mercoledì 6 agosto 2014

Rallegratevi con quelli che sono allegri; piangete con quelli che piangono. (Romani 12:15)





Nel 1883, la poetessa Ella Wheeler Wilcox stava viaggiando in treno per recarsi a un ballo inaugurale. Ad un certo punto notò una donna che, in fondo al corridoio, piangeva a dirotto. La Wilcox trascorse il resto del viaggio a confortarla e quando, giunse a destinazione, non era più dell’umore giusto per festeggiare. Più tardi, ripensando alla donna incontrata sul treno, scrisse una poesia dal titolo:
 
“Solitudine”

Ridi e il mondo riderà con te.
Piangi, e piangerai da solo.
Poiché il vecchio mondo triste deve prendere
in prestito la sua allegria,
ma ha già abbastanza guai per conto suo.
Canta, e le colline ti risponderanno.
Singhiozza, e il tuo singhiozzo si perderà nell'aria.
L'eco è destinata a un suono gioioso,
ma si rifiuta di dare ascolto ai lamenti.
Rallegrati e gli uomini ti cercheranno.
Rattristati, ed essi ti lasceranno solo.
Vogliono la misura piena di tutto il tuo piacere,
ma non hanno bisogno del tuo dolore.
Sii felice, e avrai molti amici.
Sii triste, e li perderai tutti.
Non c'è nessuno che rifiuti il tuo vino di nettare,
ma dovrai bere da solo il fiele della vita.
Fa festa, e i tuoi saloni si riempiranno.
Digiuna, e il mondo ti passerà accanto senza sfiorarti.
Se avrai successo e sarai generoso, ciò ti aiuterà a vivere.
ma nessuno potrà aiutarti a morire.
C'è spazio nelle sale del piacere
per un lungo treno di signori.
Ma a uno a uno dobbiamo metterci in fila
per passare gli stretti varchi del dolore.

Holly Vicente Robaina così afferma: “Ridiamo … scherziamo … e festeggiamo unitamente, ma perché è così difficile piangere insieme? Quando un amico soffre, i credenti lo consolano dicendo: – ‘Pregherò per te!’ – In alcuni casi, Dio guarisce e restaura, ma qualche volta il miracolo non avviene, e rimane solo una profonda tristezza”. 

C. S. Lewis, riguardo alla morte della moglie e in preda a un profondo dolore, scrisse: “Dov’è Dio? Vai da Lui quando hai un bisogno disperato, e che cosa trovi? Una porta chiusa in faccia e il suono di un doppio giro di chiave che proviene dall’interno!”. Non penso che Lewis avrebbe trovato conforto da un “Dio ti ama … pregherò per te!”

Sebbene sia molto importante incoraggiare, dobbiamo valutare attentamente le parole prima di pronunciarle. Domandiamoci se usiamo l’incoraggiamento del “Pregherò per te” solo per ignorare il dolore altrui perché non sappiamo come affrontarlo. Crediamo sinceramente alle nostre parole o ripetiamo automaticamente frasi fatte? Quando promettiamo a qualcuno d’intercedere per lui, ci informiamo poi dei progressi o delle risposte alle preghiere? Siamo disposti a sacrificare un po’ del nostro prezioso tempo per ascoltare attentamente con il cuore, e non solo con le orecchie, le ragioni per cui una persona versa lacrime per un dolore o solitudine?   

Ti sei mai chiesto perché Gesù abbia pianto alla tomba di Lazzaro? Avrebbe potuto dire ai presenti: “Va tutto bene; Dio vi ama!” e poi, resuscitare Lazzaro. Egli, invece, mostrò il Suo amore piangendo con loro.