mercoledì 30 novembre 2016

Guerra di Parole





Come già avrete capito questi articoli sono frutto della mia esperienza quotidiana e buttati giù di getto. Sono convinta di non essere la sola a dover affrontare certe esperienze, e condividerle con voi mi fa sentire più normale…

Conosco il Signore Gesù come personale Salvatore e Redentore da 40 anni, ho frequentato tre anni di Scuola Biblica e circa 25 anni li ho trascorsi combattendo con una malattia cronica e molto debilitante, Lupus Eritematoso Sistemico. Con la fede e con la forza del Signore ho affrontato situazioni molto serie e diverse volte sono stata vicina alla morte. Ma sapete una cosa? I miei momenti peggiori non sono stati quelli, ma sono quei momenti in cui non controllo le mie parole o le mie emozioni. Le mie battaglie più grandi le combatto contro la mia lingua che, come dice Giacomo in capitolo tre, è umanamente indomabile e malvagia. Alle volte scelgo il silenzio per fuggire dalla responsabilità di affrontare un determinato problema, un muro verniciato di spiritualità: “Non parlo per non peccare…”. Altre volte, invece, sfogo la mia frustrazione con le mie parole “vomitate” sulla prima persona che “mi provoca”. Vi capita mai di trovarvi in situazioni simili?

Usiamo parole per manipolare gli altri, per avere sempre ragione, per la nostra felicità… a meno che la nostra lingua non sia sotto il controllo e l’influenza di Dio. Negli ultimi tre anni, in diverse occasioni e con diverse persone, ho studiato un libro di Paul D. Tripp, Guerra di Parole. Un libro tanto bello quanto schietto, che ci porta ad auto-esaminarci e ad affrontare il nocciolo dei problemi della comunicazione. Vi consiglio di leggerlo, solo se avete voglia di crescere e di risolvere eventuali problemi di comunicazione. è un libro che fa tanto male al nostro ego, perché siamo messe a confronto della nostra natura umana, ma è anche un libro che fa tanto bene perché ci costringe a glorificare Dio per la Sua misericordia e per il meraviglioso dono della Sua PRESENZA – PAROLA – PROMESSA – POTENZA in noi, tramite Cristo Gesù.

Ecco una breve presentazione dallo stesso autore: «Chi di noi non è stato ferito dalle parole di qualcun altro? Chi non si è mai pentito di qualcosa che ha detto? Chi non ha affrontato una lite? Chi non ha desiderato parlare seriamente con una persona cara, ma non ha mai trovato il tempo? Chi di noi può dire: "Le mie parole sono sempre appropriate alla situazione e sono sempre espresse con gentilezza". è di questo mondo di parole, il mondo che esiste al di là della calma e della gentilezza mostrate in pubblico, che tratterò in questo libro. Se puoi dire: "Io non ho problemi con le parole", allora non leggere oltre. Ma se puoi riconoscere, come me, che esiste un conflitto verbale nella tua vita, se riconosci che ti è difficile comunicare in modo amabile e appropriato, e se pensi di aver bisogno di crescere in questo mondo di parole, allora questo libro è per te […]. Questo libro vuole essere un messaggio di speranza. Tratta infatti del cambiamento che è possibile grazie alla persona e all’opera del Signore Gesù Cristo. Gesù è la Parola, l’unica speranza per le nostre parole! Solo in lui possiamo trovare la vittoria nel nostro conflitto verbale». (Paul D. Tripp)

Vi garantisco che, se vogliamo fare sul serio con Dio, abbiamo bisogno di maestri come Paul, che ci guidino ad affrontare i nostri reali problemi. Ringrazio Dio perché suscita donne e uomini coraggiosi e capaci di farci una “radiografia spirituale”, evidenziando quelli che sono i nostri veri problemi. Uno dei miei obiettivi, quest’anno, è proprio rendermi conto di quanto le mie parole hanno un peso, positivo o negativo, sugli altri e su me stessa. La comunicazione è un grande dono che Dio ci ha dato (se vivi da sola, con uno o due animali domestici, avrai sicuramente sperimentato che alle volte è più facile comunicare con loro che con gli esseri umani - i miei due gatti mi danno sempre ragione e non mi contraddicono mai J ), un dono che va utilizzato al meglio con l’aiuto di Dio.

Per concludere, ecco tre versetti di cui Dio si è servito in questi giorni nella mia vita:  
Salmo 141:3 - SIGNORE, poni una guardia davanti alla mia bocca, sorveglia l'uscio delle mie labbra.  
Proverbi 13:3 - Chi sorveglia la sua bocca preserva la propria vita; chi apre troppo le labbra va incontro alla rovina. 

