mercoledì 9 maggio 2012

Dedicato alla nostra mamma, Cini Silvia.



Mamma, solo per te la mia canzone vola,
mamma , sarai con me, tu non sarai più sola!
Quanto ti voglio bene!
Queste parole d'amore che ti sospira il mio cuore
forse non s'usano più, mamma!
ma la canzone mia più bella sei tu!
Sei tu la vita e per la vita non ti lascio mai più!

C. A.Bixio - B.Cherubini, tratto dalla canzone "Mamma"

Questa era la sua canzone preferita quando noi eravamo bambini. Ricordo che ad una festa (compleanno o festa della mamma), le abbiamo comprato questo disco e lei lo suonava e cantava continuamente. Ora non è più con noi ma è con il nostro amato Signore Gesù. Non più lacrime, medicine, dolori, frustrazioni … solo immensa e perfetta gioia in attesta che anche il suo corpo rinchiuso ora in una tomba, verrà riscattato, reclamato dal nostro Dio e glorificato sgrazie all’opera completa e alla vittoria di Cristo Gesù.

Sarà ricordata da molti come una donna di preghiera, una combattente, una evangelista. Se noi siamo ciò che siamo oggi è perché Dio ha scelto lei per essere la nostra mamma, uno strumento nelle Sue mani che, negli anni, ci ha permesso di crescere, maturare, sviluppare il carattere che abbiamo oggi.
Rimpianti? Tanti … Nostalgia? Indescrivibili … Pace e gioia però sono assicurate perché sappiamo che la rivedremo e passeremo insieme l’eternità.

Pensando alla sua vita come alla nostra, mi vengono in mente le seguenti parole che dedico a Annalisa e Gianni, mia preziosa sorella e fratello, ai piei parenti lontani, a Donatella, che ha perso da poco la sua mamma, a Fred che ha salutato da poco il suo babbo e a quanti proprio in questi giorni piangono per la dipartita di un loro congiunto.
Grazie a Dio, possiamo dire “ARRIVEDERCI, MAMMA, e GRAZIE DI TUTTO!” No, non è un addio, perché lei ha creduto in Cristo e ha fatto sua la salvezza acquistata dal nostro amato Signore. Che dio vi benedica immensamente!

DAL DIARIO DI UNA TAZZA DI THE’

Mi ricordo dell’epoca in cui, prima di essere una tazza, ero una palla d’argilla. Un giorno, il mio Padrone mi prese, e si mise a sbattermi tra le Sue mani, e a modellarmi. Mi stava facendo male e Lo supplicavo di fermarsi, ma Lui mi sorrise dicendo:
“NON ANCORA!”

Avevo così male al cuore che credevo che fosse arrivata la mia fine. Ma, per fortuna, la cosa finì! Poi mi ripose su un piatto da vasaio e mi fece girare, girare, girare … Non capivo perché volesse farmi passare per il fuoco. Allora urlai, e Lo supplicai di fermarsi, di tirarmi fuori. Attraverso il finestrino del forno, distinguevo ancora il Suo viso, e Lo vidi sorridere e scuotere il capo, dicendo:
 “NON ANCORA!”

Poi, d’un tratto, mi prese e si mise a spazzolarmi. Prese un pennello e mi spennellò con ogni tipo di colore maleodorante. I vapori dei colori erano così forti, che pensavo di svenire. Lo implorai di fermarsi, ma con lo stesso sorriso, mi disse di nuovo:
 “NON ANCORA!”

Fu allora che mi pose in un altro forno, due volte più caldo del primo. Questa volta, stavo soffocando, ne ero certa. In lacrime, Lo supplicai, ma ancora una volta, il Padrone si accontentò di sorridermi e mi disse:
 “NON ANCORA!”

Infine, la porta del forno si aprì completamente e il Padrone annunciò:
“ORA!”

Mi prese tra le mani e mi depose su uno scaffale. Poi, mi tese uno specchio e mi disse:
“GUARDATI!”

Non credevo ai miei occhi e gridai:
“CHE MAGNIFICA TAZZA!”

Allora il Padrone spiegò:
“Vorrei che tu comprendessi questo: sì, Io ti colpivo e ti modellavo, pur sapendo di farti male. Sapevo anche che il piatto del vasaio ti avrebbe provocato le vertigini. Ma se non mi fossi occupato di te in questo modo, tu saresti seccata e saresti rimasta per sempre una semplice palla di argilla. La tua personalità non avrebbe potuto svilupparsi. Sapevo che il primo forno era bollente, ma se non ci fossi passata, ti saresti sbriciolata. Sapevo anche che eri disturbata dalla pittura, ma se ti avessi risparmiata, la tua vita sarebbe rimasta senza colore. E sapevo bene che il secondo forno sarebbe stato per te insopportabile! Ma, vedi, se non ci fossi entrata, tu non saresti stata capace si resistere alle pressioni della vita. La tua forza non sarebbe bastata e tu non saresti sopravvissuta a lungo. Vedi, che mentre tutto ti è sembrato difficile, Io mi stavo prendendo cura di te. Sapevo ciò che saresti diventata. Fin dal primo istante, Io intravedevo già il prodotto finito!”

“Il giusto muore, e nessuno vi bada; gli uomini buoni sono tolti di mezzo, e nessuno considera che il giusto è tolto di mezzo per sottrarlo ai mali che sopraggiungono. Egli entra nella pace; quelli che hanno camminato per la retta via riposano sui loro letti.”
Isaia 57:1-2

1 commento:

  1. Quanto ti capisco, la scomparsa della mia cara mamma 100 giorni orsono brucia ancora! Andrea Diprose

    RispondiElimina