lunedì 20 febbraio 2012

La sfida dello scettico


Siamo a Londra, nel secolo scorso.
L'oratore ateo così arringava la folla: "Non vi è risposta alle preghiere: è tutta immaginazione. Non lasciatevi convincere; usate invece il vostro buon senso. Non vi è nessun aldilà, e quando saremo morti sarà tutto finito!". Parlava ai piedi di un monumento in uno spazio aperto di un grande parco, e una numerosa folla lo ascoltava mentre egli cercava di dimostrare a parole la non esistenza di Dio e l'inefficacia della preghiera. Concluse il discorso dichiarandosi disposto a dibattere la questione con chiunque, in quello stesso momento.
Subito un uomo si fece avanti e disse: "Accetto la sfida".

La gente si ritrasse per lasciarlo passare; era alto e ben vestito, ma senza il piglio vincente, senza l'aspetto e il comportamento trascinante del suo oppositore. Per un momento volse lo sguardo sulla folla che gli stava davanti. Tutti aspettavano ansiosamente che si aprisse il dibattito. Una vampata di rossore gli salì al volto e il sudore imperlò la sua fronte.

"Amici, non sono un oratore" disse "e non sono venuto a questo incontro con l'intenzione di polemizzare con questo signore, né di contrappormi a ciò che ha detto; ma quando ha negato l'efficacia della preghiera e ha sfidato chiunque a provare il contrario, mi sono sentito obbligato a parlare". Si udì un applauso. Poi riprese: "Voi avete di fronte un uomo che è stato per anni il più gran farabutto che si potesse trovare in città. Ero un ubriacone, un giocatore d'azzardo; picchiavo mia moglie; sì, ero tutto quello che significa la parola "bruto". Mia moglie e i miei figli temevano il suono dei miei passi; ma, nonostante fossi tanto cattivo, quella povera donna ha pregato, a mia insaputa, per anni in mio favore, ed ha insegnato ai bambini a fare lo stesso. 

Una notte, tornai insolitamente presto e, per caso, non ubriaco. Quando aprii la porta, mia moglie era al piano di sopra e stava mettendo a letto la bimba più piccola. Rimasi in ascolto in fondo alle scale. Mia figlia stava pregando; stava pregando per me! Diceva: "Caro Signore, salva il mio caro papà. Signore Gesù, salva il mio papà!" E mentre pregava con queste semplici parole, udii che anche mia moglie, con un tremito nella voce, diceva: "Signore Gesù, rispondi alla sua preghiera!". Uscii silenziosamente da casa. Strane sensazioni mi assalivano, e continuavo a udire la preghiera della mia bambina: "Signore Gesù, salva il mio caro papà". Ero veramente caro per lei? Come era possibile? Non aveva mai conosciuto l'amore di un padre! E mentre pensavo a questo un nodo mi salì alla gola e le lacrime mi rigavano le guance. Gridai:"Signore, aiutami!". "Signore, rispondi alla preghiera della mia bambina!".  E il Signore lo fece. Sono passati anni da allora e oggi sono un rispettabile cittadino. Il passato è stato cancellato e io vivo al presente come una nuova creatura in Cristo Gesù; non sono, io stesso, una testimonianza vivente della risposta di Dio alle preghiere?".

Fece una pausa, poi continuò gravemente: "Amici, non pensate che sarei stato un vile a tacere oggi? Potrei io non credere che esiste un Dio il quale non solo ascolta le preghiere, ma anche le esaudisce?". L'oratore scettico non seppe replicare nulla, e la gente se ne andò silenziosamente, meditando.

"Cercate l'Eterno mentre lo si può trovare; invocatelo mentre è vicino. Lasci l'empio la sua via e l'iniquo i suoi pensieri; e si converta all'Eterno che avrà pietà di lui, e al nostro Dio che è largo nel perdonare" 
(Isaia 55:6-7).

venerdì 10 febbraio 2012

I MARTIRI DI LIONE (Verso l'anno 177).


Blandina di Lione - martire / testimone di Cristo

Vari dettagli concernenti la persecuzione dei primi cristiani di Gallia (Francia), ci sono stati conservati in una lettera che essi indirizzarono ai loro fratelli dell'Asia. L'autore della lettera dice come, dopo essere vissuti a lungo in pace, furono improvvisamente perseguitati dalla popolazione pagana, la quale costrinse le autorità ad infierire contro di loro.

Fra tutti quelli che soffrirono, nessuno brillò maggiormente per fede, costanza e fermezza, di una giovane schiava, dal corpo debole e gracile di nome Blandina. La sua padrona, anch'essa cristiana, che morì martire (ricordiamo che 'martire' significa "testimone"), tremava per lei, temendo che la sua fede potesse soccombere sotto il peso dei tormenti. Ma il Signore si tenne accanto alla sua giovane testimone, e manifestò in lei la Sua forza.

I carnefici provarono su di Blandina ogni genere di supplizio: la frusta, il cavalletto sul quale le membra venivano tese fino a slogarsi, la sedia rovente sulla quale i martiri venivano fatti sedere. La giovane sopportò tutto senza cedere, ripetendo soltanto: "Sono cristiana; noi non commettiamo alcun male".

Legata ad un palo nell'anfiteatro, fu data in balìa delle belve; ma queste, meno crudeli degli uomini, non la toccarono. I carnefici pensavano che, essendo una debole donna ed una schiava, sarebbero riusciti a farle rinnegare la fede in Cristo; ma la giovane possedeva quella fede che rende vittoriosi del mondo.
La lettera già citata così continua:
"Blandina fu rivestita di una tale forza che quelli i quali la torturavano dal mattino alla sera, dovettero ammettere, sfiniti, che erano stati vinti. Erano stupiti, dopo aver provato su di lei tutte le torture, che potesse ancora vivere, pur avendo il corpo lacerato in ogni parte."
Blandina venne ricondotta in prigione. Qui un nuovo dolore l'attendeva: alcuni cristiani imprigionati, erano terrorizzati dal pensiero delle torture e avevano rinnegato il cristianesimo. Ma, d'altra parte non avevano guadagnato nulla: erano sempre prigionieri, accusati di altri crimini mai commessi.

La fine di Blandina era ormai vicina. Fu condotta per l'ultima volta davanti al giudice, insieme ad un giovane di 15 anni di nome Ponticus. Fu loro ordinato di "giurare" per gli Déi, ma rifiutarono di farlo con molta fermezza. Furono allora sottoposti a torture crudeli ed inimmaginabili! Il giovane Ponticus, incoraggiato e sostenuto dalle preghiere e dalle esortazioni della sua sorella in Cristo, soccombette e si addormentò in Cristo.  A Blandina, rimasta sola, fu riservato l'ultimo giorno dei giochi. Poteva esser detto di lei, come disse Paolo disse di sé e degli altri apostoli:
"Io stimo che Dio ha messo in mostra noi, gli apostoli, ultimi fra tutti, come uomini condannati alla morte; poiché siamo diventati uno spettacolo al mondo ..." (1Corinzi 4:9).
Blandina fu dapprima frustata a sangue, poi subì di nuovo il terribile supplizio della sedia rovente. Infine fu messa in una rete e data in balìa di un toro selvaggio che la colpì con le corna facendola soffrire crudelmente. Da ultimo, un soldato fece cessare le sue sofferenze trafiggendola con una lancia.
La ricompensa di questi fedeli sarà grande nei cieli!
(Matteo 5:12).

Infatti io ritengo che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria che dev'essere manifestata a nostro riguardo.  
Romani 8:18