venerdì 20 gennaio 2017

Gentilezza vs Scorbutezza




Non cercare nel dizionario la parola “Scorbutezza”, non la troverai da nessuna parte, l’ho inventata io. Però nel dizionario troverai la definizione di persona scorbutica: “Che ha un temperamento scontroso, intrattabile - Persona bisbetica, intrattabile - Musona.”

Conoscete sicuramente il clan dei Peanuts di Charles Monroe Schulz, ecco un dialogo fra due dei personaggi più famosi: 
Charlie Brown a Lucy: “Vedo che hai di nuovo su la tua faccia scorbutica”
Lucy a Charlie Brown: Non c’è niente di male a essere scorbutici – io sono fiera di essere scorbutica – LE BAMBINE SCORBUTICHE DI OGGI SONO LE DONNE SCORBUTICHE DI DOMANI!!!

Quanto sono vere le parole di Lucy!

Uno degli obiettivi che mi sono proposta anche quest’anno è di essere gentile più del solito, non solo con le persone gentili, affabili, della mia cerchia, ma anche con delle persone sconosciute e che incrocio nelle mie giornate. Non ne ho l’opportunità tutti i giorni, ma quando l’ho fatto mi sono proprio divertita.

Un giorno, mentre passeggiavo per il centro di Perugia, incrociai un uomo di colore che vendeva collanine e bracciali. Come di consueto gli ho detto che non ero interessata e ho proseguito per la mia strada, ringraziando Dio per una benedizione speciale che avevo appena ricevuto da Lui. Quindi lo Spirito Santo si è messo all’opera nel mio cuore più o meno così: “Bene, tu hai ricevuto un dono molto speciale, sei ben coperta con il tuo cappotto, sciarpa, guanti e sei felice e gioiosa; quell’uomo ha solo una maglietta, un freddo cane e nessuno gli da retta. Puoi fare qualcosa in merito?” Ovviamente non volevo comprare una collanina, ma mi sono girata ed effettivamente la compassione di Dio mi ha inondato il cuore, sono entrata in un Bar e ho ordinato un panino e un cappuccino ben caldi; quindi ho rincorso quell’uomo e gli ho offerto la colazione e l’ho salutato con un sorriso e un “Dio ti benedica”. All’inizio mi ha guardata un po’ confuso, ma poi ha sorriso a pieni denti e ha trovato un cantuccio per fare colazione.

Troppo spesso in passato, ho trattato quelle persone con antipatia: “Non ho soldi, non ho tempo, non insistere…” o semplicemente ignorandoli. Certo, non posso comprare colazione a tutti (anche perché alcuni non la vogliono affatto e si arrabbiano se gliela proponi – parlo per esperienza personale) ma sicuramente possiamo trattarli con gentilezza. Fuori dal supermercato, perché non offrire loro una mela, una bottiglietta d’acqua, un sorriso, un buongiorno… 

Un’altra volta, sull’autobus pieno, si sono seduti accanto a me due giovani turchi. Uno dei due mi ha sorriso, io timidamente ho risposto ma ho continuato a stare sulle mie, diffidente e seria. Dopo un po’ ho avuto una discussione con un controllore scorbutico che non credeva alla validità del mio titolo di viaggio. Uno dei due giovani, che parlava meglio italiano, ha preso le mie difese e chiarito la situazione. Mentre all’inizio volevo solo essere lasciata in pace con la mia faccia scorbutica, da quel momento in poi, grazie alla gentilezza e ai sorrisi di quei due giovani stranieri, il viaggio proseguì con risate e serenità, coinvolgendo anche altri due passeggeri in quell’atmosfera allegra.

Un altro esempio: tutte le mattine, da circa due anni, faccio la stessa strada per andare a prendere il bus. Tutte le mattine incrocio un omino, apparentemente sud-americano, ogni giorno alla stessa ora e nello stesso punto. Dopo un po’ di tempo ho iniziato a sorridergli, lui solo un cenno con la testa. Passano i giorni, e al sorriso aggiungo un buongiorno, lui un suono gutturale che poteva essere scambiato con un certo tipo di saluto. Dalla scorsa estate ha iniziato a rispondermi con un timido sorriso, da circa due mesi con un allegro buongiorno… Non è che “gli fo il filo”, scherziamo, gli offro solo un buongiorno sorridente. Stamattina, quando ci siamo incrociati, ho notato che già da lontano stava sorridendo e quindi mi ha salutata con un allegro “Buongiorno” e, addirittura, con un cenno della mano… evviva!!!

è fin troppo facile essere sorridenti e gentili con chi è gentile con noi, perché non sfidarci di offrire gratuitamente un raggio di felicità a persone sconosciute?

Gira spesso questo sul web:

Donare un sorriso  
Rende felice il cuore.
Arricchisce chi lo riceve
Senza impoverire chi lo dona.
Non dura che un istante,
Ma il suo ricordo rimane a lungo.
Nessuno è così ricco
Da poterne fare a meno
Né così povero da non poterlo donare.
Il sorriso crea gioia in famiglia,
Da sostegno nel lavoro
Ed segno tangibile di amicizia.
Un sorriso dona sollievo a chi è stanco,
Rinnova il coraggio nelle prove,
E nella tristezza è medicina.
E poi se incontri chi non te lo offre,
Sii generoso e porgigli il tuo:
Nessuno ha tanto bisogno di un sorriso
Come colui che non sa darlo.

Che ve ne pare? Riconosco che ci sono giornate in cui ci sentiamo tutte delle Lucy, fiere della nostra scorbutezza, perché non sfidare noi stesse a sostituirla con tanta gentilezza? Non potremo cambiare il mondo, ma forse lo renderemo meno ombroso!

Romani 12: 11 Quanto allo zelo, non siate pigri; siate ferventi nello spirito, servite il Signore; 12 siate allegri nella speranza, pazienti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, 14 Benedite quelli che vi perseguitano. Benedite e non maledite. 15 Rallegratevi con quelli che sono allegri; piangete con quelli che piangono.