venerdì 10 dicembre 2010

Possa anche tu scoprire ciò che Gesù è per me e ciò che fa per me ogni giorno

“Ma quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare quelli che erano sotto la legge, affinché noi ricevessimo l'adozione. E, perché siete figli, Dio ha mandato lo Spirito del Figlio suo nei nostri cuori, che grida: «Abbà, Padre»” Galati 4:4-6.

Possa tu scoprire che Gesù è:

La PACE PERFETTA  in mezzo ad ogni tempesta

Tutto IL NECESSARIO per ogni bisogno

La SOLUZIONE ad ogni problema

La FUGA davanti ad ogni tentazione

La LIBERAZIONE da ogni catena

Il BALSAMO per ogni ferita

Il CONFORTO per ogni dolore

La VITTORIA in ogni battaglia

La SAGGEZZA in ogni decisione

La FORZA per ogni fatica

La SPERANZA per il futuro

Il SORRISO per ogni giorno

Ricorda che il paffutello bambino dei presepi non ha niente a che fare con il Glorioso Salvatore e Redentore Gesù. Gesù è certamente stato concepito dallo Spirito Santo e nato da Maria, ma è cresciuto, ha vissuto una vita straordinaria, è morto per i nostri peccati e poi è risorto.
Lui è il dono più bello che sia mai stato fatto all’umanità. 

giovedì 2 dicembre 2010

Una lettera dolcissima


Qualche giorno fa ho ricevuto una lettera dolcissima da un'amica che non vedo più da tanti anni. Ci'eravamo perse di vista fino a quando non mi ha "beccata" su un social network e abbiamo riallacciato i contatti. Si chiama Rosi e abita in America, ma per parecchi anni è vissuta a Perugia ed è sempre preziosa per noi. Ci siamo presi cura di lei e della sua famiglia per un po', ma non sapevamo come stavano abdando le cose in America... ora sappiamo che Dio si sta prendendo cura fedelmente di questa preziosa sorellina. Vorrei condividere con voi questa lettera perché, mi ha incoraggiato e penso che possa incoraggiare anche voi. Se siamo fedeli a Dio, niente di ciò che facciamo per Lui, sarà mai sprecato. Buona lettura.
 
Ciao Maria Luisa!
Volevo condividere una cosina con te (...) qualche mese fa, nel Salmo 78:41 ho letto che il popolo Ebreo ricominciò "a tentare Dio, e a PROVOCARE il Santo d'Israele" nella King James Version (una versione della Bibbia in Inglese) viene usata la frase  "a LIMITARE il Santo d'Israele". Quando ho letto queste parole,  sono rimasta un attimo sorpresa, poi ho cominciato a pensare e mi è venuta all'improvviso questa riflessione: se ci lamentiamo sempre di quello che ci succede (come il popolo nel deserto), se non ci fidiamo del piano che Dio ha per noi quando non lo capiamo, - dimostrando così mancanza di fede - se non ubbidiamo, se non cresciamo, se non ci separiamo dal mondo, allora NOI stessi limitiamo la mano di Dio che non potrà benedirci, datto che rimaniamo nel peccato.

Dopo aver pensato a tutto questo, mi sono messa a piangere perché è come se Dio mi avesse  voluto far sapere che mi vuole tanto bene ma sono io che, con il mio peccato, gli lego le mani, mentre lui vorrebbe solo mostrarmi le sue benedizioni e i suoi doni. Le benedizioni sono direttamente proporzionali alla nostra ubbidienza.  Anche in Isaia 59:1-2 si legge questo:

"Ecco, la mano del SIGNORE non è troppo corta per salvare, né il suo orecchio troppo duro per udire; ma le vostre iniquità vi hanno separato dal vostro Dio; i vostri peccati gli hanno fatto nascondere la faccia da voi, per non darvi più ascolto".

Mi ricordo che una volta, Fred (il Pastore del Centro Evangelico Battista di Perugia), disse che se non stavamo vedendo frutti nella nostra vita, ci saremmo dovuti chiedere che cosa stavamo facendo, avremmo dovuto guardare le nostre azioni. Anche se ubbidiamo, è vero che Dio non esaudirà sempre le nostre preghiere, nel modo in cui vogliamo noi, ma sicuroamente delle benedizioni arriveranno, perché Dio rimarrà vicino a noi, se noi ci terremo vicini a Lui.

Volevo solo dirti questo; non è incredibile come Dio protegge la Sua Parola in ogni lingua e che trova il modo di comunicarci delle cose importanti in modo così personale?

Grazie Rosi, un abbraccio da tutti i perugini del CEB.

giovedì 25 novembre 2010

O come Orgoglio... O come "Oh mamma, quanto sono sciocco!"

"SIGNORE, il mio cuore non è orgoglioso e i miei occhi non sono altèri; non aspiro a cose troppo grandi e troppo alte per me.
In verità l'anima mia è calma e tranquilla.
Come un bimbo divezzato sul seno di sua madre, così è tranquilla in me l'anima mia.
O Israele, spera nel SIGNORE, ora e per sempre."
(Salmo 131 - Canto dei pellegrinaggi - di Davide)
Un giovane italiano si recò a Chicago per una settimana di vacanza, quindi prese una stanza all’Hotel Sherman. Il suo inglese non era granché, ma in un modo o nell’altro riuscì a barcamenarsi in quelle prime ore in territorio americano. Dopo essersi sistemato in camera, decise di fare una passeggiata. Gira che ti rigira, alla fine si perse. Purtroppo non si ricordava il nome della via dove si trovava l’albergo e nemmeno l’aspetto esterno dell’hotel stesso. Si vergognava del suo poco inglese e nello stesso tempo era sicuro che se la sarebbe cavata da solo, senza l’aiuto di nessuno. Arrivò la sera senza alcun risultato, quindi il giovane decise di prendersi un’altra stanza in un altro albergo. Il giorno dopo riprese le ricerche, ostinandosi ancora a non chiedere aiuto a qualche passante o a qualche poliziotto, sempre perché temeva di fare brutta figura con il suo poco inglese. Cercò inutilmente per cinque giorni consecutivi l’hotel dove aveva lasciato tutti i suoi bagagli, ma inutilmente. Quasi alla fine della sua vacanza, decise finalmente di rivolgersi ad una pattuglia della polizia. I poliziotti, ovviamente, non ebbero difficoltà a trovare il suo albergo. Anzi, gentilmente lo accompagnarono li. Quando il giovane arrivò all’Hotel Sherman dove si era registrato al suo arrivo, scoprì con grande raccappriccio che esso non era lontano dall’Albergo Astor, dove aveva dormito per 4 notti senza i suoi effetti personali. L’orgoglio gli aveva impedito di godersi la tanto bramata vacanza, facendogli perdere tempo, gioia e soldi.

Nessuno dovrebbe essere così orgoglioso da non riconoscere di aver bisogno di aiuto o di maggiori istruzioni in merito a un lavoro o a una decisione importante. Nessuno dovrebbe permettere al proprio orgoglio di impedirgli di chiedere aiuto a Dio e di ammettere di aver sbagliato. Non c’è da vergognarsi di non essere perfetti… tutti noi, se ci riposiamo in Dio, siamo “i Suoi lavori in corso”.

Ricorda: L’orgoglio ha cacciato l’infame Lucifero dal cielo, il debole e disubbidiente Adamo dal paradiso terrestre, l’altezzoso Saul dal suo regno, il presuntuoso Nabucodonosor fuori dalla società per un lungo periodo, il presuntuoso Haman dalla corte di re Assuero e lo condusse alla morte. Non permettere che l’orgoglio faccia di te la sua preda!

martedì 16 novembre 2010

In mezzo alla tempesta non sarai mai solo!


Sappiamo come vanno le cose. Tutto sembra andare bene, nessun problema all'orizzonte, nessun conflitto, niente di cui lamentarsi... vi è mai successo? Penso proprio di si. Ci sono dei periodi di calma piatta, in cui non sembra vero che ci sia quiete intorno a noi... finchè dal nulla, arriva la tempesta. Magari è una crisi finanziaria, una malattia o qualcos'altro che irrompe prepotentemente nella tua quiete.
Che cosa fai quando la tempesta ti travolge violentemente e la tua barca comincia ad affondare?

Mentre l'apostolo Paolo viaggiava verso Roma, una potente tempesta si scatenò investendo la barca su cui si trovava con altri passeggeri. Paolo non si sgomentò e non si fece prendere dal panico, rimase calmo e riuscì perfino a incoraggiare i compagni di viaggio. Disse loro: "Ora però vi esorto a stare di buon animo, perché non vi sarà perdita della vita per nessuno di voi ma solo della nave. Poiché un angelo del DIO al quale appartengo, e che io servo, mi è apparso questa notte" (Atti 27:22-23)
Come faceva Paolo ad avere una tale certezza?

Paolo era cosciente della presenza di Dio nella sua vita. Egli sapeva che Dio era con lui sulla barca, in mezzo al pericolo e che era anche in controllo della tempesta.

Dio è presente nella tua vita? È il tuo Signore e Padrone? Lo stai servendo giorno dopo giorno nel tuo lavoro, in famiglia e in ogni cosa che fai? Allora sii pur certo che sarà sempre con te dovunque sarai e in qualunque circostanza ti troverai. Sappi che provvederà a tutto ciò di cui hai bisogno, nel momento in cui ne avrai bisogno.

Dio è con te adesso, non importa quale sia il tipo di tempesta che stai affrontando. Forse non udrai una voce dal cielo, non ti apparirà un angelo in sogno, ma certamente potrai udire la Sua voce dolce e delicata che, dal profondo del tuo cuore dice: "Ma ora così parla il SIGNORE, il tuo CREATORE, colui che ti ha formato! Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome; tu sei mio! Quando dovrai attraversare le acque, io sarò con te; quando attraverserai i fiumi, essi non ti sommergeranno; quando camminerai nel fuoco non sarai bruciato e la fiamma non ti consumerà, perché IO SONO il SIGNORE, il tuo DIO, il SANTO, il tuo SALVATORE; Perché tu sei prezioso ai miei occhi, sei stimato e io ti amo!"

