martedì 30 aprile 2024

 È stato un bene per me essere afflitto, 

perché imparassi i tuoi statuti. 

(Salmo 119:71)

Perché Dio permette che i Suoi fedeli sperimentino malattia, sofferenze e difficoltà di ogni genere? Se Dio è lo stesso Dio della Bibbia, perché non guarisce come ai tempi di Gesù o degli apostoli? Dio compie miracoli ancora oggi? 

 

Sono stata sfidata a riflettere e a rispondere a queste domande proprio nelle ultime settimane. Chi mi conosce sa che amo Dio, mi fido di Dio e, da oltre trent’anni più o meno, combatto con problemi di salute e malattia di vario genere. Eppure, Dio compie miracoli nella mia vita di continuo, ma non mi guarisce. MI sono mai chiesta il perché? Certamente sì, e Dio mi ha risposto come e quando Lui lo riteneva opportuno. Il problema, con noi esseri umani, è che alle volte le risposte di Dio non ci piacciono e pensiamo a Dio, o solo quando abbiamo bisogno di Lui o come se Lui fosse ai nostri ordini e al nostro servizio. Qualcuno una volta ha detto che il vero miracolo è vedere persone nelle difficoltà che, nonostante le sofferenze, si fidano di Dio, continuano a lodarlo e si mettono al servizio degli altri, malgrado i loro limiti fisici. 

 

Mio cognato, Tonino Mele, ha pubblicato un articolo molto bello che vorrei condividere con voi riguardo alla guarigione fisica. 

 

GUARIGIONE A TUTTI I COSTI?


"Ora, affinché sappiate che il Figlio dell'uomo ha sulla terra il potere di perdonare i peccati, io ti dico», disse all'uomo paralizzato, «alzati, prendi il tuo lettuccio e và a casa tua». 

E subito egli si alzò in loro presenza, prese il suo giaciglio e se ne andò a casa sua, 

glorificando Dio" 

(Luca 5:24-25). 


Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona e scooter


Si racconta che Joni Eareckson Tada, una giovane cristiana rimasta paraplegica a seguito di un tuffo dove batté la testa, quando lesse questo brano, volle anch'essa fare questa esperienza: essere guarita come 'l'uomo paralizzato del racconto evangelico. Ecco quello che racconta lei stessa:


“E così facevo il giro delle riunioni di guarigione, seguivo l’ordine delle Scritture per la guarigione fisica, gli anziani pregavano e mi ungevano con l’olio e io confessavo più peccati di quanti ne potessi ricordare. Ma dopo due incontri tenuti dalla guaritrice Kathryn Kuhlman (la Benny Hinn di quei tempi), piombai nella disperazione. Le mie braccia e le mie gambe restavano immobili. Dio non sapeva che mi sentivo persa senza gli arti funzionanti? Non capiva che dentro ero ancora una forte atleta? Certamente sapeva che io ero la candidata meno qualificata per godermi la vita in carrozzella. Dopo il terzo incontro di guarigione, mia sorella mi riportò a casa nella nostra fattoria nel Maryland. Per tutto il tragitto continuai a ripetere furiosamente ‘Che tipo di Salvatore, che tipo di soccorritore o guaritore rifiuterebbe la preghiera di una paralitica? Soprattutto di una paralitica che proclama Cristo come suo Salvatore?’ Mi sentivo confusa e totalmente persa. Una mattina mi svegliai presto, mi guardai intorno nella stanza buia e decisi di non alzarmi. ‘Se non posso essere guarita, pensai, allora non lo farò… Non ho intenzione di vivere così!’ Restai a letto quel giorno. E il seguente. E la settimana seguente. La disperazione era claustrofobica e alla fine piansi: “Non posso vivere così. Sono persa. Dio mostrami come vivere.” Fu la mia prima supplica di aiuto. Poi arrivarono le belle giornate quando mia sorella mi alzò dal letto, mise una Bibbia su un leggio sistemando lì davanti la mia carrozzella. Giravo le pagine con un bastoncino in bocca cercando di trovare un senso al tutto. Ho imparato che il centro del piano di Cristo è salvarci dal peccato. I nostri mali, sofferenze fisiche e le relazioni spezzate non sono il Suo scopo – si interessa molto a queste cose, ma esse sono sintomi di un grande problema in questo mondo decaduto. Lo scopo di Dio non è farci sentire a nostro agio. Lui vuole insegnarci a odiare le nostre trasgressioni mentre aumenta l’amore che proviamo per Lui”.


Questa testimonianza illustra molto bene la Sovranità di Dio relativa alla malattia e alla guarigione. Ancora oggi Dio può operare guarigioni che possono lasciare meravigliati non solo i pazienti guariti, ma anche i loro medici curanti. Ma Dio può perseguire un piano che può anche essere diverso da quello che noi desideriamo. In molti casi Dio si è glorificato anche nel modo in cui i suoi figli hanno convissuto con una malattia o un deficit cronico. Ed è ingiusto dire che chi non guarisce è dovuto al fatto che manca di fede, perché in certi casi ci vuole molta più fede ad accettare la malattia e continuare a credere e lodare Dio malgrado essa. Joni stessa ne è un esempio. Ecco cosa dice: 


“Dio guarisce miracolosamente? Certo che lo fa. Ma in questo mondo decaduto, è ancora l’eccezione, non la regola. Una risposta negativa alla mia richiesta di una guarigione fisica miracolosa ha significato una purificazione continua dal peccato, un amore per chi è perduto, una compassione più grande, una speranza senza fine, un appetito per la grazia, un aumento della fede, un desiderio felice del paradiso, un desiderio di servire, un piacere nella preghiera e una fame per la Sua Parola. Sia benedetta la mia carrozzella, la mia severa insegnante!”


