giovedì 3 novembre 2016

A come AMICIZIA






Ultimamente mi sono chiesta: come definisco io l’amicizia? Per te, che mi stai leggendo, che cos’è l’amicizia, quella vera, quella con la A maiuscola?

In Proverbi 18:24 è scritto che “c’è un amico più affezionato di un fratello”. Avete amicizie di questo genere? Io sì. Se ripenso agli anni passati, mi rendo conto che le mie migliori amiche sono quelle che hanno continuato ad amarmi nonostante si siano rese conto di tutti i miei difetti; sono quelle amiche con cui ho fatto le più pittoresche litigate, risate, avventure e quanto si possa fare con delle amiche “del cuore”.

Negli anni della mia gioventù a Roma avevo un’amica molto speciale, Daniela. All’inizio non ci potevamo proprio sopportare, quando eravamo costrette a stare insieme litigavamo di brutto e, stranamente comunque, ci ritrovavamo spesso nello stesso autobus, facevamo parte della stessa chiesa e dello stesso giro di amicizie e ci ritrovavamo nello stesso campeggio estivo. In una memorabile uscita con altre due coetanee, dopo pizzata e cinema, Daniela ed io abbiamo iniziato a bisticciare di brutto e, in romanesco - per strada - alta voce, ce ne siamo dette di tutti i colori. Le altre due ragazze erano alquanto imbarazzate e camminavano distanti da noi, facendo finta di non conoscerci. Siamo andate avanti così fino a mezzanotte, sfogando una sull’altra le nostre frustrazioni e sofferenze (entrambe stavamo passando un periodo di malattia seria e molto grave). Finalmente siamo andate a casa, ognuna per la sua strada. Arrivata a casa, comunque, non potevo dormire, mi sentivo tremendamente in colpa per le cattiverie che le avevo detto, quindi mi attaccai al telefono per chiederle perdono. Telefono occupato. Ci riprovai diverse volte. Telefono sempre occupato. “Anvedi questa, io sto sveglia per chiederle perdono e questa manco risponne…” Sapete perché Daniela non rispondeva? Perché lei stava facendo la stessa cosa: cercava di chiamarmi per chiedermi perdono. Finalmente, all’una di notte, ci siamo parlate, perdonate e siamo scoppiate a ridere ricordando la scenata pubblica che avevamo fatto. Da quel momento in poi non ci siamo più mollate. 

Le mie migliori amiche sono quelle persone con cui posso bisticciare e ridere con la stessa intensità, sono quelle poche persone che mi sanno leggere dentro e che, anche quando io le ferisco con i miei atteggiamenti o parole, continuano ad amarmi. Sono quei doni speciali che solo Dio è capace di fare: con tali persone posso piangere, ridere, pregare e sognare. Le mie migliori amiche sanno che non sono un soggetto facile ma anche sono coscienti che sono un cantiere in costruzione nelle mani di Dio, tanto quanto lo sono loro, quindi cerchiamo di essere reciprocamente misericordiose, pazienti e malleabili nelle mani di Dio. 

Proprio in questi giorni sto imparando che l’amicizia, quella vera, supera le tempeste peggiori ed è forte come una quercia, ma implica lavoro, sacrificio, impegno, umiltà, lealtà, fedeltà, sincerità, disponibilità a mettersi in gioco, ad aprirsi ed esporsi all’altra persona. L’amicizia non è qualcosa da trattare con superficialità, non è manipolazione, ma è un bene molto, ma molto prezioso, che va curato e apprezzato.

Uno dei miei obiettivi per quest’anno è essere una buona amica per le mie amiche… sembra un gioco di parole, ma ho imparato che se voglio avere delle buone amicizie, in primis, devo impegnarmi a essere io un’amica affidabile e disponibile per gli altri. Voglio seguire l’esempio di Gesù: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi. Nessuno ha amore più grande di quello di dare la sua vita per i suoi amici. Voi siete miei amici, se fate le cose che io vi comando. Io non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo signore; ma vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto conoscere tutte le cose che ho udite dal Padre mio.” (Giovanni 15:12-15) Gesù è il mio migliore amico ed esempio di vera, grande, indistruttibile amicizia. Ecco che cosa voglio realizzare quest’anno: amare le mie amiche con abnegazione e altruismo, gentilezza e generosità; voglio sforzarmi nel trasmettere con l’esempio e l’atteggiamento il carattere di Cristo; voglio essere strumento nelle mani di Dio per il bene delle mie amiche. So che da sola non ce la farò mai, ma il mio migliore amico, Gesù, lo farà IN me e ATTRAVERSO me.