro, il padre cominciò ad arrabbiarsi di nuovo. Il bambino intanto stava contando il denaro che aveva in mano. Il padre lo interruppe dicendo:
- Perché hai voluto quei soldi se ne avevi già tanti?
- Perché non ne avevo abbastanza, ma adesso ce l'ho! Papy, adesso ho 50 eurodollari, posso comperare un'ora del tuo tempo? Ti prego, vieni a casa prima, domani sera, mi piacerebbe tanto stare un po’ di più con te.
Per il padre fu come un pugno nello stomaco. Abbracciò suo figlio e gli chiese perdono.

Questa storia è solo un promemoria per tutti coloro che sono sempre, troppo molto impegnati. Non dovremmo permettere al tempo di sfuggirci tra le dita, senza aver trascorso abbastanza tempo con le persone che, per noi, contano veramente, quelli più vicini al nostro cuore.
Ricordatevi di spendere 50 euro del vostro tempo con qualcuno che amate veramente.
Se dovessimo morire domani, la società per la quale stiamo lavorando ci potrà sostituire in due o tre giorni.
Ma le famiglie e gli amici che lasceremo, sentiranno la nostra mancanza per il resto della loro vita. Eppure, se ci pensiamo bene, dedichiamo molto più tempo al lavoro che alla famiglia.
Certe cose ...  certi legami … sono molto, ma molto più importanti!

venerdì 8 marzo 2013

«Avrei potuto fare di più. Questo rimpianto non mi lascia mai.» Irena Sendler



Irena Sendler a 32 anni
Leggete la storia di questa donna, imparate da lei 
e ricordatela per sempre!

 Irena Sendler nacque in una famiglia polacca nella periferia operaia di Varsavia. Il padre, Stanisław Krzyżanowski, era medico e morì di tifo nel febbraio 1917, dopo aver contratto la malattia mentre assisteva ammalati che altri suoi colleghi si erano rifiutati di curare. Molti di questi ammalati erano ebrei: dopo la sua morte, i responsabili della comunità ebraica di Varsavia si offrirono di pagare gli studi di Irena come segno di riconoscenza. Terminati gli studi, cominciò a lavorare come assistente sociale nelle città di Otwock e Tarczyn. Durante la Seconda Guerra Mondiale si trasferì a Varsavia e cominciò ad impegnarsi per salvare gli Ebrei dalla persecuzione: con altri collaboratori, riuscì a procurare circa 3.000 falsi passaporti per aiutare famiglie ebraiche. 

Nel 1942 Irena entrò a far parte della Resistenza Polacca con lo scopo di salvare più Ebrei possibili. Come dipendente dei servizi sociali della municipalità, Irena ottenne un permesso speciale per entrare nel Ghetto alla ricerca di eventuali sintomi di tifo (i tedeschi temevano che una epidemia avrebbe potuto spargersi anche al di fuori del Ghetto stesso). Durante queste visite, la donna portava sui vestiti una Stella di Davide come segno di solidarietà con il popolo ebraico, come pure per non richiamare l'attenzione su di sé. 

Irena, il cui nome di battaglia era "Jolanta", insieme ad altri membri della Resistenza, organizzò così la fuga dei bambini dal Ghetto. I bambini più piccoli vennero portati fuori dal Ghetto dentro ambulanze o altri veicoli. In altre circostanze, la donna si spacciò per un tecnico di condutture idrauliche e fognature: entrata nel ghetto con un furgone, riusciva a portarne fuori alcuni neonati nascondendoli nel fondo di una cassa per attrezzi, o alcuni bambini più grandi chiusi in un sacco di juta. Nel retro del camion teneva anche un cane addestrato ad abbaiare quando i soldati nazisti si avvicinavano, e a coprire così il pianto dei bambini.Fuori dal Ghetto, Irena forniva ai bambini dei falsi documenti con nomi cristiani, e li portava nella campagna, dove li affidava a famiglie cristiane. Irena Sendler annotò i veri nomi dei bambini accanto a quelli falsi e seppellì gli elenchi dentro bottiglie e vasetti di marmellata sotto un albero del suo giardino, nella speranza di poter un giorno riconsegnare i bambini ai loro genitori.

Nell’ottobre 1943 Irena venne arrestata dalla Gestapo: fu sottoposta a pesanti torture (le vennero spezzate gambe e braccia, tanto che rimase inferma a vita), ma non rivelò ma il suo segreto. Condannata a morte, venne salvata dalla rete della Resistenza Polacca, che riuscì a corrompere con denaro i soldati tedeschi che avrebbero dovuto condurla all'esecuzione. Il suo nome venne così registrato insieme con quello dei giustiziati, e per i mesi rimanenti della guerra visse nell'anonimato, continuando però a organizzare i tentativi di salvataggio di bambini ebrei.

La Sendler con alcune persone da lei salvate quando erano bambini 
(Varsavia, 2005)

Terminata la guerra e l'occupazione tedesca, i nomi dei bambini vennero consegnati ad un Comitato Ebraico, che riuscì a rintracciare circa 2.000 bambini, anche se gran parte delle loro famiglie erano state sterminate a Treblinka e negli altri lager. Nel 1965, Irena Sendler venne riconosciuta dallo Yad Vashem di Gerusalemme come una dei Giusti tra le nazioni. Soltanto in quell'occasione il governo comunista le diede il permesso di viaggiare all'estero, per ricevere il riconoscimento in Israele.

La storia della vita della Sendler venne riscoperta nel 1999 da alcuni studenti di un college del Kansas  che hanno lanciato un progetto per fare conoscere la sua vita e il suo operato a livello internazionale. Il 10 ottobre 2003 essa ricevette la più alta decorazione civile della Polonia, l'Ordine dell'Aquila Bianca, e il premio Jan Karski "Per il coraggio e il cuore", assegnatole dal Centro Americano di Cultura Polacca a Washington, D.C. Nel 2007, l'allora Presidente della Repubblica di Polonia Lech Kaczyński, avanzò la proposta al Senato del suo Paese perché fosse proclamata eroe nazionale. Il Senato votò a favore, all’unanimità. Invitata all'atto di omaggio del Senato il 14 maggio dello stesso anno, all'età ormai di 97 anni, non fu in grado di lasciare la casa di riposo in cui risiedeva, ma mandò una sua dichiarazione per mezzo di Elżbieta Ficowska, che Irena stessa aveva salvata da bambina. Il nome di Irena Sendler venne anche raccomandato dal Governo polacco per il premio Nobel per la pace, con l'appoggio ufficiale dello Stato di Israele espresso dal suo primo ministro Ehud Olmert (anche se queste nomine dovrebbero essere mantenute segrete). Alla fine tuttavia, il premio venne assegnato a Al Gore.

 

Irena Sendler si è spenta il 28 maggio 2008, ma i suoi sacrifici, la sua fatica e i bambini che ha salvato a rischio della vita non dovrebbero mai essere dimenticati.



« Ogni bambino salvato con il mio aiuto è la giustificazione della mia esistenza su questa terra, 
e non un titolo di gloria »
(Dalla lettera di Irena al Parlamento polacco)