lunedì 27 maggio 2013

Utile, ma non indispensabile

 
«Infatti i MIEI PENSIERI non sono i vostri pensieri,
né le vostre vie sono le MIE VIE», dice il SIGNORE.


  «Come i cieli sono alti al di sopra della terra, 
così sono le MIE VIE più alte delle vostre vie,
e i MIEI PENSIERI più alti dei vostri pensieri.


Come la pioggia e la neve scendono dal cielo 
e non vi ritornano senza aver annaffiato la terra, 
senza averla fecondata e fatta germogliare,
affinché dia seme al seminatore e pane da mangiare,
così è della MIA PAROLA, 
uscita dalla MIA BOCCA, non torna a ME a vuoto, 
senza aver compiuto ciò che IO VOGLIO 
e condotto a buon fine ciò per cui 
IO L'HO MANDATA. 

Isaia 55:8-11


In officina, ogni operaio disponeva di un piccolo armadio personale, nel quale ogni tanto un giovane impiegato credente infilava dei libriccini che contenevano la storia di Gesù Cristo. Un operaio rimase seccato da questo gesto e fece al giovane le sue rimostranze usando anche parole molto mortificanti. Il giovane, però, non si scoraggiò e continuò la sua distribuzione più o meno regolarmente. In quel periodo  scoppiò la guerra del 1939 che disperse tutto il personale della fabbrica. 

Anno 1965. 

Sulla banchina di una stazione, un gruppo di bambini in partenza per le vacanze stava candando una canzone cristiana mentre aspettavano il loro treno. Un uomo, che da qualche minuto sta osservando la scena e ascoltava i bambini, si avvicinò al gruppo e, rivolgendosi a colui che sembrava il loro responsabile, disse: "Buongiorno, non mi riconosci, vero? Ho lavorato con te in fabbrica negli anni '30. Io sono quell'operaio che non sopportava che tu mettessi nel mio armadietto quei libretti cristiani e per questo ti ho spesso insultato e maltrattato. Se hai un po' di tempo, ti voglio raccontare la mia storia. 

Dopo lo scopppio della guerra sono stato deportato nella Prussia orientale. Venni assegnato ad un reparto di Polizia forestale in qualità di boscaiolo e vissi per molto tempo una vita estremamente dura. Alla sera, insieme ad altri, venivo chiuso a chiave in un porcile vicino alla sezione di polizia. Per tre anni ho vissuto senza avere notizie della mia famiglia. Una sera, in preda della disperazione, ho messo insieme tutti i miei effetti personali ed ero pronto a porre fine ai miei giorni, perché non sopportavo più quella vita. Dal mucchietto di cose che avevo conservato uscì un piccolo libriccino sporco e quasi accartocciato. Il titolo era: "Credi nel Signore Gesù e sarai salvato". Non lo avevo mai letto, ma era uno dei tuoi libriccini che, per qualche ragione a me allora sconosciuta, avevo conservato. Vi era la storia di un carceriere e di due prigionieri, lo lessi tutto d'un fiato, poi esclamai: "Dio! Se esisti dammi notizie dei miei cari! Fai qualcosa, intervieni!".

Due giorni dopo, una sentinella mi condusse al comando di sezione per consegnarmi un pacco di lettere indirizzate a me da parte di amici e familiari ed un altro pacco della Croce Rossa. Dio aveva risposto alla mia supplica. Rimpatriato, qualche mese dopo, non ero più lo stesso uomo. Aquistai una Bibbia e iniziai a conoscere meglio quel Dio che aveva ascoltato il mio grido, più leggevo più scoprii la sorgente della vita e della vera felicità, quindi riconobbi ed accettai Gesù Cristo come mio Salvatore! Così, caro amico, i tuoi sforzi non sono stati vani; grazie a te e a quel libretto che hai lasciato nel mio armadietto ho conosciuto il mio Redentore e Salvatore Gesà. Grazie".