Questo era il Dio di Paolo... è il mio Dio... è anche il tuo Dio?
Se lo è, anche tu potrai rassicurare gli altri sul fatto che è realmente in controllo di tutto. Potrai stare calmo e tranquillo in mezzo al pericolo e all'incertezza, perchè sarai certo della presenza di Dio in te, con te, intorno a te. Se anche il tuo datore di lavoro dovesse comunicarti: "Mi spiace, ma devo proprio licenziarti", o se il medico ti dicesse: "I risultati degli esami non sono buoni...", sapresti che Dio è comunque in controllo della tua vita.

Ricorda che non sei e non sarai mai solo! Il Signore ti è vicino ed è interessato alle tue circostanze.
Gesù lo ha promesso: "Sarò con voi fino alla fine dell'età presente" (Matteo 28:20)

lunedì 8 novembre 2010

Palloni gonfiati o grazia sufficiente?


 "E perché io non avessi a insuperbire per l'eccellenza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, (...) affinché io non insuperbisca. Tre volte ho pregato il Signore perché l'allontanasse da me; ed egli mi ha detto: «La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza». Perciò molto volentieri mi vanterò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su di me. Per questo mi compiaccio in debolezze, in ingiurie, in necessità, in persecuzioni, in angustie per amor di Cristo; perché, quando sono debole, allora sono forte." 2 Corinzi 12:7-10

Oggi l'autosufficienza è un valore premiato e riconosciuto, anzi, auspicato a tutti. Un sacco di persone non ammetterebbero mai la propria debolezza o la necessità di aiuto da altre persone. "Posso farcela da solo" sostengono, anche quando, forse, si trovano con la lingua a terra. Siamo onesti con noi stessi: spesso dietro questa corazza di forza e coraggio si nasconde invece una sola cosa: orgoglio.

Qualcuno ha detto che le avversità producono dei buchi nel nostro orgoglio. In questo capitolo 12 della sua lettera ai Corinzi (ed anche altrove) Paolo affermava di avere molte ragioni per essere arrogante, fiero di sé e totalmente auto sufficiente: una buona famiglia, un'ottima preparazione accademica, una religiosità ineccepibile, una posizione sociale di grande autorità, potere sulla vita e sulla morte di altri, e così via. (Filippesi 3:5-6). Anche dopo il suo incontro personale con Cristo risorto e la sua conversione, Paolo ebbe molte opportunità di accrescere il suo orgoglio personale e far valere sugli altri la sua posizione privilegiata scelta da Dio. Dio infatti lo aveva chiamato in un modo unico e specifico al ruolo di apostolo dei pagani per portare il Vangelo fino alle estremità del mondo allora conosciuto.

Ma sapete una cosa? Dio conosce meglio di noi la nostra natura, ecco perché il Signore, oltre ai privilegi dell'apostolato, gli diede anche una "spina nella carne", un problema a noi sconosciuto ma che era così serio e debilitante da richiedere una costante assistenza spirituale e preghiera affinché Paolo lo potesse sopportare. Questo era l'ago necessario che sgonfiava costantemente il suo orgoglio umano e che metteva in esso tanti buchi quanti necessari per impedirgli di gonfiarsi come un pallone.

Dio usa le avversità più o meno allo stesso modo nelle nostre vite. Alle volte ci troviamo in situazioni che sono al di là delle nostre capacità di sopportazione... almeno in apparenza. Ma quando pensiamo di non farcela proprio più Dio ci offre la Sua sufficienza, la Sua bontà, la Sua guida e la sua forza. dimora in loro.

L'autosufficienza non è una virtù ma una trappola. Ecco perché il messaggio di Dio è l'opposto di quello che la società ci proclama con tanta forza. Coloro che desiderano superare le avversità devono sacrificare la propria attitudine del "posso farcela da solo" e imparare a dipendere totalmente da Lui. Quando siamo deboli, Dio in persona ci rende forti.

Personalmente posso di cuore ringraziare Dio per i costanti aghi che mette nella mia vita, non piacevoli, non voluti o scelti ma necessari per impedirmi di diventare un pallone gonfiato, convinta di essere autosufficiente, di non aver bisogno degli altri o di Dio!

lunedì 1 novembre 2010

Ti stai riscaldando al fuoco del nemico?



Pietro lo seguiva da lontano, finché giunsero al cortile del sommo sacerdote; ed entrò, mettendosi a sedere con le guardie, per vedere come la vicenda sarebbe finita. Matteo 26:58

Una serie di scelte sbagliate hanno portato Pietro a rinnegare Cristo. La prima di queste fu l’avere troppa fiducia in se stesso, la seconda fu di seguire Cristo da lontano. Infine la terza sbagliata fu frequentare le persone sbagliate.

In Luca 22:55 troviamo Pietro mentre si riscalda vicino al fuoco del cortile del sommo sacerdote Caiafa, colui che stava processando con l’intento di condannare Gesù; potremmo chiamare questo "il fuoco del nemico". A questo punto Pietro era stanco, frustrato, scoraggiato, confuso e debole, per descrivere la sua situazione con una parola si potrebbe dire che era vulnerabile, quindi l\'ultimo posto dove Pietro sarebbe dovuto stare era proprio vicino al fuoco del nemico, circondato da gente che non credente, rabbiosa e pronta a uccidere il suo amato Maestro.

Il Vangelo di Matteo ci racconta che Pietro si sedette con i servi per seguire la fine degli eventi. Era già rassegnato al destino di Gesù? Si sentiva impotente davanti a quella situazione? L’unica cosa da fare era realmente rimanere lì seduto e aspettare rassegnato e spaventato? Di sicuro Pietro si trovava nel posto sbagliato, con le persone sbagliate, nel momento sbagliato, con i sentimenti sbagliati e sul punto di fare la cosa sbagliata.

Che succede oggi riguardo a noi? Pensiamo di essere così forti e tenaci da riuscire a influenzare gli altri? Oppure ci sentiamo deboli e spaventati, vulnerabili di fronte al “fuoco del nemico”? Con chi passiamo il nostro tempo quando abbiamo bisogno di sicurezza, d’incoraggiamento e direzione? Dove si trova il nostro amato Maestro? Lo riteniamo Vincitore e capace di sopraffare i nemici con il Suo amore?
Il Salmo 1 ci ricorda: "Beato l'uomo che non cammina secondo il consiglio degli empi, che non si ferma nella via dei peccatori; né si siede in compagnia degli schernitori, ma il cui diletto è nella Legge del Signore e su quella Legge medita giorno e notte. " Nota bene la progressione delle parole nel Salmo: prima c\'è il camminare, poi c\'è il fermarsi e infine c'è il sedersi.

Quando cadiamo nel peccato o in uno stato di grande prostrazione, non lo facciamo all’improvviso, dalla notte al giorno. È il risultato di una serie di passi e di scelte sbagliate che alla fine ci porteranno a stare con le persone sbagliate, nei posti sbagliati e nei momenti sbagliati che, di conseguenza ci porteranno a fare le cose sbagliate, presto o tardi che sia.

Che è successo poi a Pietro? Lo sappiamo tutti: ha rinnegato per ben tre volte, con imprecazioni e maledizioni, di conoscere Gesù. Come ha reagito Gesù? “E il Signore, voltatosi, guardò Pietro, e Pietro (…) andato fuori, pianse amaramente? (Luca 22:61.62) Ricordati: non importa quante volte tu abbia rinnegato il Signore, presso di Lui c’è sempre posto per il ravvedimento e il perdono!

lunedì 25 ottobre 2010

Quello che Dio sa di te



Tu conti i passi della mia vita errante; raccogli le mie lacrime nell'otre tuo; non le registri forse nel tuo libro? — Salmo 56:8


Oggi gli scienziati ci dicono che non dimentichiamo nulla. Stimano che il nostro cervello, durante l'arco dell’intera vita, sia capace di archiviare un milione di miliardi di pezzi di informazioni. Incredibile vero? Se penso a me, comunque, ho qualche problema a crederci, visto che sono un tipo che dimentica un sacco di cose, soprattutto le chiavi. Spesso mi dicono “Se non avessi la testa attaccata al collo, dimenticheresti da qualche parte pure quella.” Eppure alle volte basta un profumo particolare o una scena da un film per riportarmi alla mente situazioni o persone che pensavo di aver dimenticato… cose vecchie di anni che sono rimaste impresse da qualche parte nella mia memoria e che pensavo di aver rimosso.

Dio ricorda tutto - sempre. Non ci sono lapsus nella Sua memoria. Non si dimentica mai di nessuno, Dio è Onnisciente, il che significa che conosce ogni cosa. La conoscenza di Dio è eterna, proprio come Lui. Quello che Dio sa oggi lo ha sempre saputo e lo saprà per sempre. Dio non impara cose nuove, Egli le conosce sin dal principio, e non dimentica le cose o le persone come facciamo noi. Noi impariamo cose nuove, ma Dio sa già tutto dall’eternità.

La Bibbia ci dice che Egli è a conoscenza sa di ogni uccellino che cade al suolo e che persino i nostri capelli sono contati uno per uno (Matteo 10:30). Beh, non ci vuole molto per contare i miei capelli, :-) dopottutto… forse per le vostre teste il conteggio sarà più impegnativo ;-)

La cosa incredibile è che il Dio Maestoso, Onnipotente Creatore dell’universo è interessato a noi, te e me, in una maniera precisa e dettagliata! Che cosa ci fa stare male? Che cosa ti preoccupa? Che cosa ti procura angoscia e mal di testa? Che cosa fa scendere lacrime dai tuoi occhi? Tutte queste cose sono note a Dio e sono importanti per Dio. Quindi, qualsiasi cosa tu stia affrontando adesso, Lui sa tutto. È cosciente degli errori commessi nel modo moderno, dei problemi della politica o dell’economia, niente Lo prende alla sprovvista. Dio conosce la fine di ogni cosa fin dall'inizio. Questo Onnisciente Dio ti ama, mi ama a tal punto che vuole avere con noi un’intima amicizia, vuole dialogare con noi in maniera semplice e profonda, ci ama a tal punto da sacrificare la propria vita per noi.

