giovedì 23 agosto 2018

Preconcetti

Preconcetto =  Concepito prima; si dice soprattutto di idee o giudizi formulati in modo irrazionale, sulla base di prevenzioni, di convinzioni ideologiche, di sentimenti istintivi, spesso per partito preso e senza una esperienza personale
(da Dizionario Enciclopedico Treccani).

Tempo fa, durante un culto domenicale, il nostro Pastore Jonathan Whitman predicò un messaggio dal Vangelo di Matteo: “Non giudicate, per non essere giudicati;  perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati”.

Bang! Pugno nello stomaco: la parola di Dio mi colpì al cuore!

Quanti di noi hanno il coraggio di ammettere di essere caduti, almeno una volta, nella trappola di giudicare gli altri in preda ai nostri preconcetti? O forse siamo stati oggetto della critica causata da preconcetti da parte di altri che, senza conoscere i nostri sentimenti o circostanze, ci hanno giudicato in un modo o nell’altro.

Ricordo la storia vera di un predicatore che fu chiamato da una chiesa per predicare una serie di sermoni  su un determinato argomento. Alla fine del seminario, il predicatore chiese al pastore il nome di un uomo, presumibilmente non credente e forse ubriacone disperato, che tutte le sere si sedeva in prima fila, entrava con una donna e  immancabilmente dopo pochi minuti piombava in un sonno profondo, mentre la donna prendeva appunti. L’uomo era mal vestito, sporco e con la barba lunga, quindi il predicatore dedusse che la moglie lo portasse in chiesa con la speranza che lui si ravvedesse e cambiasse vita. Così, condivise al pastore che avrebbe pregato per la conversione di quella persona. Il pastore corresse il predicatore dicendo: “Non è lui a non essere credente, ma lei. Quell’uomo è uno dei più fedeli diaconi della nostra chiesa, lavora come meccanico in una grande officina, inizia a lavorare  alle 8 e finisce alle 20. Aveva invitato sua moglie ad assistere ai tuoi sermoni e lei gli aveva promesso di venire, a patto che anche lui fosse stato presente. Quell’uomo non aveva tempo di andare a casa a cambiarsi o a mangiare. Nonostante fosse molto stanco, ha partecipato a tutti i tuoi studi per il bene di sua moglie”.  Il tema del seminario? Il Sermone sul  monte.

Bang! Pugno nello stomaco del predicatore, vittima dei suoi preconcetti!

Un’antica preghiera Apache dice: “Oh Grande spirito, preservami dal giudicare un uomo se prima non ho camminato un miglio nei suoi mocassini.” Ovviamente non credo che un eventuale grande spirito possa rispondere a questa preghiera, ma il nostro meraviglioso Dio lo può fare.
Questa è la mia preghiera quotidiana: “Caro Dio, preservami dalla critica e dal pregiudizio altrui, insegnami a non giudicare se prima non ho ascoltato o conosciuto le emozioni o esperienze di tale persona, e fa che io sia costruttiva e non distruttiva”.
Siamo tutti portati a giudicare chi ci sta intorno. L’unico che ha vissuto senza preconcetti è Gesù, che conosceva il cuore e le circostanze di tutti. Ed è proprio Lui che ci dà un’alternativa alla critica causata dal preconcetto o pregiudizio. In Matteo 7 egli afferma: “Non giudicate, per non essere giudicati; perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati. Perché osservi la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio?  O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell'occhio tuo c'è la trave? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello. Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto;  perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.  Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti”.
Una vita rivoluzionaria, una preghiera continua, un atteggiamento umile, altruista e compassionevole: non solo Gesù è l’esempio per eccellenza, Lui è la forza motrice per insegnarci, trasformarci e permetterci di vivere una vita fuori dagli standard del mondo per perseguire i suoi standard. Questa è la mia sfida quotidiana e, spero, divenga anche la tua

mercoledì 1 agosto 2018

Una vita cristocentrica


Qualche tempo fa un credente mi ha detto: “Con tutto quello che succede nel mondo, figurati se al Signore importa come mi comporto sul posto di lavoro..."

