sabato 31 agosto 2013

il meglio deve ancora venire


Era una senzatetto, una "barbona". Frequentava regolarmente una mensa per i poveri. Tutto il personale la conosceva e la amava, dato che ormai era tanti anni che si presentava ogni giorno con la sua personale forchetta. 

Un giorno come tanti, uno dei giovani responsabili della mensa le passò accanto mentre lei era in fila e le sussurrò: "Non andare via, lascia passare davanti a te tutti gli altri, ma tu aspetta, perché dopo verranno i cibi migliori..."

La vecchietta si fidò del giovane e si mise all'ultimo posto in fila. Attese con pazienza finché anche l'ultimo senzatetto se ne fosse andato, poi si mise a tavola: le venne servito un pranzo abbondante e gustoso che condivise allegramente con il personale.

Da quel giorno in poi la vecchia barbona mangiò con loro, non dimenticando mai la sua propria forchetta. Un giorno, dopo il pranzo, una ragazza le racconto di Gesù, morto per i suoi peccati e risorto. «Gesù ha promesso che le cose migliori ci aspettano in cielo; se credi in Gesù, il meglio deve ancora arrivare. Gesù ha detto: "Il vostro cuore non sia turbato; abbiate fede in Dio, e abbiate fede anche in me!  Nella casa del Padre mio ci sono molte stanze; se non fosse così, vi avrei forse detto che io vado a prepararvi un luogo? Quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò a prendervi e vi accoglierò e potrete stare sempre con me, affinché dove sono io, siate anche voi; Io sono la via, la verità e la vita; nessuno può venire al Padre se non per mezzo di me." »

L'anziana barbona ascoltò con attenzione e poi se ne andò. Era ormai agli sgoccioli e qualche giorno dopo espresse a un responsabile della mensa le sue ultime volontà: "Voglio essere seppellita con la mia forchetta, perché mi hanno detto che Gesù mi sta preparando un bel posto e mi aspetta, io credo che  il meglio sta arrivando per me, così non posso arrivare impreparata e senza la mia forchetta alla mensa del cielo."

Gesù disse:
«Io sono la risurrezione e la vita; 
chi crede in me, anche se muore, vivrà; 
e chiunque vive e crede in me, non morirà mai. 
CREDI TU QUESTO?» 

Giovanni 11:25-26

martedì 20 agosto 2013

Il quasi "Pastore" Vincent van Gogh


   


Ma ora così parla il SIGNORE, il tuo CREATORE, (...)
colui che ti ha formato, (...)
Non temere, perché IO ti ho riscattato,
ti ho chiamato per nome; tu sei mio!
Quando dovrai attraversare le acque, IO sarò con te;
quando attraverserai i fiumi, 
essi non ti sommergeranno;
quando camminerai nel fuoco non sarai bruciato
e la fiamma non ti consumerà,
perché IO SONO il SIGNORE, il tuo DIO, (...) 
Perché tu sei prezioso ai MIEI occhi,
sei stimato e IO ti amo, (...)
Non temere, perché IO sono con te!

Isaia 43:1-5

   Fin dalla sua prima visita a Londra, dove si recò per studiare l’opera di alcuni artisti, Vincent Van Gogh frequentò il culto nella chiesa metodista di Isleworth. Le prediche del pastore Jones, ministro di quella parrocchia, lo avevano colpito, come egli stesso disse in alcune lettere. Rientrato in Olanda e persuaso di essere chiamato da Dio a svolgere una funzione nella chiesa, Van Gogh scrisse a Jones chiedendogli di poter lavorare nella comunità di Isleworth. Jones gli procurò un posto di insegnante nella scuola della comunità e lo invitò a frequentare i corsi per diventare predicatore laico.

   Il giovane olandese, poco più che ventenne, ebbe l’impressione di avere finalmente trovato la propria strada. Van Gogh cominciò la propria attività di maestro tra i bambini poveri della periferia londinese e si dedicò nel contempo allo studio, alla preghiera e alla preparazione delle prediche. "Leggendo i racconti biblici ho l’impressione di essere custodito e protetto", scrisse a suo fratello. "Non trascorre giorno senza che io parli con Dio. Sono ancora lontano dalla meta che voglio raggiungere, ma con l’aiuto di Dio sono certo che arriverò al traguardo". Nella sua decisione era sostenuto dalla certezza di essere stato accolto da Dio "con tutti i miei errori e le mie debolezze"

   Vincent cominciò a fare visite alle persone della parrocchia di Isleworth, in particolare ai malati e alle persone in difficoltà, e a predicare. In quel periodo Vincent scrisse spesso al fratello per suggerirgli passi biblici sui cui riflettere e per inviargli delle meditazioni. E non mancò di mandargli schizzi e disegni delle misere cappelle metodiste in cui presiedeva delle riunioni, a Richmond, Petersham e Turnham Green. Nell’autunno 1876 il pastore Jones cercò di far assumere Van Gogh quale incaricato della cura pastorale dei minatori inglesi. Vincent teneva molto a quel lavoro in quanto riteneva di essere chiamato da Dio ad annunciare il vangelo della dignità umana ai più miseri tra i lavoratori. Ma Van Gogh non fu assunto perché ritenuto troppo giovane e inesperto.