Ti pare poco? A me certamente no!Ed è per questo che posso affrontare ogni giorno, con tutto quello che porterà in gioia o lacrime, con la pace e la certezza che Dio sa tutto di questo giorno dall'eternità!

venerdì 15 ottobre 2010

Qualcosa che Dio odia veramente!



"Sei cose odia il SIGNORE, anzi sette gli sono in abominio: gli occhi alteri, la lingua bugiarda, le mani che spargono sangue innocente, il cuore che medita disegni iniqui, i piedi che corrono frettolosi al male, il falso testimone che proferisce menzogne, e chi semina discordie tra fratelli."
Proverbi 6:16–19

Dio odia la bugia
di qualsiasi colore essa sia:
che sia bianca, grigia o nera...
essa non sarà mai sincera.

Dio ama la verità,
Dio è la verità,
Dio ha incarnato la verità:
Gesù ha detto: Io Sono la Verità. (Giovanni 14:6)
quaesta è la realtà!

E' impossibile per Dio mentire (Ebrei 6:18)
e l'ipocrisia non la può proprio digerire!
Per non parlare poi del pettegolezzo...
Per Lui è tanfo, fetore, puzza, tremendo lezzo

Attenzione dunque prima di parlare,
ricordati che Dio ti sta ad ascoltare!

In uno studio condotto di recente è stato chiesto ad un campione di persone quali fossero le ragioni valide per mentire. Il 98% delle persone ha risposto che mente per evitare di offendere gli altri. Fino ad un certo punto, si può capire questa posizione perchè dire la verità non è sempre facile, soprattutto quando ti viene chiesto "ti piace il mio nuovo vestito"... "Come sto?"... "com'è il pranzo, buono?" e "come mi stanno i capelli rossi?" ecc...Comunque sia, mentire è peccato. Le bugie non hanno colore davanti a Dio ed anche le cosidette "bugie a fin di bene" sono da Lui detestate!

Ci sono altri sottili stratasgemmi che usiamo e che dovremmo chiamare "bigie": esagerazioni nel raccontare una storia; oppure "scusa, me ne sono dimenticato" quando in realtà avremmo voluto dire NO ad un determinato impegno ma non ne abbiamo avuto il coraggio; spesso il pettegolezzo è mentire con lo scopo di denigrare la reputazione degli altri e voler sembrare noi migliori; che dire poi del "che bello vederti" quando in realtà dentro di noi diciamo "che pizza, mo' mi tocca parlarci pure con sta' persona".

Proverbi 20:19 dice "Chi va sparlando palesa i segreti;perciò non t'immischiare con chi apre troppo le labbra.". Ci piace parlare degli altri ( o meglio sparlare) e sfortunatamente, spesso ci piace anche ascoltare chi sparla degli altri, fa parte della nostra maliziosa natura.

Come ti senti quando ti giungono all'orecchio menzogne sul tuo conto o pettegolezzi sulle persone che ami? Quanta delusione hai provato la prima volta che hai scoperto che qualcuno che ami ti ha spudoratamente mentito? Quindi sai bene quanto tutto ciò sia distruttivo.

Ricordati, Dio odia la bugia, quindi, iniziamo a odiarla anche noi e a evitarla a più non posso!

domenica 3 ottobre 2010

Non la mia, ma la tua volontà sia fatta!


Questo antico inno è una bellissima preghiera. Certo, non è facile pregare in questo modo, ma credo che essa sia l’espressione più alta di amore e fiducia verso il nostro Dio e Padre Celeste. Gesù, nel giardino di Getsemani, ha pregato qualcosa di simile quando era rattristato da una tristezza mortale. La Sua preghiera e i suoi sentimenti erano così intensi che grosse gocce di sangue gli rigavano il volto. Quei momenti furono per Lui così cruciali che il Padre Celeste inviò un angelo per sostenerlo e confortarlo. Alla fine Gesù poté dire: "Non la mia ma la tua volontà sia fatta!"

Che il Signore ci aiuti a rendere nostri i pensieri di questo inno, con gioia e pace profonde, con sicurezza e tranquillità sapendo che Dio vorrà sempre il meglio per noi!


Il tuo sentiero, non il mio, Signore, perché così è scuro!
Guidami con la tua mano, scegli tu il sentiero per me.
Che sia liscio o che sia difficile, sarà ugualmente il migliore;
Pieno di curve, o diritto, mi porterà alla tua presenza.


Non oso scegliere quello che mi spetta, anche se potessi farlo;
Scegli tu per me, mio Dio, per farmi camminare diritto.
Il regno che cerco è il tuo,
Che il sentiero che percorro sia il tuo, altrimenti mi smarrirò.


Prendi la mia coppa e riempila di gioia o di dolore,
Come ti sembra meglio; scegli tu per me il bene e le mie difficoltà.
Scegli per me i miei amici, la mia malattia o la mia salute;
scegli per me i miei problemi, la mia povertà o la mia ricchezza.

Non sia mia, non sia mia la scelta, in qualsiasi cosa, grande o piccola;
Sii tu la mia guida, la mia forza, la mia saggezza, il mio tutto.

Horatius Bonar (1808-89)

sabato 25 settembre 2010

Io sono con voi tutti i giorni, sempre, fino alla fine


"Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente" Matteo 28:20

  • Io ti sono vicino – Non dubitare della mia presenza nemmeno per un minuto. 
  • Io sono il Dio fedele e vero - Abbi fiducia nella Parola che ti ho dato, la manterrò sempre, questo è il mio tributo! 
  • Io ti sono vicino – mi prenderò cura di te. Sarò con te dovunque andrai, perché ti amo, ti ho sempre amato e con me l’incognito non temerai.

  • Io ti sono vicino - non ci sarà mai luogo, momento, secondo della tua vita in cui io non sarò accanto a te. 
  • Io sono lo stesso ieri, oggi e per l’eternità – desidero la tua amicizia, mi piace ascoltarti ed è mio diletto parlare con te. 
  • Io ti sono vicino - perché è il posto dove voglio essere, l’ho conquistato, l’ho comprato e l’ho vinto per te.

  • Io ti sono vicino – adesso, domani, per l’eternità. 
  • Io sono il Dio d’amore - sono la Via, la Vita, la Verità. 
  • Io ti sarò accanto - nella gioia e nel dolore, nella routine quotidiana e nelle avversità.

  • Io ti sono vicino - attraverserò con te i momenti più tenebrosi della tua vita, asciugherò le tue lacrime. 
  • Io sono il tuo Buon Pastore - Ti accompagnerò nelle vallate più profonde e sulle più alte cime. 
  • Io sono Colui che ti comprende veramente - Non temere, non avere paura, non ti lascerò mai solo, fidati di me.

  • Io ti sono vicino - quando vivrai momenti veramente duri e difficili, ti capirò perché li ho vissuti anch’io, tutte le tue gioie saranno le mie, tutti i tuoi dolori li porterò per te. 
  • Io ti sono vicino – nella tua gioventù, nella tua vecchiaia, nei tuoi momenti indaffarati ed anche quando ti riposerai. 
  • Io sarò con te - nei tuoi viaggi e nei tuoi rientri a casa, quando ti sveglierai e quando ti coricherai.

    E tu? Stretto a me ti manterrai?

venerdì 17 settembre 2010

Certezza


Ecco 4 cose di cui possiamo essere assolutamente sicuri riguardo alle promesse di Dio:

N. 1: Dio non dimenticherà mai le promesse che Egli Stesso ha fatto;
N. 2: Dio non prometterà mai qualcosa che non è in grado di compiere… e Lui è Onnipotente;

N. 3: Dio non prometterà mai qualcosa che non ha anche intenzione di compiere;
N. 4: Dio non volterà mai le spalle alla Sua responsabilità nell’adempiere le promesse che ha fatto.

Dio è fedele – affidabile – offre assolute certezze e non verrà mai meno alla Parola data:

1° Corinzi 1:9: Fedele è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione del Figlio suo Gesù Cristo, Signore nostro!

1° Tessalonicesi 5:24: Fedele è colui che vi chiama, ed Egli farà anche questo.

2° Tessalonicesi 3:3: Ma il Signore è fedele ed Egli vi renderà saldi e vi guarderà dal maligno.

2° Timoteo 2: 11-13: Certa è quest'affermazione: se siamo morti con Lui, con Lui anche vivremo; se abbiamo costanza, con Lui anche regneremo; se Lo rinnegheremo anch'Egli ci rinnegherà; se siamo infedeli, Egli rimane fedele, perché non può rinnegare Se Stesso.

Ebrei 10:23: Manteniamo ferma la confessione della nostra speranza, senza vacillare; perché fedele è Colui che ha fatto le promesse.

1° Giovanni 1:9: Se confessiamo i nostri peccati, Egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità.

