martedì 17 ottobre 2017

Ti Capisco!





Ebrei 3:18
 Il fatto che egli stesso sia stato tentato ed abbia sofferto 
lo mette in grado di capirci 
quando soffriamo, e di aiutarci quando siamo tentati.

Ebrei 5: 7-9 
Infatti, mentre era ancora qui sulla terra, 
Cristo rivolse preghiere e suppliche a Dio 
con grida e lacrime, perché soltanto lui poteva salvarlo 
dalla morte. Poiché Gesù gli era sempre stato fedele, 
Dio ascoltò le sue preghiere e 
lo liberò dalla paura della morte.
  Gesù, benché fosse figlio di Dio, imparò per esperienza, 
dalle proprie sofferenze, 
che cosa significasse obbedire. E dopo essere stato reso perfetto, 
egli è diventato sorgente di salvezza eterna 
per tutti quelli che gli ubbidiscono.


Qualche tempo fa, una mia carissima amica sposata con 4 figli, mi mandò questa frase che circola nel web: “Madonna ha 55 anni e sta con un 26 enne, Jennifer Lopez ne ha 47 e sta con un 26enne... tranquilla, non sei single... il tuo lui non è ancora nato!” Mi ha fatto ridere, tanto…

Un’altra amica single, che stava passando un periodo pesante, sia per circostanze esterne sia per emozioni contrastanti, un giorno mi confidò il suo dolore e sofferenza; in risposta le dissi semplicemente: “Ti capisco perfettamente, perché ci sono passata anch’io e alle volte combatto le tue stesse battaglie.” La sua risposta che mi diede mi toccò nel profondo: “Ti ringrazio, le tue parole mi fanno bene… sei l’unica che mi dice ‘ti capisco’… le persone non si rendono conto che già essere capite, ti aiuta tanto…”

Passiamo tutti dei momenti pesanti in cui abbiamo bisogno di essere capiti e aiutati.
Che cosa facciamo quando non riceviamo l’aiuto di cui noi pensiamo di aver bisogno? C’è chi si rinchiude nel proprio guscio, in un angolino protetto della propria casa; chi inizia un drammatico processo di autocommiserazione; chi si dà allo shopping sfrenato (se ne ha la possibilità); chi invece osserva gli altri con critica o invidia. Tu che cosa fai quando stai attraversando un periodo pesante? E se siamo dalla parte di chi vuole aiutare chi sta attraversando un brutto periodo che cosa facciamo? 

Di periodi pesanti nella mia vita ne ho passati tanti, soprattutto in ospedale. Ho visto ogni tipo di “confortatori”: la frase che preferisco, si fa per dire ovviamente, è la classica: “Pensa a chi sta peggio di te… pensa ai bambini in Africa…”. Che dire poi di: “Devi avere più fede, Dio ti sta mettendo in questa prova per farti crescere nella fede…”; “La sofferenza è conseguenza del peccato, fa parte della vita e nessuno ne deve essere esente…”; “Tutti prima o poi ci dobbiamo passare…”; ”Devi rassegnarti alla volontà di Dio, forza e coraggio… c’è sempre la luce in fondo al tunnel…” Non mancano poi coloro che, nonostante tu conosca bene certe verità, ti recitano una serie di versetti biblici “utili per consolare la gente afflitta”. Anni fa, uno zelante predicatore, presentò un sermone per insegnare che Dio era pronto a darci tutto ciò che chiedevamo in preghiera basandosi su un solo versetto: Matteo 4:9: “Tutte queste cose ti darò, se tu ti prostri e mi adori.” Non si era reso conto che tali parole le aveva pronunciate Satana?
In tutte queste frasi o metodi di conforto c’è sicuramente un pizzico di verità (tranne quella pronunciata da Satana s’intende), ma dobbiamo stare molto attenti se vogliamo aiutare veramente chi ne ha bisogno: empatia, discernimento, sensibilità, umiltà, amore e, soprattutto, attento ascolto e sincero interesse sono necessari per comprendere di che cosa realmente necessita una persona.  E non dobbiamo mai dimenticare che Dio è e rimarrà sempre il Sovrano su ogni situazione, persona o sofferenza; Lui sa che cosa sta facendo nella vita di quella persona che sta attraversando la prova, o forse si sta servendo proprio di quella persona per insegnare a te qualcosa. 

Personalmente alle volte ho bisogno di un semplice “ti capisco”, altre invece, di farmi una bella risata per sdrammatizzare la situazione, in altri momenti è utile che qualcuno venga da me per strapparmi dal mio divano di autocommiserazione, e infine, ovviamente, ho bisogno di aiuto per distogliere la mia mente da me stessa e dai miei problemi e vedere il tutto dalla prospettiva di Dio, quindi siano benvenute le persone che mi ricordano le promesse e la fedeltà di Dio con versetti della Bibbia. A questo punto sorge spontanea una domanda: dove o da chi possiamo imparare per essere veramente d’aiuto a qualcuno? La risposta è ovvia: Gesù. Leggendo i Vangeli notiamo che Gesù trattava ogni persona individualmente, non usava le stesse parole con tutti: Alle prostitute che si gettavano ai suoi piedi invocando il perdono Gesù non citava versetti dell’Antico Testamento, ma offriva il Suo perdono e incoraggiamento ad abbandonare il peccato e a seguirlo. Affrontando i Sacerdoti e gli Scribi citava le Sacre Scritture che loro conoscevano e avrebbero dovuto praticare. Gesù piangeva al funerale di un amico e si divertiva al matrimonio di un familiare. Aveva un abbraccio e una parola giusta e personale per ogni persona che richiedeva il Suo aiuto. Al momento opportuno, rimproverava e correggeva idee sbagliate, denunciando anche il peccato degli ipocriti. In Ebrei è scritto che Gesù è stato provato/tentato in ogni cosa senza mai poeccare, quindi può comprendere le nostre battaglie e debolezze quotidiane.

Sì, dirà qualcuno, ma Lui era Gesù… Sì, replico io, ma se Lo abbiamo riconosciuto Signore e Salvatore della nostra vita, se lo Spirito Santo ci ha rigenerati e se vogliamo seguire la Parola di Dio, Dio stesso dimora in noi e quindi anche noi possiamo imparare da Cristo la meravigliosa arte dell’incoraggiamento, lasciandoci guidare dallo Spirito Santo che si serve anche della Parola di Dio. La cosa fondamentale per un autentico discepolo di Cristo è non trascurare mai, neppure per un sol  giorno, il proprio rapporto con Dio, non leggendo la Bibbia e non passando del tempo con Lui in preghiera.

Un ultimo pensiero: quando non puoi comprendere le difficoltà che sta attraversando una persona non le dire “ti capisco” se non lo puoi fare davvero; meglio un abbraccio, un cuore e orecchio attento all’ascolto e un “spiegami come ti senti e che sta succedendo nella tua vita, così pregherò meglio per te…”

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