Ebrei 3:18
Il fatto che
egli stesso sia stato tentato ed abbia sofferto
lo mette in grado di capirci
quando soffriamo, e di aiutarci quando siamo tentati.
Ebrei
5: 7-9
Infatti,
mentre era ancora qui sulla terra,
Cristo rivolse preghiere e suppliche a Dio
con grida e lacrime, perché soltanto lui poteva salvarlo
dalla morte. Poiché
Gesù gli era sempre stato fedele,
Dio ascoltò le sue preghiere e
lo liberò
dalla paura della morte.
Gesù, benché fosse figlio di Dio, imparò per esperienza,
Gesù, benché fosse figlio di Dio, imparò per esperienza,
dalle proprie sofferenze,
che cosa significasse obbedire. E
dopo essere stato reso perfetto,
egli è diventato sorgente di salvezza eterna
per tutti quelli che gli ubbidiscono.
Qualche
tempo fa, una mia carissima amica sposata con 4 figli, mi mandò questa frase
che circola nel web: “Madonna ha 55 anni
e sta con un 26 enne, Jennifer Lopez ne ha 47 e sta con un 26enne... tranquilla,
non sei single... il tuo lui non è ancora nato!” Mi ha fatto ridere, tanto…
Un’altra
amica single, che stava passando un periodo pesante, sia per circostanze
esterne sia per emozioni contrastanti, un giorno mi confidò il suo dolore e
sofferenza; in risposta le dissi semplicemente: “Ti capisco perfettamente, perché ci sono passata anch’io e alle volte
combatto le tue stesse battaglie.” La sua risposta che mi diede mi toccò nel
profondo: “Ti ringrazio, le tue parole mi
fanno bene… sei l’unica che mi dice ‘ti capisco’… le persone non si rendono
conto che già essere capite, ti aiuta tanto…”
Passiamo
tutti dei momenti pesanti in cui abbiamo bisogno di essere capiti e aiutati.
Che
cosa facciamo quando non riceviamo l’aiuto di cui noi pensiamo di aver bisogno? C’è chi si rinchiude nel proprio
guscio, in un angolino protetto della propria casa; chi inizia un drammatico
processo di autocommiserazione; chi si dà allo shopping sfrenato (se ne ha la
possibilità); chi invece osserva gli altri con critica o invidia. Tu che cosa
fai quando stai attraversando un periodo pesante? E
se siamo dalla parte di chi vuole aiutare chi sta attraversando un brutto
periodo che cosa facciamo?
Di
periodi pesanti nella mia vita ne ho passati tanti, soprattutto in ospedale. Ho
visto ogni tipo di “confortatori”: la
frase che preferisco, si fa per dire ovviamente, è la classica: “Pensa a chi sta peggio di te… pensa ai
bambini in Africa…”. Che dire poi di: “Devi
avere più fede, Dio ti sta mettendo in questa prova per farti crescere nella
fede…”; “La sofferenza è conseguenza del peccato, fa parte della vita e nessuno
ne deve essere esente…”; “Tutti prima
o poi ci dobbiamo passare…”; ”Devi
rassegnarti alla volontà di Dio, forza e coraggio… c’è sempre la luce in fondo
al tunnel…” Non mancano poi coloro che, nonostante tu conosca bene certe
verità, ti recitano una serie di versetti biblici “utili per consolare la gente afflitta”. Anni fa, uno zelante
predicatore, presentò un sermone per insegnare che Dio era pronto a darci tutto
ciò che chiedevamo in preghiera basandosi su un solo versetto: Matteo 4:9: “Tutte queste cose ti darò, se tu ti prostri
e mi adori.” Non si era reso conto che tali parole le aveva pronunciate
Satana?
In
tutte queste frasi o metodi di conforto c’è sicuramente un pizzico di verità (tranne
quella pronunciata da Satana s’intende), ma dobbiamo stare molto attenti se
vogliamo aiutare veramente chi ne ha bisogno: empatia, discernimento, sensibilità,
umiltà, amore e, soprattutto, attento ascolto e sincero interesse sono
necessari per comprendere di che cosa realmente necessita una persona. E
non dobbiamo mai dimenticare che Dio è e rimarrà sempre il Sovrano su ogni
situazione, persona o sofferenza; Lui sa che cosa sta facendo nella vita di
quella persona che sta attraversando la prova, o forse si sta servendo proprio di
quella persona per insegnare a te qualcosa.
Personalmente
alle volte ho bisogno di un semplice “ti
capisco”, altre invece, di farmi una bella risata per sdrammatizzare la
situazione, in altri momenti è utile che qualcuno venga da me per strapparmi
dal mio divano di autocommiserazione, e infine, ovviamente, ho bisogno di aiuto
per distogliere la mia mente da me stessa e dai miei problemi e vedere il tutto
dalla prospettiva di Dio, quindi siano benvenute le persone che mi ricordano le
promesse e la fedeltà di Dio con versetti della Bibbia. A
questo punto sorge spontanea una domanda: dove o da chi possiamo imparare per
essere veramente d’aiuto a qualcuno? La risposta è ovvia: Gesù. Leggendo i
Vangeli notiamo che Gesù trattava ogni persona individualmente, non usava le stesse
parole con tutti: Alle prostitute che si gettavano ai suoi piedi invocando il
perdono Gesù non citava versetti dell’Antico Testamento, ma offriva il Suo
perdono e incoraggiamento ad abbandonare il peccato e a seguirlo. Affrontando i
Sacerdoti e gli Scribi citava le Sacre Scritture che loro conoscevano e
avrebbero dovuto praticare. Gesù piangeva al funerale di un amico e si
divertiva al matrimonio di un familiare. Aveva un abbraccio e una parola giusta
e personale per ogni persona che richiedeva il Suo aiuto. Al momento opportuno,
rimproverava e correggeva idee sbagliate, denunciando anche il peccato degli
ipocriti. In Ebrei è scritto che Gesù è stato provato/tentato in ogni cosa
senza mai poeccare, quindi può comprendere le nostre battaglie e debolezze quotidiane.
Sì,
dirà qualcuno, ma Lui era Gesù… Sì, replico io, ma se Lo abbiamo riconosciuto
Signore e Salvatore della nostra vita, se lo Spirito Santo ci ha rigenerati e se
vogliamo seguire la Parola di Dio, Dio stesso dimora in noi e quindi anche noi
possiamo imparare da Cristo la meravigliosa arte dell’incoraggiamento, lasciandoci
guidare dallo Spirito Santo che si serve anche della Parola di Dio. La cosa
fondamentale per un autentico discepolo di Cristo è non trascurare mai, neppure
per un sol giorno, il proprio rapporto
con Dio, non leggendo la Bibbia e non passando del tempo con Lui in preghiera.
Un
ultimo pensiero: quando non puoi comprendere le difficoltà che sta
attraversando una persona non le dire “ti
capisco” se non lo puoi fare davvero; meglio un abbraccio, un cuore e
orecchio attento all’ascolto e un “spiegami
come ti senti e che sta succedendo nella tua vita, così pregherò meglio per
te…”
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