Ci sono giorni in cui ci sembra che la nostra fede vaccilli... altri in cui ci chiediamo: perché Dio non risponde? Alle volte ci sentiamo soli e sembra che la Bibbia non ci stia parlando come vorremmo... niente panico... è normale perché siamo umani... in quei giorni e sempre possiamo ricordare a noi stessi che DIO E' e RIMARRA' SEMPRE FEDELE perché non può rinnegare Se Stesso. Crediamoci fermamente, andiamo avanti senza mai mollare la presa fissando lo sguardo su Dio!!!

venerdì 10 settembre 2010

LUI è SEMPRE PRESENTE



“Getta sul SIGNORE il tuo affanno, ed egli ti sosterrà; egli non permetterà mai che il giusto vacilli.” Salmo 55:22

Queste parole sono per me un toccasana, un ristoro per il mio cuore e un incoraggiamento davanti alle sfide più ardue. Non è meraviglioso e stupendo sapere che possiamo gettare sul nostro Creatore e Padre Celeste ogni peso, e Dio dice proprio OGNI PESO? Quando Dio in persona ci sostiene significa che ci dona le Sue forze, garantisce la Sua presenza, si prende cura di noi personalmente, è disposto ad ascoltarci sempre e ci circonda con il Suo perfetto amore. Vi sembra poco?

Sono veramente grata perché Gesù è sempre presente, è sempre con me, soddisfa i miei bisogni, sazia i miei desideri più profondi. mi fortifica nelle mie debolezze, è presente in mezzo alle mie difficoltà, vede e asciuga le mie lacrime, porta per me giorno dopo giorno i miei pesi.

Sono veramente riconoscente a Gesù perché, quando Egli è venuto, non ha cercato coloro che già si sentivano a posto con Dio, ma coloro che erano sperduti e peccatori; Lui non ha deciso di utilizzare, per fondare il Suo Regno, persone perfettamente capaci di farlo con le proprie forze o intellligenza, ma ha scelto persone deboli, imperfette e apparentemente non talentuose; non ha cercato i sapienti e intelligenti di questo mondo, ma coloro che riconoscevano in Lui la vera Sapienza.

Io ringrazio Dio con tutto il mio cuore per la Sua Parola, che mi dice ancora oggi: (1°Corinzi 1:20-31)

“Dov'è il sapiente? Dov'è lo scriba? Dov'è il contestatore di questo secolo? Non ha forse Dio reso pazza la sapienza di questo mondo? Poiché il mondo non ha conosciuto Dio mediante la propria sapienza, è piaciuto a Dio, nella sua sapienza, di salvare i credenti con la pazzia della predicazione. I Giudei infatti chiedono miracoli e i Greci cercano sapienza, ma noi predichiamo Cristo crocifisso, che per i Giudei è scandalo, e per gli stranieri pazzia; ma per quelli che sono chiamati, tanto Giudei quanto Greci, predichiamo Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio; poiché la pazzia di Dio è più saggia degli uomini e la debolezza di Dio è più forte degli uomini. Infatti, fratelli, guardate la vostra vocazione; non ci sono tra di voi molti sapienti secondo la carne, né molti potenti, né molti nobili; ma Dio ha scelto le cose pazze del mondo per svergognare i sapienti; Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti; Dio ha scelto le cose ignobili del mondo e le cose disprezzate, anzi le cose che non sono, per ridurre al niente le cose che sono, perché nessuno si vanti di fronte a Dio. Ed è grazie a lui che voi siete in Cristo Gesù, che da Dio è stato fatto per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione; affinché, com'è scritto: «Chi si vanta, si vanti nel Signore».


Sono grata a Gesù perché è il mio Avvocato Difensore, l’Unico mio Mediatore, l’Ancora della mia salvezza; Gesù è sempre pronto quando ho bisogno di Lui e sempre paziente con me, chiamandomi e richiamandomi ogni volta che mi distraggo o che mi dimentico di Lui. Lui ha promesso che non mi caccerà mai dalla Sua Presenza.
Gesù è sempre con me quando le cose vanno male; è presente quando la speranza è scomparsa; mi incoraggia quando prego e mi parla quando leggo la Sua Parola; quando mi sento sola so con certezza che Lui non è lontano. Gesù mi accompagna nelle alte vallate della vita e della gioia ma anche nelle profondità degli abissi della disperazione e della tristezza; Colui che ha creato i cieli, ed ogni cosa visibile e invisibile, vive proprio dentro di me: quindi, come potrei non esserGli riconoscente?

mercoledì 1 settembre 2010

CHE COSA SUCCEDEREBBE SE…



Puoi immaginare che cosa succederebbe se noi trattassimo la Bibbia, la Parola di Dio, nello stesso modo con cui trattiamo il cellulare?

Se portassimo la Bibbia nella nostra 24 ore, nella borsetta, appesa alla cintura, o nel taschino della nostra giacca?

Se le dessimo un colpo d’occhio più e più volte nell’arco della nostra giornata, proprio come facciamo con il cellulare?

Se, dimenticandola a casa o in ufficio, tornassimo sui nostri passi per cercarla?

Se l’utilizzassimo per mandare dei messaggi di affetto e incoraggiamento ai nostri amici?

Se la trattassimo come se non potessimo vivere senza di lei, proprio come, alcuni di noi, non possono vivere senza il cellulare?

Se la regalassimo ai nostri figli, agli amici o parenti come il bene più prezioso?

Se la portassimo con noi in viaggio, in vacanza o in uffici burocratici nel caso in cui avessimo bisogno di aiuto o nel caso in cui fossimo costretti a lunghe attese?

Se la aprissimo immediatamente in caso di pericolo, angoscia, paura o solitudine?

Contrariamente al cellulare, la Bibbia ha sempre “campo”. Possiamo connetterci ed essere in contatto con Dio in qualsiasi luogo (persino in alta montagna, o in mare aperto). Dio non è mai troppo impegnato o troppo stanco per risponderci. Non dobbiamo preoccuparci della mancanza di credito, perché Gesù ha già pagato per sempre la ricarica e i crediti sono illimitati. Ancora meglio: la comunicazione non viene mai interrotta, la batteria è caricata per tutta una vita, non sentiremo mai la voce di una segreteria telefonica a cui lasciare un messaggio e mai e poi mai ci sarà un messaggio pre-registrato che dirà: "L'Operatore è momentaneamente occupato in un'altra conversazione e risponderà appena possigile. Non riagganciare onde non perdere la priorità acquisita"!

Ed ecco dei numeri da aggiungere alla tua rubrica, magari proprio quella telefonica del cellulare, “da comporre” in caso di bisogno:

Se sei triste - componi *Giovanni 14*
Se la gente mormora contro di te - componi *Salmo 27*
Se ti senti stanco/a o esausto/a - componi *Isaia 40 *
Se sei ansiosa/o - componi *Matteo 6:19-24*
Se sei in pericolo - componi *Salmo 63*
Se la tua fede è debole - componi *Ebrei 11*
Se ti senti solo/a e hai paura - componi *Salmo 22*
Se non sai come amare - componi *1 Corinzi 13*
Se vuoi conoscere il segreto della felicità - componi *Colossesi 3:12-17*
Se ti senti triste e solo afflitto/a - componi *Romani 8:28-39*
Se desideri la pace e il riposo - componi *Matteo 11:25-30*

Ci sono momenti in cui è meglio avere un numero biblico da comporre per trovare l’aiuto di Dio piuttosto che avere un numero di telefono da comporre per trovare l’aiuto di un essere uomano, debole e bisognoso quanto te!

Se hai altri numeri di soccorso biblico da suggerirci ben venga e magari passali insieme a questi ad altri; potrebbero salvare una vita!

lunedì 23 agosto 2010

Dio Geloso


Dio, parlando delle statue di legno, marmo o altri materiali adorate dalle persone, le descrive così: "Hanno orecchi e non odono, hanno naso e non odorano, hanno mani e non toccano, hanno piedi e non camminano, la loro gola non emette alcun suono." Salmo 115:6–7


Tendiamo naturalmente ad associare la gelosia con meschinità ed egoismo, la consideriamo un vizio e non una virtù. Ma quando si rivelò al Suo popolo, si definì un Dio geloso; ovviamente questo tipo di gelosia non è quello cui ci riferiamo abitualmente. Attraverso le Scritture notiamo che Dio non è solo un Dio Geloso, ma anche un Dio zelante nel suo amore per noi ed Egli vuole che tu ed io siamo allo stesso modo zelanti nel nostro amore per Lui. Dio ci ama e vuole una relazione esclusiva, intima, personale con noi. Giustamente, non si accontenta delle briciole del nostro tempo o del nostro affetto.

Dio disse al Suo Popolo: "Non ti prostrare davanti a loro (le statue e gli idoli) e non li servire, perché io, il Signore, il tuo Dio, sono un Dio geloso…"(Esodo 20:5)

Quando gli Israeliti si fecero e adorarono il vitello d'oro mentre Mosè era sul monte Sinai, si difesero dicendo che era solo "una celebrazione per il Signore" (Esodo 32:5). Oggi giorno non si costruiscono vitelli d’oro ma immagini di uomini e donne, reali o fittizie che siano, e, forse, ci si giustifica allo stesso modo: “è solo una celebrazione in onore del Signore”… Chiamala come vuoi, ma la realtà è che ieri come oggi è solo idolatria bella e buona. Una persona che conosce Dio veramente, che ha sperimentato la nuova nascita e che vive in comunione con Lui grazie al sacrificio di Cristo Gesù, non dovrebbe aver bisogno di un'immagine per pregare o adorare Dio. Quando una persona sente di aver bisogno d’immagini per adorare, per concentrarsi su Dio o per “venerare” una persona c’è qualcosa di profondamente sbagliato e non biblico. E questo è un problema serio, da non sottovalutare.

Gesù disse a una donna che stava cercando risposte ai suoi bisogni spirituali: «L'ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori. Dio è Spirito; e quelli che lo adorano, bisogna che lo adorino in spirito e verità». La donna gli disse: «Io so che il Messia (che è chiamato Cristo) deve venire; quando sarà venuto, ci annuncerà ogni cosa». Gesù le disse: «Sono IO, IO che ti parlo!»

