domenica 20 ottobre 2013

Che Cosa Siamo Focalizzando?



Pablo Casals, un famosissimo violoncellista spagnolo, si è esibito in un concerto poco prima della fine della sua lunghissima carriera. All’epoca aveva 90 anni e la platea stava attendendo che iniziasse il suo concerto. Una sedia pieghevole venne posizionata al centro del palco e per un pò non successe assolutamente niente.

Poi, senza alcun preavviso o segnale, dall’ingresso laterale entrò un uomo molto anziano e fragile con la testa china in avanti. Egli veniva letteralmente trasportato da 2 donne bionde molto giovani ed affascinanti, che lo supportavano ognuno per un braccio. Procedeva con una lentenza estenuante, mentre le 2 donne sorregevano completamente il suo peso tenendolo sollevato con una presa sotto le ascelle. Gli spettatori si domandavano se ce l’avrebbe mai fatta a raggiungere la sedia al centro del palco. Ci vollero diversi minuti dal bordo del palcoscenico fino alla sedia pieghevole. Quando vi arrivò, le donne lo fecero girare e lo calarono di peso sulla sedia. Non si sforzò nemmeno di alzare lo sguardo. Era come un corpo privo di vita. Le 2 donne si girarono, lo lasciarono sulla sedia così come lo avevano appoggiato e abbandonarono il palcoscenico. A questo punto da dietro le quinte comparve, vestito di tutto punto in smoking nero, un giovane che portava un violoncello. Lo pose in mezzo alle gambe di Casals. Il musicista novantenne prese il violoncello e quando fece questo gesto, fu come un CLICK ! Egli si rianimò in un secondo, come se qualcuno avesse premuto un interruttore. Poi prese l’archetto, appoggiò il fascio di crini di cavallo su una corda del violoncello e iniziò a suonare una singola nota.
 
Ummmmmmmmmmmmmmmmm.
 
Suonò questa nota per più di quanto tu possa immaginare. La suonò così a lungo, che sembrò che il suo cervello si fosse fermato. Dopo un bel pò, qualcuno del pubblico inizio a pensare cosa stesse succedendo, dopottutto erano venuti per assistere ad un concerto, ma stavano sentendo un unico interminabile suono. Imperterrito Casals continuò ad insistere su quella nota per un tempo così lungo che diventò chiaro che soltanto un vero Maestro poteva tenere una nota così a lungo, così alla perfezione. Non era possibile percepire mutamenti nel suono: non diventava più forte, nè più debole. Semplicemente rimaneva perfetta e immutata… Sembrava impossibile. Infine, quando sembrava non potesse più finire, tutta la sala divenne perfettamente silenziosa… e Casals iniziò a suonare. Improvvisamente ognuno presente in sala venne immerso in questa esperienza miracolosa. 

Casals suonò, suonò e suonò. Tra gli spettatori, qualcuno sorrise, qualcun altro stava piangendo e qualcun altro era ancora immobile, come quando Casals stava suonando la sua interminabile nota iniziale. In un’altro momento della performance di Casals, le persone stavano ridendo. Più tardi erano di nuovo assolutamente in silenzio, assistevano a bocca aperta come dei bambini affascinati. Casals suonò per 2 ore senza fermarsi. Passò da una canzone all’altra, ad un’altra ancora. In queste 2 ore egli suonò sul suo violoncello qualsiasi emozione percepibile dall’uomo, fu come se avesse suonato la tua vita sul suo meraviglioso strumento.

Poi ad un certro punto, di nuovo senza preavviso, semplicemente si fermò. Il giovane in smoking ricomparve da dietro le quinte e riportò via il violoncello. Pablo Casals si riafflosciò istantaneamente: tornò ad essere la persona anziana e fragile che è stata trasportata in mezzo al palco 2 ore prima e che ora necessitava di nuovo di aiuto. Il pubblico era già tutto in piedi, che applaudiva e incitava il suo nome. Sapevano benissimo che non avrebbe mai dato un bis, ma questo non importava ai spettatori esultanti, semplicemente continuavano ad applaudirlo. Non sarebbero più andati via. Persino quando il sipario calò e le luci vennero spente sul palcoscenico, per accendersi in platea. Gli spettatori erano ancora là, come durante la prima interminabile nota.

