giovedì 13 luglio 2017

PER BREVO TEMPO





 

Qualche tempo fa ho avuto un paio di giorni di autocommiserazione e grande solitudine: ero particolarmente stanca, quindi un po’ vulnerabile emotivamente. Vedevo intorno a me famiglie felici pronte a partire per le vacanze, coppie che felicemente fidanzate o sposate, mamme orgogliose dei loro marmocchietti… tutti scenari che io, essendo single, non stavo vivendo e con zero prospettive di viverli a breve tempo. Quindi ecco sopraggiungere l’autocommiserazione e il piagnisteo davanti a Dio. Grazie a Dio, dopo tanti anni di crescita cristiana, Egli mi concede solo due, o tre giorni al massimo, di lamentele, poi mi dice di farla finita. Proprio in quei giorni avevo intrapreso uno studio personale, versetto per versetto, della 1° Lettera di Pietro e ricordo che mi colpì in modo particolare questo versetto: “Perciò voi esultate anche se ora, per breve tempo, è necessario che siate afflitti da svariate prove…” (1 Pietro 1:6) 
Uno studioso delle Scritture ha dato questa definizione al termine biblico di prove:

“Preoccupazioni e difficoltà che minano o distruggono la pace, la calma, la gioia e la felicità nella vita di qualcuno. La forma verbale ebraica significa mettere qualcuno o qualcosa alla prova al fine di scoprire la vera natura di quella persona o la qualità di un determinato oggetto. Dio permette che il credente subisca o attraversi alcune prove al fine di valutare e aumentare la forza e la qualità della sua fede, dimostrandone così il valore.”

Attraverso gli anni e grazie alle Scritture ho imparato tante cose riguardo alle prove che i figli di Dio devono necessariamente affrontare. La bellezza della Bibbia è che più la leggi e più scopri nuovi e preziosi tesori. Io la leggo da 40 anni e non ho ancora scoperto nemmeno un decimo di quanto essa ci possa insegnare. Studiando questo versetto, e affiancandolo ad altri che trattano lo stesso argomento, ho scoperto almeno 5 principi fondamentali (ce ne sarebbero tanti di più) riguardo le prove e che, come dice Pietro, mi hanno portato a esultare, gioire e ringraziare Dio.

Le prove non durano per sempre, e nemmeno il dolore che esse provocano, solo un “breve tempo”. Certo, per chi deve affrontare una malattia cronica che dura da tanti anni o per chi ha perso una persona cara il termine “breve tempo” non ha molto senso. Per chi non è sposato, che sia single o vedovo/a, passare tutto il resto della vita da solo/a non è un breve tempo. Ma se guardiamo la nostra vita con la prospettiva dell’eternità, allora sì che le cose cambiano. Che cosa sono 50, 60, 90 anni a confronto con un’eternità di eterna felicità con il nostro Signore Gesù? Quindi, aggiustiamo la nostra prospettiva e mettiamo a fuoco ciò che conta veramente per Dio.

Le prove, nella vita di chi ama veramente Dio, “sono necessarie”,  hanno uno scopo ben preciso nelle mani di nostro Padre Celeste. Lui ha sotto controllo ogni cosa e ogni persona, niente Gli sfugge e nel Suo piano non ci sono incidenti di percorso. Dio ha un piano per ognuna di noi e, dato che ci conosce bene, sa che abbiamo bisogno di prove per realizzare il suo meraviglioso piano.

Le prove causano “sofferenza e afflizione”. Non facciamo le stoiche, le prove non ci piacciono perché ci fanno soffrire, sia che siano prove fisiche che emotive. In Ebrei è scritto che anche il Figlio di Dio ha implorato con lacrime e pianto per la liberazione della prova e Dio lo ha esaudito dandogli la forza di affrontarla. La prova ci fa soffrire e piangere, ammetterlo non è un segno di debolezza o di mancanza di fede, possiamo dare a Dio tutto il nostro dolore e Lui è in grado di asciugare le nostre lacrime e affrontare il dolore al nostro fianco.

Le prove sono “svariate e personalizzate”, si presentano in svariate forme e non sono le stesse per tutti. Ciò che per te è una prova grossa da affrontare potrebbe non esserlo per me. Dio permette le prove su misura di ognuna di noi. Essere consapevoli di questo ci permette di non criticare o sminuire il dolore o la sofferenza altrui. Il “pensa a chi sta peggio di te” non è assolutamente una formula di conforto e, per esperienza personale, non ti fa necessariamente sentire meglio.

Le prove possono minare la serenità nella vita di un credente, ma non dovrebbero distruggere la “gioia” che deriva dal rapporto personale del credente stesso con il suo Dio, costruito giorno per giorno. Se io, nei momenti in cui non sto affrontando la prova, ogni giorno mi nutro della Parola di Dio, parlo continuamente con Dio, frequento altri credenti che mi permettono di crescere e vivere la comunione fraterna, quando arriverà la prova (e ti garantisco che arriva per tutti i veri credenti) io non perderò la gioia del e nel Signore. Soffrirò, griderò, mi lamenterò, piangerò per breve tempo, ma alla fine sperimenterò una gioia inspiegabile per coloro che non conoscono Dio.

John Newton, autore del meraviglioso inno “STUPENDA GRAZIA”SCRISSE: “Le svariate prove sono le medicine che il nostro Dio, Saggio e Pieno di Grazia ci prescrive.”  Non so quale sia la tua medicina/prova in questo momento, io ne ho sperimentate tante attraverso gli anni: malattie, lutto, interventi chirurgici, solitudine, delusioni da persone amate, ecc… ma ti garantisco che sono state tutte necessarie, monitorate da Dio, su misura per me, indispensabili per farmi diventare la donna che sono oggi.
Salmo 68:19

Sia benedetto il Signore! Giorno per giorno porta per noi il nostro peso, 
il Dio della nostra salvezza.

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