Nota bene:

Spirito = non lo possiamo definire o delineare con immagini scaturite dalla nostra fantasia, Dio è invisibile e l’uomo non avrebbe mai potuto conoscere l’Iddio invisibile se Dio non si fosse rivelato per mezzo della Scrittura e di Cristo Gesù;

spirito = la nostra adorazione a Dio non deve limitarsi a “luoghi di culto o a momenti particolarmente emotivi, ma deve partire dal nostro interiore, da un cuore rinnovato, timoroso e consacrato a Lui;

verità = corrispondente e in armonia con tutte le Scritture e incentrata sulla “Parola fatta carne – Cristo Gesù (Giovanni 1: 1-2; 14:6) che ci rivela il Padre.
Sei zelante per Dio? Lo stai adorando come Lui richiede? Parliamone se vuoi.

Alla prossima

lunedì 16 agosto 2010

La Parola del Dio


Ci sono persone che leggono la Bibbia per discutere e dibattere argomentazioni. Trattano la Parola di Dio come se fosse qualcosa da revisionare e rivalutare continuamente per farla restare al passo con i tempi. Queste persone, orgogliosamente, ti chiedono: “Che cosa pensi di questo Libro?” senza essere realmente interessate al tuo punto di vista; il loro scopo è presentarti le loro obiezioni a qualunque cosa tu dica. Altri, invece, in umiltà e sottomissione, leggono la Parola di Dio e si domandano: “Che cosa questo Libro pensa di me?”

“Non dobbiamo accontentarci dello Spirito a discapito o della Parola o della Parola senza lo Spirito. La nostra vita deve viaggiare lungo queste due linee parallele, proprio come il treno viaggia lungo rotaie parallele. La Parola di Dio è lo strumento usato dallo Spirito e soltanto tramite questo devoto collegamento saremo in grado di percepire la Sua Divina Voce. Abbiamo bisogno di comprendere fino in fondo l’importanza dello Studio intensivo della Bibbia. ( F.B. Meyer)

“Prima o poi, tutti quindi dobbiamo affrontare questa questione fondamentale: accettiamo la BIBBIA come la Parola di Dio, come la sola autorità su tutti gli argomenti di fede autentica e pratica oppure no? Devo chiedermi: tutto ciò che riguarda il mio pensiero su ogni aspetto della vita è governato e guidato dalle Scritture, oppure mi avvicino alle Scritture con i miei ragionamenti e seleziono dei brani particolari che si accordano alla mia personale interpretazione della vita e della Bibbia stessa? Chi è l’autorità in merito di fede: io o la Bibbia? La questione è cristallina: accetto tutta la Scrittura come rivelazione di Dio o ripongo la mia fiducia nelle speculazioni, nella conoscenza umana, nella capacità umana di comprendere l’essenza dell’uomo e delle sue motivazioni. O, ancor più semplicemente, sottometto tutta la mia fiducia e i miei pensieri e a ciò che leggo nella Bibbia? O mi affido alla conoscenza moderna, agli insegnamenti umani, al pensiero attuale oppure a ciò che oggi conosciamo grazie alla scienza che nel passato era sconosciuta? È inevitabile che prendiamo posizione o in un senso o nell’altro. (D. Martyn Lloyd-Jones)

Non ci sono altri scritti che possano eguagliare la Parola di Dio, la Bibbia, nessuna filosofia, sapienza o conoscenza umana potrà mai eguagliare la Sapienza della Parola di Dio. La Parola di Dio, la Bibbia è:

Eterna - Isaia 40:8

Liberatrice – Giovanni 8:31-32

Cibo – Geremia 15:16, Matteo 4:4

Affidabile - Tito 1:9

Fondamento solido - Matteo 7:24

Arma vincente – Efesini 6:17

Fruttifera - Marco 4:20

Assolutamente perfetta - Salmo 19:7

Vivente ed efficace – Ebrei 4:12

LA PAROLA DI DIO è CRISTO GESÙ, DIO, LUCE, VITA – Giovanni 1:1-3

Decidi oggi come vuoi avvicinarti alla Parola di Dio, la Bibbia. Qualsiasi sarà la tua scelta, comunque, ricordati le parole di Gesù Cristo stesso, e poi agisci di conseguenza:

"In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita." Giovanni 5:24

Ed infine, ècco 10 motivi per cui credo nella Bibbia, la Parola di Dio:
1. È ragionevole
2. La sua composizione meravigliosa
3. La sua completezza unica
4. I suoi insegnamenti senza paralleli
5. Il suo appello perenne
6. La sua esattezza scientifica
7. Le sue profezie adempiute
8. La sua preservazione miracolosa
9. Il suo potere trasformatore
10. Il suo messaggio di Cristo

Se vuoi saperne di più visita questo link: www.laparola.net/intro/bibbia_parola_dio.php

venerdì 6 agosto 2010

My Way



Frank Sinatra aveva vissuto appieno il sogno americano, “the American Dream”. Era riuscito ad essere un uomo auto-sufficiente, capace di affrontare ogni ostacoli, il ‘cowboy’ capace di cavalcare una vita da vincitore. Frank Sinatra, verso la fine della sua vita, quando sarebbe calato il sipario per l’ultima volta e davanti alla prospettiva della morte, scrisse questa canzone, come memoriale e suo testamento: “My way” – “Alla Mia Maniera”.

E ora la fine è vicina
E quindi affronto l'ultimo sipario
Amico mio, lo dirò chiaramente
Ti dico qual è la mia situazione, della quale sono certo

Ho vissuto una vita piena
Ho viaggiato su tutte le strade
Ma più. Molto più di questo
L'ho fatto alla mia maniera

Rimpianti, ne ho avuti qualcuno
Ma ancora, troppo pochi per citarli
Ho fatto quello che dovevo fare
Ho visto tutto senza risparmiarmi nulla

Ho programmato ogni percorso
Ogni passo attento lungo la strada
Ma più, molto più di questo
L'ho fatto alla mia maniera

Sì, ci sono state volte, sono sicuro lo hai saputo
Ho ingoiato più di quello che potessi masticare
(= ho fatto il passo più lungo della gamba)
Ma attraverso tutto questo, quando c'era un dubbio
Ho mangiato e poi sputato
Ho affrontato tutto e sono rimasto in piedi
L'ho fatto alla mia maniera

Ho amato, ho riso e pianto
Ho avuto le mie soddisfazioni, la mia dose di sconfitte
E allora, mentre le lacrime si fermano,
Trovo tutto molto divertente

A pensare che ho fatto tutto questo;
E se posso dirlo, non sottotono
"No, oh non io - L'ho fatto alla mia maniera"

Cos'è un uomo, che cos'ha?
Se non se stesso , allora non ha niente
Per dire le cose che davvero sento
E non le parole di uno che si inginocchia
La storia mostra che le ho prese
E l'ho fatto alla mia maniera.

(traduzione di Poul Finch)

Onestamente, che sollievo sapere che non dobbiamo salvarci alla nostra maniera, non dobbiamo vivere alla nostra maniera per cercare di essere felici, non dobbiamo barcamenarci come possibile per piacere a Dio alla nostra maniera. Come cristiani dobbiamo seguire l’esempio di Cristo che, nel momento più cruciale della Sua vita, ha scelto non la “sua propria maniera – via - volontà, ma la volontà del Padre. Gesù, il Creatore e Sovrano dell’universo, Colui che non deve inginocchiarsi davanti a nessuno, ha permesso alle persone di tradirlo, insultarlo, sputargli in faccia, torturarlo ed infine ucciderlo brutalmente perché il Suo desiderio era fare la volontà del Padre. Grazie a Dio, è risorto ed è il Vivente Signore e Salvatore.

Se scegliamo la nostra maniera per vivere o morire falliremo miseramente, lasciando dietro di noi un memoriale ben triste e sconsolato. Se scegliamo la volontà di Dio in ogni settore della nostra vita arriveremo veramente al celeste traguardo. Gesù ci ha dato un esempio da seguire: il nostro motto sarà, come lo era per Gesù, “non la mia ma la Tua volontà si fatta”? Spero proprio di si!

domenica 1 agosto 2010

Diamante "Speranza" o Diamante "Salvezza"? Che cosa scegli?



"Perciò bisogna che ci applichiamo ancora di più alle cose udite, per timore di essere trascinati lontano da esse. Infatti, se la parola pronunciata per mezzo di angeli si dimostrò ferma e ogni trasgressione e disubbidienza ricevette una giusta retribuzione, come scamperemo noi se trascuriamo una così grande salvezza? Questa, dopo essere stata annunciata prima dal Signore, ci è stata poi confermata da quelli che lo avevano udito, mentre Dio stesso aggiungeva la sua testimonianza alla loro con segni e prodigi, con opere potenti di ogni genere e con doni dello Spirito Santo, secondo la sua volontà." (Ebrei 2:1-4)

Il diamante "Speranza" è una delle gemme più preziose del pianeta, con un valore stimato di 250 milioni di dollari. La storia di questo diamante è molto particolare: originariamente era in appartenuto a Re Luigi XVI°, poi passò come proprietà a Caterina la Grande e a Re Giorgio IV°. Alla fine il gioiello finì nelle mani del mercante di diamanti Harry Winston che lo donò all'istituto Smithsonian. Quando Winston donò il diamante lo spedì per posta semplicemente avvolto in un normale pezzo di carta (immagina come ti sentiresti tu se ricevessi un pacchetto simile per posta…) Oggi questo diamante si trova all'interno di una teca antiproiettile al Museo nazionale di Storia Naturale.

Qualcosa di molto più prezioso del Diamante "Speranza" viene spesso disprezzato. Sto parlando della nostra salvezza, quel dono incredibile che Dio dà ad ogni persona che mette la propria fede in Gesù Cristo. E' il dono più grande e prezioso che Dio offre a ciascuno di noi, eppure spesso la consideriamo come qualcosa di dovuto oppure, anziché accettarlo come “regalo” da parte di Dio, cerchiamo di comprarlo o meritarcelo con buone opere, religiosità o pellegrinaggi.

