giovedì 8 giugno 2017

Come stai? ... Veramente!!!






Qualche tempo fa, durante un incontro con gli ascoltatori di Radio Luce, una donna, guardandomi fissa negli occhi, mi ha preso una spalla e mi ha detto: “Io vorrei sapere se qualcuno è veramente interessato a me… a qualcuno importa veramente di me?” Il suo grido accorato mi ha trafitto il cuore. 

Come stai? Quante di noi usano questa domanda salutando qualcuno non rendendosi veramente conto di quanto importante essa sia?

La prima volta che andai in America, una delle prime lezioni che imparai fu proprio la formula del saluto: “Hi, how are you?”. Dato che il mio inglese era poco più che scolastico, mentre stavo ancora pensando alla risposta da dare, la persona che mi aveva salutato era già passata oltre, porgendo lo stesso saluto ad altre tre o quattro persone, senza aspettarsi una risposta. Compresi quindi che, in realtà, nessuno era interessato a come stavo io realmente, ma era solo una formula di educato saluto. Questo purtroppo succede anche in Italia e, triste a dirsi, alle volte anche nelle nostre chiese, fra cristiani.

Ho letto diversi articoli che denunciavano proprio questo tipo di atteggiamento e, dato che mi hanno particolarmente colpito, li voglio condividere con voi (premetto che li ho adattati perché, purtroppo, erano arricchiti di linguaggio scurrile e volgare).

Primo articolo: CHE INTENDIAMO VERAMENTE QUANDO RISPONDIAMO AL CLASSICO “COME STAI?”

“Bene ma non benissimo”= questa è la classica risposta per raccontare ciò che non va nella tua vita all’interlocutore. Ti aspetti che il tuo interlocutore risponda con un “come mai?”
“Bene, dai…”= È evidente che non va bene, ma ti dico che va bene così almeno non mi stressi con altre domande.
“Mmm…potrebbe andare meglio”= va peggio di “Eh dai, non c’è male…” Se in più piove guarda, non ne parliamo proprio…
“Alla grande”= qui spesso l’interlocutore incalza meravigliato con domande tipo: “Ah sì, come mai?” Perché è strano che qualcuno stia “alla grande”.
“Ultimamente abbastanza incasinato, ma va bene così…” = ti faccio capire che le cose non mi vanno bene e mi aspetto che tu mi chieda il perché ultimamente sono abbastanza incasinato, così ti racconto per benino che cosa mi sta capitando…

Secondo articolo: È DAVVERO COSÌ SCONTATO IL RISPONDERE CON “BENE, GRAZIE, E TU?” A CHI TI CHIEDE “COME STAI?”

Ci sono volte in cui chiediamo come vadano le cose alle persone a cui teniamo perché DAVVERO vogliamo saperlo e siamo disposti ad ascoltare e parlarne, a dar loro consigli o anche fargli sentire semplicemente la nostra “vicinanza”. Ci sono invece occasioni in cui queste due semplici parole divengono una semplice frasetta di circostanza buttata lì per iniziare una conversazione, magari con un conoscente incontrato per strada. È vero, a volte la gente te lo chiede per abitudine, per circostanza, per educazione, ma non è minimamente interessato a COME STAI VERAMENTE. Del resto chi ci tiene a te sa riconoscere se stai VERAMENTE bene o se nascondi in qualche modo un dolore, una delusione o una certa tensione dietro al classico sorriso di circostanza e a un “Bene, grazie”. Poi certo, a volte siamo proprio noi a non voler dire davvero “come stiamo”, preferendo nascondere il nostro vero stato d'animo al nostro interlocutore... Un padre, dando un consiglio al figlio, disse: “Non annoiare gli altri con i tuoi problemi: quando ti chiedono come stai, rispondi sempre: «Molto bene, grazie, mai stato meglio.»”

Che cosa ne pensate? Personalmente, credo che questi due articoli riassumano molto bene l’argomento in questione. 

 
Qualche tempo fa ho passato un fine settimana con una preziosa famiglia; la moglie ed io abbiamo parlato tanto, ci siamo aperte e incoraggiate a vicenda, abbiamo riso e ci è scappata anche qualche lacrimuccia quando ci siamo rese conto di essere veramente importanti l’una per l’altra, di essere capite e amate. Il tutto è iniziato proprio con un autentico, sincero e reale “Come stai?” Eravamo veramente interessate allo stato d’animo l’una dell’altra, allo stato di salute e di lavoro. È stato un fine settimana intenso e ricco di benedizioni.

Che cosa ho imparato da tutto questo?

Lezione N.1: la prossima volta che chiederò a qualcuno “Come stai?” lo farò solo se avrò il tempo, l’interesse e la disponibilità necessari per ascoltare con il cuore e non solo con le orecchie un’eventuale risposta negativa. Se lo chiederò a una persona che sta lottando con una malattia cronica, ascolterò con attenzione tutto quello che avrà da dire riguardo alla sua sofferenza prima di darle consigli o parole d’incoraggiamento (alle volte le persone malate hanno solo bisogno di essere ascoltate). Non mi accontenterò più di una risposta scontata e superficiale, ma andrò a fondo per capire se il “bene grazie, e tu?” sia sincero e cercherò di percepire eventuali segnali di richiesta di aiuto. Quando porrò questa domanda a una persona, la guarderò dritta negli occhi cercando di comunicarle in modo chiaro e inequivocabile che sono realmente interessata a lei/lui. Continuerò a rispettare le persone che sceglieranno di rinchiudersi nel loro “bene grazie”, ma m’impegnerò a pregare per loro, affinché trovino una persona di fiducia con cui aprirsi.

Lezione N.2: la prossima volta che qualcuno mi chiederà “come stai” risponderò con sincerità, con un “bene grazie” se questo non è vero. Se sarò giù o felice, se sarò stanca o esuberante… non darò più una risposta scontata e non sincera. Chissà, forse la persona che me lo chiede, quella mattina potrebbe aver chiesto a Dio di mettere sul suo cammino qualcuno da incoraggiare o trasmettere un po’ d’amore, e forse quella persona potrei essere proprio io. Ovviamente non possiamo condividere tutto con tutti, ma possiamo migliorare i nostri rapporti con gli altri con un pizzico di sincerità e interesse in più… dopotutto il “Bene grazie” fasullo è sempre una bugia e una bugia, per piccola che sia, è sempre un peccato (e non è mai una bugia innocente).

E tu che leggi, COME STAI VERAMENTE? Forse noi non ci conosciamo personalmente e forse non vorrai aprirti con tutti o con nessuno, ma sai una cosa? Dio è veramente, ma veramente veramente interessato a te, ti ha creato, ti ama, è morto per te.

Sì, io ti amo di un amore eterno; perciò ti prolungo la mia bontà. Geremia 31:3
Ma ora così parla il SIGNORE, il tuo Creatore, (…) 
colui che ti ha formato, (…)!
Non temere, perché io ti ho riscattato, 
ti ho chiamato per nome; tu sei mio!
Perché io sono il SIGNORE, il tuo Dio, (…) il tuo salvatore; (…) 
perché tu sei prezioso ai miei occhi, sei stimato e io ti amo (…) 
Non temere, perché io sono con te! 
Isaia 43:1-5