Proverbi 21:23 - Chi sorveglia la sua bocca e la sua lingua preserva se stesso dall'angoscia.

Grazie per avermi letto.

martedì 15 novembre 2016

SPOSI MAGGIORENNI - di Tonino Mele


Quando l'amore inizia a dettare l'agenda di una coppia, allora, i meno 90, meno 50, meno 30 giorni prima del matrimonio, devono diventare i più 20, più 40, più 60 anni del matrimonio, “finché morte non ci separi”. 

Noi oggi abbiamo compiuto 18 anni e mia moglie dice che siamo diventati “maggiorenni” nel matrimonio...e io sorrido. “Diciotto anni” vogliono dire che il tempo del nostro amore continua, lotta e cerca di diventare sempre più un amore senza tempo, che non vien meno con il logorio e le rughe della vita.

Noi crediamo che il matrimonio è un treno a lunga percorrenza e un prodotto a lunga conservazione: non si scende alla prima stazione e non scade al primo litigio!

Noi crediamo che sia possibile questo tipo di amore, anche se l'ufficiale di stato civile che ci ha sposati non ce l'ha detto e neppure ne abbiamo trovato traccia negli articoli della Costituzione che ci ha letto.

Noi crediamo che sia possibile perché Dio, il nostro Dio, quello mio e di mia moglie, che è l'inventore del matrimonio, è Lui che ci ha dato pure le istruzioni per l'uso.
 
In un brano del libro dei Proverbi 5:18-20, vengono indicati 3 aspetti chiave per vivere un amore senza tempo:
 
1. L'umore coniugale: “Vivi lieto con la sposa della tua gioventù.” (v.18)
 
2. L'atmosfera coniugale: “Cerva d'amore, cavriola di grazia, le sue carezze t'inebrino in ogni tempo e sii sempre rapito nell'affetto suo.” (v.19)

3. Il “filo spinato” coniugale: “Perché, figlio mio, ti innamoreresti di un'estranea e abbracceresti il seno della donna altrui?” (v.20). 


Quando una coppia sa preservare “in ogni tempo” ed in modo esclusivo, la gioia e l'affettuosità dei primi giorni, facendo si che né i problemi né l'adulterio possano turbare questa oasi di pace, il tempo del loro amore si candida a diventare un amore senza tempo... almeno, finché dura il tempo di questa vita! 

LA MIA “FORTE-DEBOLE COMPAGNA”


 
 Quando penso alla mia compagna vedo 
forza e fragilità unite insieme.

Lei è un “vaso debole” che porta in dote tanta forza.

Lei è il mio “gigante dai piedi d'argilla”.

La sua forza non mi spaventa, 
perché Dio mi ha fatto custode della sua fragilità.

La sua forza mi rallegra, 
perché dà carattere al suo amore per me.

La sua forza è per me un enigma, 
perché “dal forte è uscito il dolce”.

E dalla sua forza esce continuamente 
il dolce  della sua tenerezza.


Se “l'amore è forte come la morte”, 
la mia compagna è forte come l'amore.

L'amore l'ha resa ancora più forte 
ed in quella forza trova rifugio il mio amore.

“Lei mi fa del bene ogni giorno ed il mio cuore confida in lei”.

Il Signore mi ha dato una donna forte 
e questo non la rende meno donna.

Il Signore mi ha dato ad una donna forte 
e questo non mi rende meno uomo.

I nostri rapporti di forza sono equilibrati dal Signore 
che ci ha vinto.


Un sardo ed una friulana possono trovare 
il loro punto di equilibrio solo nel cielo.

La forza di ciascuno 
è il sostegno dell'altro nel momento della prova.

So che se vacillo, cado nelle sue forti ed amorevoli braccia.

So che se vacilla sa confidare in Colui 
che sostiene il peso di ogni nostra debolezza.


Anche la mia compagna piange 
e talvolta mi ritrovo ad asciugare le sue lacrime.

Ma è un privilegio raro asciugare le lacrime di una donna forte.

E so che le sue stesse lacrime 
finiranno per lubrificare la sua forza.


Mi incanta vedere i miei figli 
accucciarsi fra le braccia di una mamma forte.

So che quando esco la mattina 
lascio una casa doppiamente sicura.

La sua forza ed il suo amore 
sono il doppio muro che cinge la nostra casa.

Questo amore riempie tutta la nostra casa 
e fortifica i nostri cuori.

Anche i nostri ospiti trovano in lei 
una forte accoglienza, ed io me ne compiaccio.

Questa è la conferma che la sua 
è una forza amica votata al bene degli altri.