Quando i discepoli furono equipaggiati da Dio per fare miracoli e cacciare via demoni, segni questi che autenticavano la loro predicazione del Vangelo, tornarono da Gesù molto entusiasti di ciò che erano in grado di compiere. Ma Gesù disse loro "Tuttavia, non vi rallegrate perché gli spiriti vi sono sottoposti, ma rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli." (Luca 10:20). Quello che Gesù voleva far insegnargli era di guardare le cose sotto la giusta prospettiva: non c\'è niente di più importante e prezioso della salvezza per grazia offerta da Dio, gratuita ed eterna.

Questo è il motivo per cui la Bibbia descrive questo dono come "una così grande salvezza" e questa diventa nostra quando crediamo in Cristo e lo accettiamo come Signore e Salvatore della nostra vita.

Dio dice in Romani 10:9-10: “Perché, se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato; infatti con il cuore si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa confessione per essere salvati.”

Non rigettare oggi il “diamante” ancora più prezioso di ogni gemma o gioiello di tutto il pianeta: la salvezza in Cristo. E se non possiedi una Bibbia, te la invio gratis, basta che mi mandi i tuoi dati.

Ciao, alla prossima

mercoledì 21 luglio 2010

Tu non sei solo


Dio stesso ha detto: «Io non ti lascerò e non ti abbandonerò». Così noi possiamo dire con piena fiducia: «Il Signore è il mio aiuto; non temerò. Che cosa potrà farmi l'uomo?» Ebrei 13:5-6

Tu non sei solo: perché Dio è con te.
Tu non sei indifeso: perché Dio è il tuo difensore.
Tu non sei inadeguato: perché Dio è il tuo equipaggiamento.
Tu non sei inutile: perché Dio ha uno scopo ben preciso per la tua vita.
Tu non sei senza valore: perché Dio è morto per te.
Tu non sei senza speranza: perché Dio ha preparato un posto speciale per te.
Tu non sei non amato: perché Dio ti ama di un amore eterno.
Tu non sei un reietto o abbandonato, perché Dio ti considera una sua proprietà, ti chiama per nome adesso…

Perché

Dio stesso ha detto: «Io non ti lascerò e non ti abbandonerò».

sabato 19 giugno 2010

Sei un budino di gelatina o una possente quercia?

Dio è in controllo di tutte le circostanze che ci circondano e ci coinvolgono in prima persona. Dio controlla anche le situazioni più difficili che, alle volte, ci fanno veramente soffrire.

Ho passato tanti anni a combattere con problemi di salute, anche molto gravi, e spesso mi sono posta questa domanda: perché Dio permette prove e difficoltà nella nostra vita? Immagino che anche voi ve la siate posta prima o poi. Dio, nella Bibbia, ci dà molteplici risposte, personalmente una in particolare ha toccato il mio cuore: proprio le difficoltà e prove ci riveleranno di che pasta siamo fatti. Qualcuno ha detto:"Una fede che non può essere smossa è una fede che è stata scossa."

Quando la tragedia colpì Giobbe, togliendogli tutto, ma proprio tutto, anziché strapparsi i capelli dalla disperazione, meditare il suicidio, prendere pillole antidepressive o recriminare a muso duro contro Dio, egli scelse di adorare Dio: «Nudo sono uscito dal grembo di mia madre, e nudo tornerò in grembo alla terra; il SIGNORE ha dato, il SIGNORE ha tolto; sia benedetto il nome del SIGNORE» . Altra fu la reazione della sua dolce metà. La moglie di Giobbe prese in giro sia il marito che Dio: «Ancora stai saldo nella tua integrità? Ma lascia stare Dio, e muori!» (Giobbe 2:1-10).

Prove, tentazioni e crisi separano il grano dalla pula, il vero dal falso e il reale dal non reale. Le sofferenze ci aiutano a crescere spiritualmente e ci rendono forti nella fede. Giacomo ci ricorda "Fratelli miei, considerate una grande gioia quando venite a trovarvi in prove svariate, sapendo che la prova della vostra fede produce costanza. E la costanza compia pienamente l'opera sua in voi, perché siate perfetti e completi, di nulla mancanti. sapendo che la prova della vostra fede produce costanza. E la costanza compia pienamente l'opera sua in voi, perché siate perfetti e completi, di nulla mancanti." (Giacomo1:2-4).

Le sofferenze portano la nostra fede dal piano teorico a quello pratico. Chiunque può essere felice e gioioso quando il cielo è blu e il sole splende, ma quando la tempesta arriva è tutta un'altra cosa. Satana disse a Dio che Giobbe lo adorava solo perché Dio lo aveva grandemente benedetto. Ma la fede e la costanza di Giobbe dimostrarono la genuinità del suo amore e devozione per Dio. Giobbe, nonostante momenti di dolore fisico e spirituale, adorò Dio prima durante e dopo la crisi che sopportò. Giobbe superò la prova a pieni voti, Satana fu sconfitto e Dio glorificato.

Direi che questo è un bellissimo esempio e incoraggiamento per noi oggi: possiamo ringraziare Dio proprio per le prove che affronteremo perché esse dimostreranno se la nostra fede è come un budino di gelatina o come una possente quercia!

mercoledì 12 maggio 2010

“Io ti dico in verità che oggi tu sarai con Me in paradiso” (Luca 23:43)


Che cosa fece il malvivente crocifisso a fianco di Gesù per meritarsi il paradiso? Nulla, se non rivolgere una preghiera telegrafica alla Persona giusto, al momento opportuno, prima che fosse troppo tardi.

Si racconta la storia di una coppia di banditi fece irruzione nel più grande magazzino di una certa città. Essi riuscirono ad entrare nel negozio, vi rimasero abbastanza a lungo per fare ciò che erano venuti fare, quindi fuggirono inosservati. Essi non presero nulla. Assolutamente nulla. Non un solo prodotto venne rubato. Ma ciò che fecero fu davvero ridicolo. Anziché rubare di tutto essi cambiarono i prezzi di tutte le merci. Tutte le targhette dei prezzi vennero scambiate. I valori della mercanzia in vendita cambiò completamente. Questi furbi burloni tolsero la targhetta con il prezzo di 395 euro da una macchina fotografica e la misero su una scatola di carta da lettere del valore di 5 euro. Presero l’etichetta di un libro tascabile e la misero su un motore fuoribordo. In pratica “riprezzarono” tutta la merce del supermercato. Pazzia? Avete ragione. Ma la parte più pazza di questa storia accadde la mattina successiva. Voi non lo crederete mai! Il magazzino si aprì come al solito. I dipendenti andarono al lavoro. I clienti iniziarono a fare i loro acquisti. Il negozio funzionò come al solito per quattro ore prima che qualcuno si accorgesse di quello che era successo. Quattro ore! Alcune persone fecero dei buoni affari. Altri, invece, vennero “spennati”. Per quattro lunghe ore nessuno si accorse che tutti i valori erano stati scambiati. Difficile da credere?

Non dovrebbe. Vediamo accadere le stesse cose ogni giorno. Siamo tempestati da un distorto sistema di valori. Vediamo le cose che nelle nostre vite hanno maggior valore, svendute per pochi spiccioli e quelle di poco conto valutate milioni. Perché facciamo quel che facciamo? Cosa ci induce ad innalzare il corpo e a degradare l’anima? Che cosa ci porta ad enfatizzare l’aspetto fisico ed a inquinare il cuore? I nostri valori sono stati confusi e “riprezzati”. Qualcuno è entrato al supermercato della nostra vita ed ha scambiato le targhette con i prezzi. Tutto è cominciato quando quel qualcuno ha osato mettere in dubbio le parole del Creatore: “Come????? Dio vi ha detto….?” Ancora oggi quel qualcuno ci ha convinti che la razza umana non è diretta da nessuna parte. Che questa assurda esistenza non ha capo né coda. Da qualche parte ci è giunta l’idea che siamo intrappolati, senza un motivo, in un mucchio di fango privo di destinazione. La terra è solo un mausoleo che gira e l’universo è senza scopo. La creazione è stata accidentale e l’umanità non ha un destino. Abbastanza triste, no? Il seguito è anche peggio. Se l’uomo non ha destino egli quindi non ha doveri. Non ha obblighi e responsabilità. Se l’uomo non ha destino non ha direttive né responsabilità. Se l’uomo non ha destino allora chi può dirgli che cosa sia giusto e cosa sia sbagliato? Chi può dire che un marito non può lasciare sua moglie e la sua famiglia? Chi può affermare che non si deve abortire un feto? Che cosa c’è di sbagliato nella convivenza? Chi può dire che non devo strozzare qualcuno per arrivare in alto? Il tuo sistema di valore si contrappone al mio. Nessun assoluto. Nessun principio. Nessuna etica. Nessun modello. La vita si riduce ai fine-settimana, ai libretti di assegni e a pochi brividi veloci. E la fine è un disastro. Se l’uomo non ha doveri o destino, il logico passo successivo è che l’uomo non ha valore. Se l’uomo non ha futuro non vale molto. Infatti egli vale quanto può valere un albero o una roccia. Nessuna differenza. Non c’è motivo di essere qui, quindi non c’è valore. I risultati di tutto questo lo vediamo tutti i giorni intorno a noi, lo ascoltiamo nei telegiornali o nei talk show… Ciò che conta oggi è l’apparenza e i risultati.

