martedì 31 ottobre 2017

Ho bisogno di... per essere felice:


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Di che cosa ho realmente bisogno per la mia felicità quotidiana? Salute… cibo… vestiti… lavoro… relax… divertimento… essere amata… essere capita… trovare il senso di ciò che faccio… Qual è la tua risposta in merito?
Di che cosa ho realmente bisogno per la mia felicità a lungo termine? Una famiglia… un marito dolce, comprensivo, amabile e sempre presente… Una casa al mare o in montagna (anche una capanna andrebbe bene) per trascorrere le vacanze con la famiglia… un lavoro con contratto indeterminato, ma non troppo impegnativo per poter stare con il mio amato e dolcissimo marito… pace nel mondo… Come rispondi a questa domanda?

Tempo fa ho letto una bellissima frase:
“Mi sto sforzando di vivere una vita completamente consacrata al mio Padre Celeste a prescindere se la Sua volontà per me includerà o no un marito. In Lui ho trovato la pace. In Lui trovo pienezza ogni giorno. Da Lui ricevo amore perfetto. Non ho bisogno di aspettare una qualsiasi di queste cose da altre persone, Esse mi sono già rivelate e donate in Lui.” L’espressione che mi ha colpito maggiormente è: “Mi sto sforzando…” Non è una cosa automatica e non dipende da quanti anni io conosca Dio o la Sua Parola, è un ragionato impegno quotidiano che implica disciplina e sforzo, sottomissione e fede… non vado avanti seguendo il ritmo delle mie fluttuanti emozioni o l’influenza che possono avere le circostanze e le persone su di me; vado avanti convinta che tutto ciò di cui ho bisogno lo posso trovare in Dio e che la Sua volontà per me è sempre la cosa migliore, anche se non coincide con le mie aspettative, desideri, sogni o piani. 

Lou Priolo, nel suo libro “I presupposti del counseling biblico”, scrive: “(…) i nostri bisogni primari sono amare Dio e il nostro prossimo. Se l’uomo ha due bisogni fondamentali sono questi! Invece, magari inconsapevolmente e in buona fede, diversi consulenti inducono le persone ad amare se stessi, soddisfacendo il proprio bisogno di sicurezza e significato.” (pag.6-7)
Sono pienamente d’accordo con queste parole: il mio reale e fondamentale bisogno è amare Dio e gli altri. Non ho bisogno d’incoraggiamento, istruzioni o suggerimenti per amare me stessa, perché, quando distolgo lo sguardo dal vero scopo per cui esisto, mi amo fin troppo… quando brontolo perché nessuno mi capisce, perché sono sola, perché Dio non mi dà un marito, perché non ho nessuno con cui trascorrere le serate, ecc… lo faccio perché mi considero la persona più importante dell’universo e la mia soddisfazione e felicità come il principale scopo della mia vita (ed eventualmente fare felice me deve diventare lo scopo della vita degli altri).

“La dottrina della Sovranità di Dio ci dona quella fiducia necessaria per affrontare i problemi derivanti dalla corruzione del peccato (…). Oltre al senso di fiducia, la Sovranità di Dio favorisce l’umiltà. Persino il nostro prossimo respiro è nelle mani di Dio! Se ci fosse nell’universo anche una sola molecola anomala che non fosse sotto il controllo divino, allora Dio non sarebbe più Sovrano. L’affermazione della Sovranità di Dio implica che è mediante la Sua volontà (…) che accadono tutte le cose. (…) Dio stesso è all’opera secondo il Suo disegno benevolo (cfr. Filippesi 2:13).” (op. cit. pag. 10)

Dio è più grande dei miei problemi, della mia solitudine, delle persone difficili che mi circondano, dei miei sogni non realizzati, della mia malattia o handicap. Dio è più grande di qualsiasi cosa o persona mai esistita. Dio, non solo ha sotto controllo ogni situazione che mi riguarda, ma Egli orchestra tutte le cose in modo tale che, in tutto ciò che mi succede o mi succederà, io possa diventare conforme “all’immagine di Cristo” (Romani 8:28-29) Lo scopo principale di Dio non è risolvere i miei problemi, ma trasformarmi, riempirmi della Sua presenza, ed eventualmente, utilizzarmi per la Sua Gloria.

Nel momento stesso in cui amerò Dio con tutto il mio cuore, con tutta la mia anima tua, con tutta la mia forza e con tutta la mia mente, troverò il vero significato della mia esistenza, la mia vera felicità e sarò in grado di amare il mio prossimo, non solo come me stessa, ma molto più di me stessa. I miei bisogni primari saranno soddisfatti in Dio, al di là di quello che Egli ha in serbo per me, perché saprò con certezza che qualsiasi cosa Lui abbia stabilito per me, è e sarà sempre la cosa migliore per me (cfr. Luca 10:27).

Facile vivere così? Assolutamente no, ma è il mio sforzo quotidiano, sia quando brilla il sole, sia quando ci sono nubi nere all’orizzonte. Non dobbiamo aspettare qualcuno per essere felici. Dobbiamo aggiustare la nostra prospettiva e godere le benedizioni di Dio, oggi, adesso, anche in mezzo a prove e lacrime. 

2 Corinzi 4:16-18:
“Perciò non ci scoraggiamo; 
ma, anche se il nostro uomo esteriore si va disfacendo, 
il nostro uomo interiore si rinnova di giorno in giorno. 
Perché la nostra momentanea, 
leggera afflizione ci produce un sempre più grande, 
smisurato peso eterno di gloria, 
mentre abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono, 
ma a quelle che non si vedono; 
poiché le cose che si vedono sono per un tempo, 
ma quelle che non si vedono sono eterne.”