Tonino Mele


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giovedì 4 aprile 2024

Quando i NO di Dio ci bastano e ci danno pace...

“Dio Mio, Dio Mio, perché Mi hai abbandonato!? - E Gesù, avendo di nuovo gridato a gran voce, rese lo spirito.” (Vangelo di Matteo27:46,50) Queste sono le ultime parole gridate, urlate, da Gesù sulla croce. Matteo poi scrisse che la cortina del Tempio, che simboleggiava la separazione fra Dio e l’umanità, si squarciò da cima a fondo nel momento stesso che Gesù esalava l’ultimo respiro. Quella fu l’unica volta che Gesù in preghiera non si rivolgeva a Dio con il termine “Padre” ma con YHWH. Altre due frasi rimpostate dagli evangelisti nel Nuovo Testamento e pronunciate da Gesù sulla croce furono: “Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno - Padre, nelle tue mani rimetto lo spirito mio...” Dopodiché, Dio condannò Suo Figlio alla morte per i nostri peccati... Le ultime parole gridate da Gesù ci ricordano il profondo dolore, l’abbandono, la solitudine, le emozioni frantumate di Gesù morente. Certamente le sofferenze e i dolori fisici di Gesù in quelle ultime ore furono atroci, ma la Bibbia ci parla di un dolore ancora più grande e incomprensibile per noi: in quel momento Gesù, l’Agnello di Dio, pagava il prezzo per il riscatto dell’umanità.

 

Ti sei mai sentito/a abbandonato/a da Dio? Hai mai gridato nel tuo cuore Dio dove sei? Perché mi hai abbandonato?”Forse sì o forse no, sicuramente, se fai parte della razza umana, avrai provato almeno una volta solitudine, abbandono, dolore fisico o emotivo... Io ho provato tutto questo e non solo una volta, ma ti garantisco che non mi sono mai e poi mai sentita abbandonata da Dio. Questa è anche l’esperienza del mio carissimo amico Stefano che da anni lotta con tumore, metastasi, dolori praticamente in ogni parte del corpo, lunghe e strazianti corse al Pronto Soccorso, degenze ospedaliere e tanto altro ancora. Circa tre settimane fa ha scritto un articolo che mi ha toccato nel profondo, quindi lo voglio condividere con voi con il suo permesso; sono certa che vi farà riflettere.


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“Visto che la notte non si dorme più questa notte riflettevo sui vari dolori e cercavo di immaginarmi cosa stava succedendo nel mio corpo. Purtroppo, da una settimana, quando mi allungo, ho un dolore al petto destro, mi brucia come se ci stesse una padella rovente e alla scapola destra dietro mi sento una forte pressione che crea dolore, questo si aggiunge agli altri dolori che già avevo, non riesco a stare supino nel letto che è l'unica posizione che mi permette di dormire. Non so perché neanche gli antidolorifici riescono a spegnere quel fuoco quindi tutta la notte fatico a dormire, ho tanti risvegli e quel poco che dormo ho incubi motivati dal dolore che mi svegliano. Spero che dalla TAC che farò il 15 si riesca a capire cosa stia succedendo, temo che ci sia un nuovo versamento pleurico anche se inferiore rispetto ai 2 litri dell'anno scorso. 

Nella notte riflettevo e trovavo forza su questi versetti:

 

Salmo 63:6-7 - ‘Di TE mi ricordo nel mio letto, a TE penso nelle veglie notturne. 𝙋𝙤𝙞𝙘𝙝𝙚́ 𝙩𝙪 𝙨𝙚𝙞 𝙨𝙩𝙖𝙩𝙤 𝙞𝙡 𝙢𝙞𝙤 𝙖𝙞𝙪𝙩𝙤.’ Anche il salmista nell'insonnia pensava a Dio e alla sua bontà. Riflettevo ad un anno fa, a quando il versamento pleurico era talmente elevato che respiravo a fatica ed ero impossibilitato nei movimenti, inoltre riflettevo alla salute del passato, a quando non riuscivo a camminare se non con le stampelle, pensavo ai dolori che mi accompagnavano anche allora e al pensiero di questo non posso che essere grato a Dio e riconoscere che il suo aiuto e la sua presenza è stata una costante nella mia vita che mi ha sempre dato forza di andare avanti. Non vedo l'ora che tutto sparisca e che possa ritornare ad una vita ‘normale’ ma anche se così non fosse so che non sono solo Dio è con me e tutti voi siete con me. Grazie perché non mi lasciate solo. Salmo 54:4 "Ecco, Dio è il mio aiuto; il Signore è colui che sostiene l'anima mia.”

 

Condivido pienamente l’esperienza di Stefano, il nostro Dio non ci ha mai abbandonato e ha uno scopo ben preciso per le nostre malattie. L’Apostolo Paolo, anche lui sofferente, dopo aver pregato te volte per la liberazione dalla prova che gli provocava dolore, ha ricevuto un NO e una spiegazione da Dio che lo rese soddisfatto anche nella sofferenza; se riponi in Cristo Risorto la tua fiducia, se affidi a Lui i tuoi sogni, desideri, dolori, speranze e quant’altro, anche davanti ai NO di Dio, non sarai mai solo/a a doverli affrontare!

“Tre volte ho pregato il Signore perché l'allontanasse da me; ed egli mi ha detto: «La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza». Perciò molto volentieri mi vanterò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su di me. Per questo mi compiaccio in debolezze, in ingiurie, in necessità, in persecuzioni, in angustie per amor di Cristo; perché quando sono debole, allora sono forte.” (2 Lettera di Paolo ai Corinzi, 12:7-10)