Ma attenzione: questo è il sistema di valori dell’uomo. Non è quello di Dio. Il suo piano è molto più radioso. Nel libro di Dio l’uomo ha un destino stupefacente. Per Dio noi siamo preziosi. Valiamo. E, ciò che più conta, il nostro valore non dipende dal nostro aspetto esteriore o dai nostri risultati, ma dalla Sua presenza nella nostra vita. Per Dio abbiamo così tanto valore che Lui ha deciso di pagare in prima persona il prezzo del riscatto per la nostra vita e libertà. Gesù, su quella croce, non era solo un predicatore frustato, battuto e crocifisso. La sua faccia arrossata dal sangue, le sue ossa che sporgevano dalla carne lacerata, i suoi polmoni che spasimavano per un po’ d’aria... certo, rimaniamo sbalorditi davanti a tanta sofferenza, ma tanti altri condannati hanno patito le stesse torture. Che cosa rendeva Gesù diverso? Perché Gesù subì tutto questo? Per te e per me… per sconfiggere definitivamente quel qualcuno che ha "riprezzato" la nostra vita, lo ha fatto per garantirci, come fece con il malvivente crocifisso al Suo fianco, una vita eterna con Lui: “tu sarai con me in Paradiso.” Questo è il punto. L’amore di Gesù non dipende da quello che possiamo fare per Lui. Assolutamente no. Agli occhi del Re noi valiamo semplicemente perché esistiamo, perché Lui ci ha creati unici e speciali al Suo cuore. Non dobbiamo apparire belli o bravi, il nostro valore non dipende da noi ma da Dio che ci ha creato, ci ama, è morto e risorto per noi. Punto.

Pensate a questo solo per un minuto. Noi abbiamo valore perché Dio ci ha portati all’esistenza, non per quello che facciamo o faremo, ma semplicemente perché esistiamo. Ricordalo! Ricordalo la prossima volta che qualche imbroglione cercherà di appendere al tuo valore una targhetta con un prezzo ridotto. La prossima volta che qualcuno cerca di farti passare per un poveraccio, pensa al modo in cui Gesù ti ha onorato… e sorridi! Io lo faccio. Sorrido perché so di non meritare questo genere di amore. Nessuno di noi lo merita. Ed inoltre mi fa sorridere il pensiero che un giorno forse camminerò al fianco di un ex malvivente lungo le strade d’oro del cielo. Non sappiamo come si chiamava, non sappiamo perché era su quella croce, ma sappiamo che lui della grazia aveva capito più di mille teologi.

lunedì 26 aprile 2010

C’era una volta…


C’era una volta un re che regnava sulla Persia. Egli amava così tanto il suo popolo che alle volte, travestito da uomo comune, passeggiava per le strade della città o dei villaggi per toccare con mano i bisogni della sua gente. Un giorno indossò abiti poveri e si recò nei bagni pubblici, che consistevano in sale utilizzate da più persone, in cui erano presenti delle grandi vasche.
Gli uomini avevano l'abitudine di sedersi ai bordi delle vasche, chiacchierando e condividendo pasti frugali. Al re quel posto piacque talmente tanto che decise di trascorrervi del tempo molte altre volte, sempre travestito, portando con sé anche qualche cibo da condividere con gli altri.

Dopo molti giorni e molte visite, il re si affezionò molto a quei poveri sudditi e decise di rivelargli la propria identità, aspettandosi richieste o favori da esaudire. Era pronto ad elargire tanti doni e ricchezze a quei nuovi amici. Con sua grande sorpresa, però, nessuno gli chiese nulla; se ne stavano in silenzio ammirandolo con tanto rispetto. Dopo un po’, uno di loro disse:

“Hai lasciato la magnificenza del tuo palazzo per mescolarti con noi, ascoltarci e condividere la nostra povertà; hai mangiato con noi, hai ascoltato i nostri dispiaceri e delusioni, hai vissuto la nostra vita… che cosa vorremmo di più? Non ti chiediamo niente perché ci hai donato molto più di quanto così tanto con la tua presenza… ciò che ci hai dato non ha prezzo… Non ti dimenticheremo mai!” Detto questo, quegli uomini se ne andarono in silenzio, lasciando lì il re e con esso le svariate opportunità che lui offriva di cambiare vita.

Certo, questa è una favola ma la realtà è che noi facciamo la stessa cosa tutti i giorni.
Un Re molto più importante ha vissuto la nostra vita, ha condiviso con noi dispiaceri e sofferenze, ha sperimentato le nostre tentazioni, ha sofferto le nostre tristezze ed infine, ha subito la morte al nostro posto.

Egli ci dice ancora oggi: “Chiedete con perseveranza, e vi sarà dato; cercate senza stancarvi, e troverete; bussate ripetutamente, e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, chi cerca trova, e sarà aperto a chi bussa.” (Luca 11:9-10)

Gesù ha vissuto la nostra vita ed ha subito il nostro castigo; ora Lui ci offre la Sua vita eterna e ci garantisce la Sua Amicizia, cura e sostegno. Rimarremo in rispettoso ma distaccato silenzio oppure approfitteremo della meravigliosa opportunità che ci viene offerta? Se vuoi capire meglio di che cosa sto parlando leggi il Vangelo di Giovanni, e se non ne hai uno, fammelo sapere e te ne invierò una copia assolutamente gratis. Ciao, alla prossima.

venerdì 9 aprile 2010

Destinati alle cose grandi


" Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra afflizione, affinché, mediante la consolazione con la quale siamo noi stessi da Dio consolati, possiamo consolare quelli che si trovano in qualunque afflizione " 2 Corinzi 1:4

Qualcuno ha affermato che c'è bisogno di un braccio forte per tenere in mano una tazza piena. Qualche tempo dopo la sua conversione, Dio mise in atto il suo piano di “dare una tazza piena” a Paolo, e lo fece portandolo lontano, in solitudine nel deserto di Arabia per 3 anni. Non sappiamo che cosa accadde li, ma, dai suoi stessi scritti, possiamo presumere che Gesù stesso in persona trasformò l’ex persecutore dei cristiani in apostolo e missionario pronto ad essere utilizzato per la Sua gloria.

Questo modo di agire è tipico di Dio quando vuole preparare qualcuno per un incarico importante.

Dopo aver consegnato un messaggio da parte di Dio al malvagio re Acab e alla regina Iezebeel, Elia fu condotto da Dio sulla riva del torrente Chidron, dove visse per un bel po’ di tempo in solitudine. Dio provvedeva al sostentamento del Suo profeta.

Mosè ebbe 40 anni di preparazione nel deserto pascolando e curando le pecore del suocero prima di diventare il leader di Israele, che avrebbe guidato il popolo di Dio verso la Terra Promessa.

Davide visse la stessa esperienza: dopo essere stato scelto e unto come futuro re di Israele, continuò a pascolare le pecore, a fortificarsi nelle vie di Dio e ad imparare più cose possibili, finché, quando aveva 30 anni si sedette sul trono.

Giuseppe subì la schiavitù, la prigionia e delle umiliazioni, a causa di false accuse. Nonostante questo, Dio non lo ha mai abbandonato, anzi, lo ha preparando per il ruolo di viceré d’Egitto in modo che salvasse il popolo di Israele dall'estinguersi.

Prima di poter sorreggere una tazza piena, devi averne una vuota a disposizione. Sei un cristiano che prende Dio sul serio? La tua intera vita appartiene a Lui? Stai attraversando un deserto? Ti senti svuotato, inutile e incapace di affrontare le difficoltà in cui ti trovi?

Niente panico! Per esperienza personale, so che Dio si serve proprio di quei momenti per prepararti ad essere uno strumento utilizzabile per la sua gloria.

Dio fa sul serio con chi fa sul serio con Lui, Egli si può servire di te con quello che hai, poco o tanto che sia.

Se ti senti una tazza vuota, non sgomentarti: Dio la riempirà per te, e se pensi di non avere la forza di sorreggere la tua tazza, vuota o piena che sia, non preoccuparti, Dio è abbastanza forte da farlo al posto tuo!

“Confida nel SIGNORE e fa' il bene; abita il paese e pratica la fedeltà. Trova la tua gioia nel SIGNORE, ed egli appagherà i desideri del tuo cuore. Riponi la tua sorte nel SIGNORE; confida in lui, ed egli agirà. Egli farà risplendere la tua giustizia come la luce, e il tuo diritto come il sole di mezzogiorno. Sta' in silenzio davanti al SIGNORE, e aspettalo…” Salmo 37:3

martedì 2 marzo 2010

Il tempo di correre

"Due di loro se ne andavano in quello stesso giorno a un villaggio di nome Emmaus, distante da Gerusalemme sessanta stadi; e parlavano tra di loro di tutte le cose che erano accadute."
Luca 24:13–14


Spesso mi rendo conto che, come cristiana, ho bisogno di qualcuno che mi ricordi le cose basilari che a volte dimentico. Hai notato che spesso non sappiamo tanto quanto pretendiamo di sapere o dimentichiamo ciò che dovremmo ricordare, oppure ricordiamo ciò che dovremmo dimenticare?