Nulla di ciò che facciamo per il Signore e per la Sua Gloria andrà mai sprecato!

sabato 18 maggio 2013

Una fra tante




"E Maria disse: «L'anima mia magnifica il Signore,e lo spirito mio esulta in Dio, mio Salvatore, perché egli ha guardato alla bassezza della sua serva.»"
Luca 1:46

Nel panorama di libri evangelici, e nei siti evangelici, è estremamente difficile trovare degli studi biblici sulla persona di Maria, madre del Signore Gesù Cristo. A causa dell’enorme attenzione che la religione cattolica dedica alla sua persona, facendone un vero e proprio culto, gli evangelici l’hanno accantonata, dimenticata, per prendere le distanze dalle storture idolatre che l’accompagnano. In realtà la Bibbia ci fornisce di lei un quadro meraviglioso, e ce la propone come modello di donna, insieme alle altre donne pie e devote dell’Antico e del Nuovo Testamento: non possiamo dimenticarla, indotte dalla paura di farne un idolo, ma dobbiamo cercare di avere una visione corretta del posto che Dio le ha dato nell’opera dell’incarnazione di Gesù Cristo.Bisogna dire che la Bibbia ce ne parla in modo estremamente sobrio e ci dà pochissime informazioni riguardanti la sua persona, la sua vita e la sua famiglia; infatti, chi ha voluto farne un culto, ha dovuto attingere informazioni dai vangeli apocrifi, cioè da quegli scritti non ispirati dallo Spirito Santo ed elaborati allo scopo di creare confusione riguardo alla verità della Parola di Dio.

Nello scoprire insieme ciò che la Bibbia ci dice su Maria, madre naturale del Signore Gesù Cristo,  emergono alcune qualità che dovremmo imitare:
  
   Maria era una ragazza pia, devota, sottomessa al Dio d’Israele.“E Maria disse: «L'anima mia magnifica il Signore, e lo spirito mio esulta in Dio, mio Salvatore.»” (Luca 1:47). Notiamo come lei chiama Dio mio Salvatore”! Maria sapeva di aver bisogno di un Salvatore, perché conosceva la sua natura di peccatrice, come tutti gli uomini. In questa parola, percepiamo la sua attesa di un Salvatore, secondo la promessa fatta agli Ebrei; anche lei stava aspettando il Messia promesso.

   Maria ammette davanti a Dio la propria bassezza, e il proprio peccato: “…perché Egli ha guardato alla bassezza della sua serva.” (Luca 1:48) Il termine "serva usato qui è il termine corrispondente a "schiava. Queste parole dimostrano che Maria era una ragazza umile, sottomessa a Dio e che conosceva, lodava e magnificava la grandezza di Dio. Maria era cosciente di ciò che l’angelo le aveva detto: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio.” (Luca 1:30) Maria aveva trovato grazia presso Dio, cioè "un favore immeritato”. Egli l’aveva resa capace di accogliere in sé il seme divino che avrebbe generato il Figlio Gesù Cristo, non per i suoi meriti ma semplicemente perché Dio è Dio e scegllie, decide e concede la sua grazia. Sia Maria sia Giuseppe discendevano direttamente dal re Davide, quindi loro furono i genitori prescelti da Dio per allevare il Salvatore Gesù, Dio incarnato. Questa elezione divina rappresentava sicuramente una benedizione per loro, in quanto strumenti scelti da Dio per portare a compimento l’incarnazione del Figlio di Dio. L'elezione di Maria, però, non fa di lei una donna al di sopra delle altre; Gesù ce lo conferma quando, molti anni dopo, una donna invidiò il ruolo che Maria aveva avuto nel dare alla luce un Figlio così speciale. Gesù però, ribadisce che tutti possono essere pari a Maria, se sono ascoltatori della Parola di Dio e se la mettono in pratica. Ecco quanto riportato dall'Evangelista Luca: Mentr'egli diceva queste cose, dalla folla una donna alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti portò e le mammelle che tu poppasti!» Ma egli disse: «Beati piuttosto quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica!»” (Luca 11:27)

   Maria era una donna capace di adorare: “… perché grandi cose mi ha fatte il Potente. Santo è il suo nome; e la sua misericordia si estende di generazione in generazione su quelli che lo temono.” (Luca 1:49) Riconosceva che Dio, il Potente, aveva agito nella sua vita, scegliendola tra molte altre donne per un compito importantissimo. Questo favore ricevuto da Dio, la spingeva a lodarLo, a magnificare il Nome Suo santo e a riconoscere la Sua grande misericordia.