Ma io questo lo so da quando l'ho sposata 
e l'ho sposata anche per questo.

Grazie Signore per il dono della mia forte-debole compagna!

SPOSI MAGGIORENNI - di Tonino Mele


Quando l'amore inizia a dettare l'agenda di una coppia, allora, i meno 90, meno 50, meno 30 giorni prima del matrimonio, devono diventare i più 20, più 40, più 60 anni del matrimonio, “finché morte non ci separi”. 

Noi oggi abbiamo compiuto 18 anni e mia moglie dice che siamo diventati “maggiorenni” nel matrimonio...e io sorrido. “Diciotto anni” vogliono dire che il tempo del nostro amore continua, lotta e cerca di diventare sempre più un amore senza tempo, che non vien meno con il logorio e le rughe della vita.

Noi crediamo che il matrimonio è un treno a lunga percorrenza e un prodotto a lunga conservazione: non si scende alla prima stazione e non scade al primo litigio!

Noi crediamo che sia possibile questo tipo di amore, anche se l'ufficiale di stato civile che ci ha sposati non ce l'ha detto e neppure ne abbiamo trovato traccia negli articoli della Costituzione che ci ha letto.

Noi crediamo che sia possibile perché Dio, il nostro Dio, quello mio e di mia moglie, che è l'inventore del matrimonio, è Lui che ci ha dato pure le istruzioni per l'uso.
 
In un brano del libro dei Proverbi 5:18-20, vengono indicati 3 aspetti chiave per vivere un amore senza tempo:
 
1. L'umore coniugale: “Vivi lieto con la sposa della tua gioventù.” (v.18)
 
2. L'atmosfera coniugale: “Cerva d'amore, cavriola di grazia, le sue carezze t'inebrino in ogni tempo e sii sempre rapito nell'affetto suo.” (v.19)

3. Il “filo spinato” coniugale: “Perché, figlio mio, ti innamoreresti di un'estranea e abbracceresti il seno della donna altrui?” (v.20). 

Quando una coppia sa preservare “in ogni tempo” ed in modo esclusivo, la gioia e l'affettuosità dei primi giorni, facendo si che né i problemi né l'adulterio possano turbare questa oasi di pace, il tempo del loro amore si candida a diventare un amore senza tempo... almeno, finché dura il tempo di questa vita! 

LA MIA “FORTE-DEBOLE COMPAGNA”


 
 Quando penso alla mia compagna vedo 
forza e fragilità unite insieme.

Lei è un “vaso debole” che porta in dote tanta forza.

Lei è il mio “gigante dai piedi d'argilla”.

La sua forza non mi spaventa, 
perché Dio mi ha fatto custode della sua fragilità.

La sua forza mi rallegra, 
perché dà carattere al suo amore per me.

La sua forza è per me un enigma, 
perché “dal forte è uscito il dolce”.

E dalla sua forza esce continuamente 
il dolce  della sua tenerezza.


Se “l'amore è forte come la morte”, 
la mia compagna è forte come l'amore.

L'amore l'ha resa ancora più forte 
ed in quella forza trova rifugio il mio amore.

“Lei mi fa del bene ogni giorno ed il mio cuore confida in lei”.

Il Signore mi ha dato una donna forte 
e questo non la rende meno donna.

Il Signore mi ha dato ad una donna forte 
e questo non mi rende meno uomo.

I nostri rapporti di forza sono equilibrati dal Signore 
che ci ha vinto.


Un sardo ed una friulana possono trovare 
il loro punto di equilibrio solo nel cielo.

La forza di ciascuno 
è il sostegno dell'altro nel momento della prova.

So che se vacillo, cado nelle sue forti ed amorevoli braccia.

So che se vacilla sa confidare in Colui 
che sostiene il peso di ogni nostra debolezza.


Anche la mia compagna piange 
e talvolta mi ritrovo ad asciugare le sue lacrime.

Ma è un privilegio raro asciugare le lacrime di una donna forte.

E so che le sue stesse lacrime 
finiranno per lubrificare la sua forza.


Mi incanta vedere i miei figli 
accucciarsi fra le braccia di una mamma forte.

So che quando esco la mattina 
lascio una casa doppiamente sicura.

La sua forza ed il suo amore 
sono il doppio muro che cinge la nostra casa.

Questo amore riempie tutta la nostra casa 
e fortifica i nostri cuori.

Anche i nostri ospiti trovano in lei 
una forte accoglienza, ed io me ne compiaccio.

Questa è la conferma che la sua 
è una forza amica votata al bene degli altri.


Ma io questo lo so da quando l'ho sposata 
e l'ho sposata anche per questo.