In Luca 24 è descritta la storia di due uomini che avevano dimenticato importanti verità, che invece, avrebbero dovuto ricordare molto bene. Erano appassionati seguaci di Gesù Cristo, avevano visto i Suoi miracoli e udito le Sue parole, ma in quella serata, mentre camminavano sulla via di Emmaus, pensavano solo ai loro sogni infranti. Le loro certezze si erano sgretolate sul monte Calvario e le loro speranze spazzate via in un attimo dopo aver visto il loro Maestro appeso ad una croce romana. Fino all’ultimo avevano sperato in un miracolo, ma non era successo nulla. Erano tristi, scoraggiati e si sentivano particolarmente soli. Eppure Gesù li aveva avvertiti dicendo loro che sarebbe stato arrestato e crocifisso, ma aveva anche aggiunto che, dopo tre giorni, sarebbe risorto. Ma loro avevano dimenticato. Volevano solo mettere più strada possibile fra loro e quella croce su cui erano appese tutte le loro speranze per un futuro migliore. Ad un certo punto Gesù Cristo in persona apparve loro e chiese spiegazioni sulla loro ingiustificata tristezza. Infine li apostrofò con severe parole:

“O insensati e lenti di cuore a credere a tutte le cose che i profeti hanno dette! Non doveva il Cristo soffrire tutto ciò ed entrare nella sua gloria?» E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture le cose che Lo riguardavano.” (Luca 24:24-26) Dopo aver spezzato il pane Gesù scomparve e loro, correndo, ritornarono verso Gerusalemme con un messaggio di gioia:

“Il Signore è veramente risorto!” (v.33)

Dobbiamo ricordare che ogni passo che ci allontana dal sacrificio di Gesù per noi e dalla Sua tomba vuota è un passo nella direzione sbagliata. Quando stiamo soffrendo o abbiamo fallito, è il tempo di capire bene la verità e correre verso di essa. Forse nella tua vita è accaduto qualcosa di inaspettato e troppo grande per te. Forse pensi che Dio ti ha abbandonato; ma è una bugia: Dio non ti ha dimenticato e vuole farti comprendere che Lui è sempre stato accanto a te. Adesso è il tempo di correre nella direzione giusta, è il tempo di ricordare le Sue promesse, è il tempo di dimenticare i tuoi fallimenti, è il tempo di rinascere spirituale perché Cristo è risorto!

lunedì 22 febbraio 2010

IL CORVO - terza parte - C.H. Spurgeon


C'È DIFFERENZA TRA LE GRIDA DEL CORVO E LE TUE

Il corvo ha un istinto naturale che lo fa gridare per il cibo, anche se non sa bene perché grida. Ma tu sai quello che vuoi, e anche se le tue parole sono poche, il tuo cuore conosce la sua amarezza e afflizione, i tuoi sospiri, i tuoi gemiti hanno un significato ovvio. Sai che vuoi la pace e il perdono, sai che hai bisogno di Gesù, del Suo prezioso sangue e della Sua perfetta giustizia. Se Dio ascolta le grida indistinte del corvo, non pensi che ascolterà la preghiera razionale dell’anima, per quanto povera, bisognosa e colpevole, che grida: “O Dio, abbi pietà di me, peccatore?” (Luca 18:13).

Il corvo non può fare ragionamenti perché non ha intelligenza, tu puoi fare una moltitudine di ragionamenti in merito alla Grazia. Se con Dio prevalgono le grida del corvo, quanto più prevarrai tu, che puoi discutere il tuo caso davanti a Lui. Vieni e metti alla prova il Signore, apri il tuo cuore con le lacrime se le parole non sono più alla tua portata. Il timore è che alcune volte il corvo trova più favore del peccatore davanti a Dio perché le sua grida sono più ardenti di quelle dell’uomo. Questo però non ci deve scoraggiare, piuttosto ci deve spronare ad essere più ardenti di prima.Il corvo non smette di gridare finché non ha il suo cibo, così anche tu non devi smettere finché il tuo cuore non è pieno della misericordia divina. È buono che alcuni preghino più ardentemente! “…il regno dei cieli è preso a forza e i violenti se ne impadroniscono” (Matteo 11:12). Se nell’anima tua senti il bisogno della salvezza, grida come uno che è sveglio, vivo, sii ardente, grida forte, se Egli ascolta il corvo, sicuramente ascolterà anche te! Ricorda, all’orecchio di Dio la tua preghiera è più importante delle grida del corvo. Le tua grida sono molto più gradevoli perché tu supplichi per il perdono attraverso il sangue del Suo amato Figlio. È un’occupazione più nobile per l’Altissimo conferire doni spirituali anziché doni naturali, c’è più dignità nell’opera che dà la pace, il perdono e la riconciliazione ai figli degli uomini. Al Signore piace salvare i figli degli uomini. Sta scritto: “…Egli non serba la sua ira per sempre, perché si compiace di usare misericordia” (Michea 7:18).

O peccatore, quando gridi a Dio gli dai l’opportunità di fare quello che Egli ama di più, perché Egli prende diletto nel perdonare, nel dire al Suo figlio prodigo: “…questo mio figlio era morto ed è tornato in vita; era perduto, ed è stato ritrovato” (Luca 15:24). Tutto questo è di sicuro più consolante per il cuore del Padre che dare cibo al bestiame. Certamente il Dio che dà cibo ai corvi non negherà la pace e il perdono ai peccatori che lo cercano. Mettilo alla prova, ora in questo momento! Se hai gridato senza successo, continua a gridare. Grida sette volte, e settanta volte sette. Ricordati che la misericordia di Dio in Cristo Gesù è la tua unica speranza. Continua a gridare e anche a credere, perché è assurdo pensare che un’anima veramente in cerca di Cristo venga rigettata dalla Sua presenza. Grida anima, continua a gridare! Credi di essere un peccatore?

Credi nel tuo cuore di aver infranto i comandamenti e di meritare la punizione? Non solo lo credi, ma è un peso che porti con te ogni giorno? Allora credi che il Signore Gesù Cristo possa cancellare tutti questi peccati. Se confidi in Gesù Cristo, nelle Sue sofferenze sul Calvario e nella Sua opera espiatoria per essere accettato davanti a Dio, sarai salvato: “Chi crede in Lui non è giudicato…; Chi crede nel Figlio ha vita eterna…” (Giovanni 3:18,36). Credi nella fedeltà di Dio. Possa lo Spirito di Dio costringerti a credere nella misericordia del Padre, nella potenza del sangue del Figlio, nella buona volontà dello Spirito Santo di portare a Lui i peccatori.

lunedì 15 febbraio 2010

IL CORVO - seconda parte - C.H. Spurgeon


TU VALI PIÙ DI UN CORVO

Ricorda che tu vali più di un corvo. Se domani migliaia di corvi morissero, non ci sarebbe dolore o tristezza per loro, tu invece sei un’anima immortale. Quando il corvo muore, non c’è più un corvo, ma quando la tua vita presente finisce, tu non cessi di esistere, hai solo iniziato a vivere per sempre. Pensi ancora che Dio ascolterà un povero uccello e non te, un’anima immortale la cui durata è uguale alla Sua? Se Egli ascolta il corvo morente, ascolterà anche l’uomo morente. Non si è mai sentito di corvi fatti a immagine di Dio, mentre anche se la razza umana è corrotta, deformata e umiliata, in principio Dio ha detto: “…Facciamo l‘uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza…” (Genesi 1:26).C’è qualcosa nell’uomo che non si trova nelle altre creature, c’è una dignità che non può essere trovata nelle bestie dei campi.Non insegna la stessa natura che bisogna aver cura dell’uomo al di sopra degli uccelli del cielo?

Se senti le grida dei piccoli corvi, proverai abbastanza compassione da dargli da mangiare, se sai come fare, ma non posso credere che soccorresti gli uccelli e non voleresti sulle ali della compassione per soccorrere un bambino angosciato del quale puoi sentire i pianti.Se nel silenzio della notte sentissi le grida di un uomo malato, non ti alzeresti ad aiutarlo? Se hai compassione per un corvo, quanto più per un uomo! Allo stesso modo puoi essere certo che Dio si prenderà cura di te. Potresti obiettare che il corvo non ha peccato come te.

Un uccello può essere impuro, ma non può essere così impuro come un uomo peccatore; può esser di colore nero, ma non così nero come un uomo peccatore: un corvo non può bestemmiare, non può commettere adulterio, non può contaminarsi con i vizi con i quali si contamina l’uomo, non può peccare perché non ha uno spirito. Proprio perché sei una creatura che si muove nel mondo spirituale, un essere intelligente, devi capire che non è possibile che le grida di un corvo guadagnino l’orecchio divino, mentre la tua preghiera verrà disprezzata e trascurata. Dio avrà sicuramente rispetto per le grida degli umili e non rifiuterà la loro preghiera.

Il sangue di Gesù rimuoverà l’indegnità e pulirà completamente ogni sporcizia spirituale nell’uomo. Credi in Gesù e troverai la pace.

lunedì 8 febbraio 2010

IL CORVO - prima parte - C.H. Spurgeon


I naturalisti ci informano che il corvo nutre i suoi piccoli fino a quando non sono capaci di volare, poi li spinge fuori dal nido perché imparino a badare a loro stessi. Sembra essere molto severo a riguardo: non appena i piccoli possono badare a loro stessi, non porta più loro da mangiare. Quando questi piccoli volano via per la prima volta e non sanno ancora provvedere a loro stessi è il Signore che provvede per loro. Per imparare, Salomone ha mandato il pigro alla formica (cfr. Proverbi 6:6), noi vogliamo andare al nido del corvo. Il Signore stesso disse ai Suoi che erano oppressi da ansietà inutili: “Osservate i corvi: non seminano, non mietono; non hanno dispensa né granaio, eppure Dio li nutre. E voi, quanto più degli uccelli valete!” (Luca 12:24).

Consideriamo i corvi che gridano per far conoscere le proprie esigenze e il Padre nostro celeste che risponde alla loro preghiera mandando il cibo. Anche noi abbiamo iniziato a pregare e a cercare il Suo favore, non valiamo molto più di loro? Dio si prende cura dei corvi, non si prenderà cura anche di noi? Egli risponde alle loro grida, non risponderà a noi, poveri figli degli uomini che cerchiamo la Sua faccia e il Suo favore attraverso Gesù Cristo?

Siete tra quelli che hanno pregato per ottenere la misericordia divina ma non l’hanno ricevuta; che si sono inginocchiati, forse per mesi, con un grido amaro ma ancora non hanno trovato pace; non avete visto nessuna luce e vi lamentate dicendo: “Dio ha dimenticato di essere misericordioso? Egli non ascolta le preghiere delle anime che lo cercano? Egli non ascolta più le loro grida pietose? Le lacrime dei penitenti cadono a terra ed Egli non ha più compassione?” allora gridate ancor più ardentemente, supplicate finché non ricevete le risposte che l’anima vostra desidera. Dite come Giacobbe: “…Non ti lascerò andare prima che tu m’abbia benedetto!” (Genesi 32:26). Se Dio ascolta i piccoli corvi, non ascolterà anche te?