Scopriamo poi che Maria era una donna calma, riservata, poco incline a mettersi in mostra, ma capace di riflettere sugli strani avvenimenti della sua vita: “Maria serbava in sé tutte queste cose, meditandole in cuor suo.” (Luca 2:19)  Sapeva benissimo che non era lei ad essere importante, ma il Figlio che Dio le aveva dato sarebbe diventato il Salvatore dell’umanità; doveva dunque mantenere il ruolo che le spettava, cioè di strumento nelle mani di Dio per compiere la Sua opera. 

    Maria, al momento della presentazione di Gesù nel tempio, 8 giorni dopo il parto, riceve una rivelazione particolare, per bocca del profeta Simeone: “E Simeone li benedisse, dicendo a Maria, madre di lui: «Ecco, egli è posto a caduta e a rialzamento di molti in Israele, come segno di contraddizione a te stessa una spada trafiggerà l'anima), affinché i pensieri di molti cuori siano svelati».” (Luca 2:34)
Giuseppe e Maria si stupiscono delle cose che vengono dette loro riguardo a questo Figlio; e Maria viene preparata ad affrontare (33 anni prima) al cammino di sofferenza e di reiezione di questo Figlio. Quando Cristo morirà sulla croce, Maria che si trovava ai Suoi piedi, vedrà il Figlio abbandonato dagli uomini e da Dio stesso e faticherà a comprendere la Sua triste fine; solo alla risurrezione, si renderà infine conto della grandezza del Suo Salvatore e Signore.

     Maria appare anche nell'episodio di Gesù dodicenne nel tempio. “Quando i suoi genitori lo videro, rimasero stupiti; e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io ti cercavamo, stando in gran pena». Ed egli disse loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io dovevo trovarmi nella casa del Padre mio?» Ed essi non capirono le parole che egli aveva dette loro. Poi discese con loro, andò a Nazaret, e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore.” Maria, spinta dall’ansia che l’aveva turbata per tre giorni (quando non riusciva a trovare il figlio) si permette di rimproverarlo; Gesù fa immediatamente capire che Egli non è figlio di Giuseppe, ma Figlio di Dio e che dunque deve occuparsi di ubbidire a questo Padre ben più importante! E’ strano come Maria e Giuseppe non riuscirono a capire queste parole di Gesù, quasi che Lui fosse un figlio come tutti gli altri. Tuttavia, ancora una volta ci viene detto che Maria conservava nel suo cuore questi insegnamenti del Figlio, che sono dettagli importantissimi per aumentare la Sua fede in Lui.

        Maria, nel corso di un matrimonio a Cana di Galilea, comprende bene che il Figlio che aveva ricevuto da Dio, le era di molto superiore, in quanto Dio stesso incarnato. Gesù dice a Sua madre, una frase che sembra enigmatica: «Che c'è fra me e te, o donna? L'ora mia non è ancora venuta» (Giovanni 2:4) Maria aveva già imparato nel tempio che suo Figlio aveva un Padre, del quale doveva fare la volontà. Qui impara che il Figlio Gesù Cristo deve prendere le distanze da lei, perché si prepara a compiere il Suo primo miracolo, come Dio. Non può ricevere un ordine da lei (quello di occuparsi del vino delle nozze), perché Lui sa cosa deve fare. Maria si stava immischiando in cose che non la riguardavano, perché non era ancora venuto per lui il momento di rivelare Sé stesso come Figlio di Dio: Gesù poteva solo ascoltare la voce di Dio, quando si trattava di compiere un miracolo. Maria comprende bene la riprensione del Figlio, e si ritira dicendo: «Fate tutto quel che vi dirà». Qualcuno ha scritto: “Se Maria era stata tentata di uscire dal suo ruolo, a causa del suo profondo affetto per il Figlio, e forse anche per il desiderio di vedere il Figlio pubblicamente riconosciuto – appena il Signore parlò con autorità, riprese il suo ruolo di secondo piano di donna sottomessa, nell’attesa che il Figlio brillasse della Sua gloria divina.”