Grazie Signore per il dono della mia forte-debole compagna!

SPOSI MAGGIORENNI - di Tonino Mele


Quando l'amore inizia a dettare l'agenda di una coppia, allora, i meno 90, meno 50, meno 30 giorni prima del matrimonio, devono diventare i più 20, più 40, più 60 anni del matrimonio, “finché morte non ci separi”. 

Noi oggi abbiamo compiuto 18 anni e mia moglie dice che siamo diventati “maggiorenni” nel matrimonio...e io sorrido. “Diciotto anni” vogliono dire che il tempo del nostro amore continua, lotta e cerca di diventare sempre più un amore senza tempo, che non vien meno con il logorio e le rughe della vita.

Noi crediamo che il matrimonio è un treno a lunga percorrenza e un prodotto a lunga conservazione: non si scende alla prima stazione e non scade al primo litigio!

Noi crediamo che sia possibile questo tipo di amore, anche se l'ufficiale di stato civile che ci ha sposati non ce l'ha detto e neppure ne abbiamo trovato traccia negli articoli della Costituzione che ci ha letto.

Noi crediamo che sia possibile perché Dio, il nostro Dio, quello mio e di mia moglie, che è l'inventore del matrimonio, è Lui che ci ha dato pure le istruzioni per l'uso.
 
In un brano del libro dei Proverbi 5:18-20, vengono indicati 3 aspetti chiave per vivere un amore senza tempo:
 
1. L'umore coniugale: “Vivi lieto con la sposa della tua gioventù.” (v.18)
 
2. L'atmosfera coniugale: “Cerva d'amore, cavriola di grazia, le sue carezze t'inebrino in ogni tempo e sii sempre rapito nell'affetto suo.” (v.19)

3. Il “filo spinato” coniugale: “Perché, figlio mio, ti innamoreresti di un'estranea e abbracceresti il seno della donna altrui?” (v.20). 

 
Quando una coppia sa preservare “in ogni tempo” ed in modo esclusivo, la gioia e l'affettuosità dei primi giorni, facendo si che né i problemi né l'adulterio possano turbare questa oasi di pace, il tempo del loro amore si candida a diventare un amore senza tempo... almeno, finché dura il tempo di questa vita! 

LA MIA “FORTE-DEBOLE COMPAGNA”


 
 Quando penso alla mia compagna vedo 
forza e fragilità unite insieme.

Lei è un “vaso debole” che porta in dote tanta forza.

Lei è il mio “gigante dai piedi d'argilla”.

La sua forza non mi spaventa, 
perché Dio mi ha fatto custode della sua fragilità.

La sua forza mi rallegra, 
perché dà carattere al suo amore per me.

La sua forza è per me un enigma, 
perché “dal forte è uscito il dolce”.

E dalla sua forza esce continuamente 
il dolce  della sua tenerezza.


Se “l'amore è forte come la morte”, 
la mia compagna è forte come l'amore.

L'amore l'ha resa ancora più forte 
ed in quella forza trova rifugio il mio amore.

“Lei mi fa del bene ogni giorno ed il mio cuore confida in lei”.

Il Signore mi ha dato una donna forte 
e questo non la rende meno donna.

Il Signore mi ha dato ad una donna forte 
e questo non mi rende meno uomo.

I nostri rapporti di forza sono equilibrati dal Signore 
che ci ha vinto.


Un sardo ed una friulana possono trovare 
il loro punto di equilibrio solo nel cielo.

La forza di ciascuno 
è il sostegno dell'altro nel momento della prova.

So che se vacillo, cado nelle sue forti ed amorevoli braccia.

So che se vacilla sa confidare in Colui 
che sostiene il peso di ogni nostra debolezza.


Anche la mia compagna piange 
e talvolta mi ritrovo ad asciugare le sue lacrime.

Ma è un privilegio raro asciugare le lacrime di una donna forte.

E so che le sue stesse lacrime 
finiranno per lubrificare la sua forza.


Mi incanta vedere i miei figli 
accucciarsi fra le braccia di una mamma forte.

So che quando esco la mattina 
lascio una casa doppiamente sicura.

La sua forza ed il suo amore 
sono il doppio muro che cinge la nostra casa.

Questo amore riempie tutta la nostra casa 
e fortifica i nostri cuori.

Anche i nostri ospiti trovano in lei 
una forte accoglienza, ed io me ne compiaccio.

Questa è la conferma che la sua 
è una forza amica votata al bene degli altri.


Ma io questo lo so da quando l'ho sposata 
e l'ho sposata anche per questo.