Alcuni giorni dopo il concerto Casals venne intervistato, l’intervestatrice ritornò su quel concerto e gli chiese: “Ho sentito che quando stava andando sul palco, sembrava che non stesse bene. Stava male ?” Casals rispose: “No, stavo piuttosto bene”. L’intervistatrice rispose: “Allora cosa è successo ? Come può essere che le persone dicessero questo di Lei ?” “Non lo so” rispose Pablo Casals. “Quando sei anziano quanto lo sono io, hai soltanto tanta energia così”. Egli guardò la bella intervistatrice negli occhi e disse: “Così ho deciso, perchè dovrei sprecare energia su qualcosa che non amo ? Io risparmio me stesso per il violoncello”. L’intervistatrice non seppe cosa rispondere e ammutolì.

 E TU, SAI SU COSA VUOI FOCALIZZARTI ?

Io non sono ancora arrivato al traguardo, non sono ancora perfetto! Continuo però la corsa per tentare di afferrare il premio, perché anch'io sono stato afferrato da Cristo Gesù. Fratelli miei, io non penso davvero di avere già conquistato il premio. Faccio una cosa sola: dimentico quel che sta alle mie spalle e mi slancio verso quel che mi sta davanti. Continuo la mia corsa verso 
il traguardo per ricevere il premio della vita alla quale Dio ci chiama per mezzo di Gesù Cristo.
Filippesi 3:12-14

martedì 8 ottobre 2013

I Due Amici


Un vecchio mendicante girovagava per le strade della città accompagnato dal fedele compagno, un cane. Il pover'uomo non chiedeva soldi, ma accettava volentieri gli avanzi di cibo che spesso erano gettati nella spazzatura ... un pezzo di pane, una banana, un avanzo di torta. Quando i suoi abiti erano ormai logori, c'era sempre qualche persona generosa che gli portava il cambio. Egli era conosciuto come un uomo buono, che forse aveva perso la ragione, la famiglia, gli amici e perfino l’identità. Non beveva alcolici, era sempre tranquillo, anche quando non riceveva niente da mangiare. A chi gli chiedeva come riuscisse a sopravvivere, egli rispondeva sempre che Dio gli avrebbe dato qualcosa al momento giusto. Quando qualcuno gli donava qualche porzione di cibo, il mendicante ringraziava con riverenza e pregava Dio per la persona che lo aveva aiutato. La cosa straordinaria era che, di tutto il cibo che riceveva, ne dava prima una porzione al suo cane. 
Quando arrivava la notte dormivano dove capitava. Quando pioveva, trovavano riparo sotto un ponte e, lì il mendicante restava a meditare, con lo sguardo perduto all’orizzonte. Quell’uomo era un mistero per molti, che non comprendevano  quella vita vegetativa, senza progresso, senza speranza e senza un futuro. Un giorno, un passante incuriosito, con la scusa di offrirgli qualche banana, si fermò a chiacchierare con lui. Gli chiese l’età del suo cane, ma il vecchio non ne aveva idea. Raccontò che si erano incontrati un certo giorno in cui entrambi camminavano per la stessa strada e che la loro amicizia era iniziata con il dono di un pezzo di pane che il cane affamato accettò con uno scodinzolare festoso di coda; da allora, non si erano più separati. La bestiola gli era di conforto e si aiutavano a vicenda: il cane faceva la guardia quando il vecchio dormiva; nessuno poteva avvicinarsi perché subito cominciava ad abbaiare e quando dormiva lui, era il vecchio a rimanere vigile affinché nessun altro cane si avvicinasse a loro. 
Il passante incuriosito domandò al mendicante se avesse qualche desiderio nella vita. Il vecchio rispose che avrebbe voluto mangiare un hot dog. Subito il generoso passante glielo comprò; il mendicante, tolta la salsiccia, la diede al suo cane tenendo per sé solo il pane col condimento. Davanti allo sguardo esterrefatto del suo interlocutore che gli chiese perché avesse rinunciato alla parte migliore del suo panino, la risposta fu: "Per il migliore amico il pezzo migliore." 

Anche Dio ci ha donato la persona migliore mai esistita: Suo Figlio Gesù, morto sulla croce affinché noi potessimo vivere. 
Vivete nell'amore, prendendo esempio da Cristo, 
il quale ci ha amati fino a dare la sua vita per noi, 
offrendola come un sacrificio gradito a Dio. 
Efesini 5:2
 
(trovato e adattato dal web)