   Pare che Maria e i fratelli di Gesù, Lo seguissero di tanto in tanto durante il Suo ministerio (leggi Matteo 12:46; 13:55; Marco 3:31; Luca 8:19 e Giovanni 2:12). Maria ebbe una famiglia numerosa: la Bibbia ci ricorda che i suoi figli si chiamavano Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda e che vi erano anche delle figlie. Scopriamo così che dopo il Figlio, nato dallo Spirito Santo, ebbe dei figli nati dal matrimonio con il marito Giuseppe. Fu una famiglia che faticò a comprendere che il figlio primogenito era molto speciale (Luca 2:7), perché ad un certo punto non credettero più che Egli fosse il Messia, Dio incarnato: “Poiché neppure i suoi fratelli credevano in lui.” (Giovanni 7:5) Ma la Sua risurrezione provocò in loro una nuova fede, che li condusse ad essere discepoli e apostoli di Cristo: “Tutti questi perseveravano concordi nella preghiera, con le donne, e con Maria, madre di Gesù e con i fratelli di lui.” (Atti 1:14) I figli di Maria e Giuseppe divennero seguaci di Cristo (ce lo dimostra la lettera di Giacomo apostolo, anziano della chiesa di Gerusalemme e fratello carnale di Cristo - leggi Galati 1:19 e 1 Corinzi 9:5).  In questo alto solaio Maria viene citata per l'ultima volta nel Nuovo Testamento, ed era insieme a tutti coloro, uomini e donne, che attendevano lo Spirito Santo. Non si parla di lei né al momento della sepoltura e nemmeno al momento della risurrezione. Il suo compito terreno era terminato. 
   Sì, Maria, madre di Gesù Cristo, è stata uno strumento nelle mani di Dio, una donna da imitare; anche se nessuna di noi potrà mai assomigliare a lei nel compito unico che Dio le aveva affidato, possiamo tuttavia emularla nelle virtù che l'hanno contraddistinta e che dovrebbero essere le caratteristiche di ogni donna che segue, serve e glorifica il Gesù Cristo Signore, Salvatore, Redentore, Eterno Dio.

(adattato da Evangelici.net)

domenica 12 maggio 2013

Dedicato a tutte le mamme, soprattutto ad Annalisa, la mia dolce sorellina!

Ti diedi la vita,
     ma non posso
     viverla per te.

Posso insegnarti
     molte cose,
     ma non posso
     obbligarti ad
     apprenderle.

Posso dirigerti,
     ma non posso
     assumermi la
     responsabilità 
     per ciò che fai.
 

Posso istruirti nel bene e nel male, 
     ma non posso decidere per te.
 

Posso darti amore, 
     ma non posso obbligarti ad accettarlo.
Posso insegnarti ad avere compassione, 

     ma non posso forzarti ad esercitarla.
Posso parlarti di rispetto, 

     ma non posso far sì che sia rispettosa verso gli altri.
Posso consigliarti sulle buone amicizie, 

     ma non posso sceglierle per te: 
     per questo sta attenta nello sceglierle.

Posso educarti sulla sessualità, 

     ma non posso mantenerti pura.
Posso parlarti della vita, 

     ma non posso costruire la tua reputazione.
Posso dirti che l'alcool è pericoloso, 

     ma non posso decidere per te.
Posso metterti in guardia dalla droga, 

     ma non posso evitare che la usi.
Posso esortarti ad avere grandi ideali, 

     ma non posso realizzarli per te. 
     Cerca di lottare per essi.
 

Posso insegnarti la bontà, 
     ma non posso obbligarti ad essere buona.
Posso ammonirti a riguardo del peccato, 

     ma non posso renderti una persona moralmente sana.
Posso spiegarti come vivere, 

     ma non posso darti la vita eterna.
Puoi essere sicura che mi sforzerò al massimo 

     per darti il meglio di me, perché ti voglio bene, 
     ma ciò che farai della tua vita dipenderà da te. 
     Anche se ti stessi sempre accanto, 
     le decisioni dovrai prenderle tu.

Ciò che posso fare per te è "non cessare di pregare per te e di domandare che tu sia ricolma della profonda conoscenza della volontà di Dio, con ogni sapienza e intelligenza spirituale, affinché tu cammini in modo degno del nostro Signore Gesù Cristo per piacergli in ogni cosa."  
(Colossesi 1:9-10)

Ricorda che DIO TI AMA, vuole essere tuo Padre, 
     in qualsiasi momento puoi rivolgerti a LUI 
     ed EGLI non ti abbandonerà mai.