Grazie Signore per il dono della mia forte-debole compagna!

giovedì 3 novembre 2016

A come AMICIZIA






Ultimamente mi sono chiesta: come definisco io l’amicizia? Per te, che mi stai leggendo, che cos’è l’amicizia, quella vera, quella con la A maiuscola?

In Proverbi 18:24 è scritto che “c’è un amico più affezionato di un fratello”. Avete amicizie di questo genere? Io sì. Se ripenso agli anni passati, mi rendo conto che le mie migliori amiche sono quelle che hanno continuato ad amarmi nonostante si siano rese conto di tutti i miei difetti; sono quelle amiche con cui ho fatto le più pittoresche litigate, risate, avventure e quanto si possa fare con delle amiche “del cuore”.

Negli anni della mia gioventù a Roma avevo un’amica molto speciale, Daniela. All’inizio non ci potevamo proprio sopportare, quando eravamo costrette a stare insieme litigavamo di brutto e, stranamente comunque, ci ritrovavamo spesso nello stesso autobus, facevamo parte della stessa chiesa e dello stesso giro di amicizie e ci ritrovavamo nello stesso campeggio estivo. In una memorabile uscita con altre due coetanee, dopo pizzata e cinema, Daniela ed io abbiamo iniziato a bisticciare di brutto e, in romanesco - per strada - alta voce, ce ne siamo dette di tutti i colori. Le altre due ragazze erano alquanto imbarazzate e camminavano distanti da noi, facendo finta di non conoscerci. Siamo andate avanti così fino a mezzanotte, sfogando una sull’altra le nostre frustrazioni e sofferenze (entrambe stavamo passando un periodo di malattia seria e molto grave). Finalmente siamo andate a casa, ognuna per la sua strada. Arrivata a casa, comunque, non potevo dormire, mi sentivo tremendamente in colpa per le cattiverie che le avevo detto, quindi mi attaccai al telefono per chiederle perdono. Telefono occupato. Ci riprovai diverse volte. Telefono sempre occupato. “Anvedi questa, io sto sveglia per chiederle perdono e questa manco risponne…” Sapete perché Daniela non rispondeva? Perché lei stava facendo la stessa cosa: cercava di chiamarmi per chiedermi perdono. Finalmente, all’una di notte, ci siamo parlate, perdonate e siamo scoppiate a ridere ricordando la scenata pubblica che avevamo fatto. Da quel momento in poi non ci siamo più mollate. 

Le mie migliori amiche sono quelle persone con cui posso bisticciare e ridere con la stessa intensità, sono quelle poche persone che mi sanno leggere dentro e che, anche quando io le ferisco con i miei atteggiamenti o parole, continuano ad amarmi. Sono quei doni speciali che solo Dio è capace di fare: con tali persone posso piangere, ridere, pregare e sognare. Le mie migliori amiche sanno che non sono un soggetto facile ma anche sono coscienti che sono un cantiere in costruzione nelle mani di Dio, tanto quanto lo sono loro, quindi cerchiamo di essere reciprocamente misericordiose, pazienti e malleabili nelle mani di Dio. 

Proprio in questi giorni sto imparando che l’amicizia, quella vera, supera le tempeste peggiori ed è forte come una quercia, ma implica lavoro, sacrificio, impegno, umiltà, lealtà, fedeltà, sincerità, disponibilità a mettersi in gioco, ad aprirsi ed esporsi all’altra persona. L’amicizia non è qualcosa da trattare con superficialità, non è manipolazione, ma è un bene molto, ma molto prezioso, che va curato e apprezzato.

Uno dei miei obiettivi per quest’anno è essere una buona amica per le mie amiche… sembra un gioco di parole, ma ho imparato che se voglio avere delle buone amicizie, in primis, devo impegnarmi a essere io un’amica affidabile e disponibile per gli altri. Voglio seguire l’esempio di Gesù: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi. Nessuno ha amore più grande di quello di dare la sua vita per i suoi amici. Voi siete miei amici, se fate le cose che io vi comando. Io non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo signore; ma vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto conoscere tutte le cose che ho udite dal Padre mio.” (Giovanni 15:12-15) Gesù è il mio migliore amico ed esempio di vera, grande, indistruttibile amicizia. Ecco che cosa voglio realizzare quest’anno: amare le mie amiche con abnegazione e altruismo, gentilezza e generosità; voglio sforzarmi nel trasmettere con l’esempio e l’atteggiamento il carattere di Cristo; voglio essere strumento nelle mani di Dio per il bene delle mie amiche. So che da sola non ce la farò mai, ma il mio migliore amico, Gesù, lo farà IN me e ATTRAVERSO me.