venerdì 30 dicembre 2011

RACCONTO DI NATALE


    In una casa più o meno umile di un paese qualunque, viveva una famiglia composta dal marito, dalla moglie e dai loro due figli. Juan era il figlio maggiore di 24 anni, quasi avvocato e Priscilla, la minore di appena 4 anni. Con l'approssimarsi del Natale, il padre aveva comprato un rotolo di cinque metri di carta argentata per poter confezionare i regali, prima di metterli nel modesto alberello, allestito dai primi di dicembre, nell'ingresso della casa.
    La notte del 23, l'uomo si decise a impacchettare i regali, più simbolici che preziosi, per la vigilia di Natale. Che sorpresa sgradevole fu trovare nel ripiano dell'armadio, il tubo di cartone dov'era arrotolata la carta argentata, spogliato dei cinque metri di costosissima carta da regalo. I soldi scarseggiavano nella famiglia e possibilmente per questo, malgrado l'ora avanzata, il signore scoppiò dall'ira e mandò a chiamare la sua famiglia per vedere chi aveva utilizzato la carta che lui aveva comprato per i regali. La piccola Priscilla apparve a testa bassa per dire a suo padre che l'aveva usata lei.
    - Però non ti rendi conto che quella carta era molto costosa e che tuo papà ha dovuto lavorare diversi giorni per comprarla? Potresti dirmi per quale sciocchezza hai usato la carta argentata? La bambina uscì correndo e ritornò con un pacchetto delle dimensioni di una scatola di scarpe, avvolto in vari strati della costosa carta, che adesso era stropicciata ed inutilizzabile.
    - Non ti ha detto tua madre che non devi toccare le cose dei grandi per i tuoi giochi? Come ti viene in mente di avvolgere quella scatola in cinque metri di carta argentata?
    - E' un regalo di Natale, papà - disse Priscila - per l'alberello.
    - E si può sapere per chi è questo regalo così prezioso da usare tutto il rotolo di carta per confezionarlo?
     - E per chi potrebbe essere? Per te, papà.
    L'uomo si intenerì e abbracciandola le chiese scusa per le grida. Come succede a tutti, con il regalo in mano volle sapere cosa conteneva e chiese a sua figlia il permesso per aprirlo.  Poco dopo, l'uomo tornò ad arrabbiarsi:
    - Quando dai un regalo a qualcuno, si suppone che deve contenere qualcosa. Hai usato tutta quella carta per confezionare una scatola vuota?
    Alla piccola le si gonfiarono gli occhi di lacrime e disse: La scatola non è vuota, papà, io vi ho soffiato all'interno cinquantotto baci per te. Il padre alzò la bambina e le supplicò che perdonasse la sua cecità e la sua ignoranza. Dicono che l'uomo conservò per sempre la scatola sotto il suo letto e che ogni qualvolta che si sentiva abbattuto, apriva la scatola e prendeva un bacio di sua figlia.
    Ciò lo aiutava a recuperare la consapevolezza di ciò che era importante e di ciò che era solo una sciocchezza. 
 (di Jorge Bucay)

Ricorda: l'apparenza spesso inganna! Gesù è nato, non in un palazzo reale, ma in una mangiatoria, eppure è il Re dei Re. Non ha vissuto come un sovrano, ma come un servo, anche se Lui è il Creatore Signore e Sovrano di tutto l'universo. Non ha scelto di sedersi sul trono del re Davide, anche se gli spettava di diritto; ha scelto invece la croce. Gesù non ti offre ricchezza materiale o benessere momentaneo su questa terra, ma, se lo riconosci come tuo Dio, Signore, Salvatore della tua vita, ti offre la vita eterna, il perdono dei tuoi peccati e il diritto di essere figlio di Dio. Sta scritto: "Ma a tutti quelli che lo hanno ricevuto,Egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio, ciuoè a coloro che credono in Lui. Non diventano figli di Dio per una rinascita fisica, risultante dalla volontà dell'uomo o dalla sua passione, ma sono nati da Dio."  (Giovanni 1:12-13)   

sabato 24 dicembre 2011

La Recita di Natale



Doveva fare solo una piccola parte, e recitare un’unica battuta: “Per voi non c’è posto!”. Giovanni era un bambino semplice, non molto spigliato, per cui le maestre avevano deciso di fargli fare il locandiere a cui Giuseppe e Maria si sarebbero rivolti la notte della natività. Una sola scena: doveva aprire la porta e rifiutare seccamente la famigliola. Solo questo.

E venne il giorno della recita. Arrivati alla sua parte, come da copione gli attori Giuseppe e Maria giunsero alla porta di Giovanni e bussarono. Giovanni aprì la porta, e si trovò davanti la stanca famigliola. Non avevano mai recitato in costume, per cui il bambino rimase visibilmente stupito dalla enorme pancia di Maria, che sembrava realmente stanca di portare quel fardello. Tutti aspettavano quel: “Per voi non c’è posto”, ma niente… Giovanni proprio non ce la faceva! Da dietro le quinte le maestre e i compagni iniziarono a suggerire, incalzando: “Devi dire: ‘Per voi non c’è posto’, ‘Non c’è posto!’ ”.

Passò qualche momento, poi alla fine Giovanni si rivolse a Giuseppe e Maria e disse: “Lo so che devo dire: ‘Non c’è posto per voi’, ma se volete… vi cedo la mia camera!”.

Questa storiella, che può farci anche sorridere, ci insegna però due importanti lezioni: la prima, che il nostro cuore dovrebbe essere come quello di Giovanni: sincero e pronto ad accogliere  chi ha bisogno, anche a costo di dargli quello che ci appartiene; la seconda: non c'era posto negli alberghi per Gesù, ma nei nostri cuori e nelle nostre case, Gesù troverà posto da queste festività in poi? Oppure ci limiteremo a festeggiare e pasteggiare con amici e parenti per poi rimettere nelle scatole tutti gli addobbi e dimenticarci di Gesù?

giovedì 15 dicembre 2011

Letterina a Gesù


Questo Natale non scrivo, "Caro Babbo Natale".
Mi rivolgo a qualcuno molto più speciale.
Voglio scrivere ad un Bambino
Come me, piccolino.
Perché Lui mi vuole bene
Ed è contento quando stiamo insieme.
Voglio chiederGli di portarmi dei regali,
Non bambole, giochi e animali,
Ma felicità, pace e amore
Che riempiono ogni singolo cuore.
Voglio chiederGli un'altra cosa,
Che non è poi tanto costosa:
Di ricordare a tutta la gente,
Bambini, amici e ogni parente,
Che oggi è nato Gesù!
Ricordatelo anche tu,
Che leggi la mia poesia.
E non è una pazzia!
Voglio ricordare a tutto il mondo:
Alla maestra, al poliziotto e anche al vagabondo,
Che Gesù è il motivo del Natale!
È Lui che mi ama e mi rende speciale.
Una vita nuova può essere nostra,
Per amarLo, servirLo e metterLo in mostra.
E così, cari miei, io scelgo Gesù.
Per questo Natale, chi sceglierai tu?

Questa poesia è stata scritta dalla tredicenne Sarah Carlson, nata a Roma.
"© www.MissionePerTe.it".