   Vincent rientrò in Olanda. Il padre gli propose di iscriversi ai corsi di teologia dell’Università di Leyden, ma Vincent preferì seguire il consiglio del pastore Jones - col quale era rimasto in contatto - che gli suggerì di frequentare un seminario per evangelisti a Bruxelles. Di lì a poco iniziò a lavorare tra i minatori del Borinage, nel sud del Belgio. I minatori erano affezionati al giovane predicatore, ma la missione metodista di Bruxelles non condivideva il suo modo di lavorare: avrebbe voluto un missionario, e non un operatore sociale di impronta evangelica quale Vincent era diventato. La missione decise dunque di non confermare più l’incarico di Vincent tra i minatori. Quello che per i minatori del Borinage fu motivo di amarezza divenne, per la storia dell’arte, un dono inatteso. Da quel momento iniziò la carriera artistica di Vincent Van Gogh.

Dal Libro dell'Ecclesiaste: 

Tutto quello che la tua mano trova da fare, 
fallo con tutte le tue forze
(9:10)

Getta il tuo pane sulle acque, 
perché dopo molto tempo lo ritroverai 
(11:1)

sabato 10 agosto 2013

Il Signore è il mio Pastore, nulla mi manca!

Tutti noi conosciamo il Salmo 23, il Salmo del Buon Pastore. Spesso viene letto nel corso di funerali cristiani, in realtà è un salmo che parla ai vivi, non ai o dei morti.

Qualche tempo fa ho letto un libro in cui veniva suggerito di riscrivere personalmente il Salmo 23 adeguandolo alla propria vita personale, se i lettori si ritenevano realmente cristiani, autentici discepoli di Cristo. Sul momento ho lasciato correre il suggerimento; più tardi, però, ci ho ripensato e ripensato ancora, quindi ho voluto tentare... In seguito mi sono resa conto di quanto sia stato utile per me fermarmi, riconoscere, dichiarare per iscritto chi è veramente Dio per me. Apparentemente sembra un giochetto da ragazzi, ma non lo è affatto. Provaci anche tu: chi è Dio per te e che cosa ha fatto?


Il Signore è il mio Capitano, il mio Pastore, quindi posso dire che non mi manca nulla.

Il mio Capitano e Pastore mi ha dato l'onore e il privilegio di abitare alla Sua presenza, di avere 
   comunione con Lui, quindi sperimento pace e serenità nel mio cuore; non solo, il mio Pastore 
   mi ha donato una casa calda, confortevole, in un paesino tranquillo con dei vicini, nonché padroni 
   di casa fantastici.

Il mio Capitano e Pastore mi guida ogni giorno ed ogni momento della mia vita con la Sua Parola 
   e mette in me il desiderio di fare la Sua volontà; mi equipaggia per compierla; mi avverte dei  
   pericoli intorno a me; mi disciplina e corregge quando sbaglio; mi rialza quando cado e mi 
   abbraccia nei momenti di smarrimento e dolore.

Diverse volte mi è capitato di attraversare la valle della morte a causa di malattia, lutto o difficoltà, 
   ma il mio Capitano e Pastore non mi ha mai abbandonata e non mi sono mai sentita sola; anche 
   nei momenti più difficili mi sono sentita al sicuro fra le sue braccia.

Il mio Capitano e Pastore provvede al mio cibo, ai miei vestiti e ad ogni necessità fisica e spirituale,
   non è mai venuto meno alle Sue promesse, quindi so che non devo farmi prendere dal panico 
   affrontando il nemico in battaglia, perché il nemico non mi può toccare, a meno che non lo voglia 
   il mio Capitano e Pastore.

Sono più che mai sicura, certa nel modo più assoluto, che ciò che il mio Capitano e Pastore ha 
   stabilito per me è e sarà sempre il meglio per me, anche se non comprendo tutto, ho totale fiducia 
   in Lui, e so con certezza che per l'eternità abiterò con Lui.

Il mio Capitano e Pastore è tutto ciò di cui ho bisogno per sperimentare pace, gioia, felicità eterne.