Dio è interessato a ogni aspetto della vita di coloro che hanno riconosciuto pubblicamente in Cristo Gesù il proprio Signore e Salvatore e che prendono sul serio ogni parola delle Sacre Scritture. Dio ha il diritto di “intromettersi” nella vita di queste persone, in ogni cosa che li riguarda: lavoro, pensieri, sogni e quant’altro. John Piper, basandosi sulle parole divinamente ispirate di Paolo agli Efesini, ha scritto alcune riflessioni riguardo al nostro impegno di vivere l’aspetto lavorativo come servi di Dio.

"Servi, ubbidite sinceramente ai vostri padroni con premura e rispetto, come se serviste Cristo stessoNon lavorate soltanto quando il padrone vi guarda, per ricevere la sua approvazione, ma impegnatevi con tutto il cuore, come se serviste Cristo e non gli uomini, facendo ben volentieri la volontà di DioSappiate che il Signore vi ripagherà per ogni buona azione che fate…(Efesini 6:5-8 Versione in Lingua Moderna).

Se siamo autentici discepoli di Cristo, è inconcepibile pensare che Dio consideri alcune aree della nostra vita come se fossero meno importanti di altre. Se veramente siamo dei cristiani nati di nuovo, siamo chiamati a vivere una vita radicalmente cristocentrica, anche quando nessuno ci vede. Questo vuol dire che Cristo dev'essere al centro dei nostri pensieri ventiquattro ore su ventiquattro. Anche se non posso controllare i miei sogni, Gesù puo' essere il mio ultimo pensiero prima di addormentarmi e il primo appena sveglia.

La vita un discepolo di Cristo non puo' avere aree in cui Dio non può entrare. Non è possibile ricordarsi di Dio solo di domenica o durante le feste comandate. Vivere totalmente concentrate su Cristo significa glorificare Dio in ogni attività che svolgiamo.

Rispetto, onestà, bontà, atteggiamento servizievole, amore, generosità e altruismo dovrebbero caratterizzare la nostra personalità con lo scopo di glorificare Dio. Dovremmo parlare, pensare e agire come ambasciatori di Cristo. Se davvero siamo cristiani ce la possiamo fare, perché lo Spirito Santo vive in noi. Dire: “Non ce la faccio!” equivale ad accusare lo Spirito Santo d’incapacità, perché “Io posso ogni cosa in Colui che mi fortifica” (Filippesi 4:13). Se Dio non mente (e Lui non lo farà mai) significa che posso davvero vivere una vita cristocentrica e portare avanti il mio ruolo di ambasciatrice di Cristo. La Parola di Dio responsabilizza i cristiani a servire, amare e vivere con la giusta motivazione: la gloria di Dio.

Il governo o il tuo datore di lavoro non sono i tuoi principali supervisori. Non essere dipendente dall’opinione altrui e inizia a vivere e a lavorare per Dio!
Ogni piccola e insignificante cosa che facciamo acquista un grande valore quando viene fatta per Dio e per la Sua Gloria.

In 1° Timoteo 1:12 Paolo dice: “Ringrazio Gesù Cristo nostro Signore: Egli mi ha stimato degno di fiducia e mi ha dato un incarico e mi dà la forza di compierlo”.

OGNI vero cristiano ha la responsabili di essere testimone e ambasciatore del Signore dell’universo quando si trova sul posto di lavoro, mentre fa la fila alla posta e anche quando si rilassa alla fine di una giornata piena di attività. Dio ci ha affidato questo incarico e il suo Santo Spirito, che vive in noi ci renderà capaci di compierlo.

Tutto questo è attuale e importante se ci dichiariamo cristiani, veri discepoli di  Cristo. Se non sei mai diventato un cristiano, hai problema serio da risolvere e t’incoraggio a pensarci prima che sia troppo tardi.

La mia sfida quotidiana è quella di vivere una vita cristocentrica e ricordare a me stessa che devo fare ogni cosa per l'onore di Dio perché sono una sua serva e sua figlia.
Qual è la tua sfida?