martedì 20 agosto 2013

Il quasi "Pastore" Vincent van Gogh


   


Ma ora così parla il SIGNORE, il tuo CREATORE, (...)
colui che ti ha formato, (...)
Non temere, perché IO ti ho riscattato,
ti ho chiamato per nome; tu sei mio!
Quando dovrai attraversare le acque, IO sarò con te;
quando attraverserai i fiumi, 
essi non ti sommergeranno;
quando camminerai nel fuoco non sarai bruciato
e la fiamma non ti consumerà,
perché IO SONO il SIGNORE, il tuo DIO, (...) 
Perché tu sei prezioso ai MIEI occhi,
sei stimato e IO ti amo, (...)
Non temere, perché IO sono con te!

Isaia 43:1-5

   Fin dalla sua prima visita a Londra, dove si recò per studiare l’opera di alcuni artisti, Vincent Van Gogh frequentò il culto nella chiesa metodista di Isleworth. Le prediche del pastore Jones, ministro di quella parrocchia, lo avevano colpito, come egli stesso disse in alcune lettere. Rientrato in Olanda e persuaso di essere chiamato da Dio a svolgere una funzione nella chiesa, Van Gogh scrisse a Jones chiedendogli di poter lavorare nella comunità di Isleworth. Jones gli procurò un posto di insegnante nella scuola della comunità e lo invitò a frequentare i corsi per diventare predicatore laico.

   Il giovane olandese, poco più che ventenne, ebbe l’impressione di avere finalmente trovato la propria strada. Van Gogh cominciò la propria attività di maestro tra i bambini poveri della periferia londinese e si dedicò nel contempo allo studio, alla preghiera e alla preparazione delle prediche. "Leggendo i racconti biblici ho l’impressione di essere custodito e protetto", scrisse a suo fratello. "Non trascorre giorno senza che io parli con Dio. Sono ancora lontano dalla meta che voglio raggiungere, ma con l’aiuto di Dio sono certo che arriverò al traguardo". Nella sua decisione era sostenuto dalla certezza di essere stato accolto da Dio "con tutti i miei errori e le mie debolezze"

   Vincent cominciò a fare visite alle persone della parrocchia di Isleworth, in particolare ai malati e alle persone in difficoltà, e a predicare. In quel periodo Vincent scrisse spesso al fratello per suggerirgli passi biblici sui cui riflettere e per inviargli delle meditazioni. E non mancò di mandargli schizzi e disegni delle misere cappelle metodiste in cui presiedeva delle riunioni, a Richmond, Petersham e Turnham Green. Nell’autunno 1876 il pastore Jones cercò di far assumere Van Gogh quale incaricato della cura pastorale dei minatori inglesi. Vincent teneva molto a quel lavoro in quanto riteneva di essere chiamato da Dio ad annunciare il vangelo della dignità umana ai più miseri tra i lavoratori. Ma Van Gogh non fu assunto perché ritenuto troppo giovane e inesperto.

   Vincent rientrò in Olanda. Il padre gli propose di iscriversi ai corsi di teologia dell’Università di Leyden, ma Vincent preferì seguire il consiglio del pastore Jones - col quale era rimasto in contatto - che gli suggerì di frequentare un seminario per evangelisti a Bruxelles. Di lì a poco iniziò a lavorare tra i minatori del Borinage, nel sud del Belgio. I minatori erano affezionati al giovane predicatore, ma la missione metodista di Bruxelles non condivideva il suo modo di lavorare: avrebbe voluto un missionario, e non un operatore sociale di impronta evangelica quale Vincent era diventato. La missione decise dunque di non confermare più l’incarico di Vincent tra i minatori. Quello che per i minatori del Borinage fu motivo di amarezza divenne, per la storia dell’arte, un dono inatteso. Da quel momento iniziò la carriera artistica di Vincent Van Gogh.

Dal Libro dell'Ecclesiaste: 

Tutto quello che la tua mano trova da fare, 
fallo con tutte le tue forze
(9:10)

Getta il tuo pane sulle acque, 
perché dopo molto tempo lo ritroverai 
(11:1)