Questi due concetti,
visti insieme, sembrano un controsenso per la nostra logica umana, ma non lo
sono per Dio.
Ultimamente ho avuto
occasione di riflettere sulla storia della mia famiglia da un’altra
prospettiva, con altri occhi, e ne sono rimasta sconcertata. Da un lato triste,
molto triste, dall’altro molto, ma molto gioiosa e riconoscente a Dio per la Sua
grazia e misericordia.
Quando ho occasione di
dare la mia testimonianza penso sempre alle mie sofferenze subite, alla
mancanza di un padre, alla violenza di una nonna che non ci stava molto con la
testa, alla solitudine e agli amori andati in frantumi. Capita a tutti no?
Quando ci chiedono di raccontare la nostra storia la vediamo sempre dal nostro
punto di vista e trasmettiamo i nostri sentimenti e le nostre esperienze.
Qualche tempo fa è
stato chiesto a mia sorella di scrivere la sua testimonianza e lei l’ha condivisa
con me. Leggendola ho pianto e mi sono vista da una prospettiva totalmente
diversa. Io sono la sorella maggiore,
poi viene mio fratellone, di tre anni più giovane e la mia sorellina, nata sei anni dopo di me. In
quella sua testimonianza ho letto le sue sofferenze, la sua solitudine e le
angherie subite davvero da ogni membro della famiglia, compresa la sua sorella
maggiore. Leggendo la nostra storia con altri occhi ne sono rimasta scioccata:
non ero solo io a soffrire per la mancanza di un padre, anzi, io avrei dovuto
essere presente per proteggere la mia sorellina, invece ho scoperto (e l’avevo
totalmente rimosso dai ricordi) che la scacciavo sempre perché non la volevo
fra i piedi; a 18 anni, mentre lei ne aveva 12, anziché starle vicina e
aiutarla nell’età più difficile per una ragazzina, me ne sono andata di casa,
pensando solo a me stessa.
Se il racconto delle
nostre storie finisse qui, avrei motivo di essere in preda ai sensi di colpa,
al rimorso e alla disperazione per gli anni perduti e per gli sbagli, anzi, i
peccati commessi. Dio, al momento giusto
da Lui stabilito, è intervenuto. Mi vengono in mente le parole dell’apostolo
Paolo agli Efesini e ai Filippesi:
“Perciò,
ricordatevi che anche voi, tempo fa, vi comportavate alla maniera di questo
mondo, (…) avendo commesso molti errori e molti peccati, eravate senza vita. Del
resto, anche tutti noi siamo stati ribelli,(…) un tempo seguivamo le voglie
della nostra fragile natura, facevamo tutto ciò che voleva il nostro corpo e la
nostra mente corrotta; così che, naturalmente, avremmo dovuto meritare la
condanna di Dio, come tutti gli altri. Ma la misericordia di Dio è immensa, e
grande è l'amore che egli ha manifestato verso di noi. Ricordate, è per grazia
di Dio che siete stati salvati…” (Efesini 1)
“Io
non sono ancora arrivato al traguardo, non sono ancora perfetto! Continuo però
la corsa per tentare di afferrare il premio, perché anch'io sono stato
afferrato da Cristo Gesù. Fratelli miei, io non penso davvero di avere già
conquistato il premio. Faccio una cosa sola: dimentico quel che sta alle mie
spalle e mi slancio verso quel che mi sta davanti.” (Filippesi
3)
(Questi versetti li ho
presi in una versione della Bibbia in Lingua moderna – e non vi do le citazioni
complete perché così vi leggete tutto il capitolo, perché sono parole stupende)
RICORDARE
IL PASSATO PER LODARE DIO, DIMENTICARE IL PASSATO PER NON SPRECARE TEMPO IN
RIMORSI E SENSI DI COLPA!
Leggendo la nostra
storia da un’altra prospettiva, ho imparato che Dio, dall’eternità, conosceva me,
mia sorella e tutta la mia famiglia; ha scelto Lui la famiglia in cui saremmo
dovute nascere; Lui ha deciso le prove e le sofferenze che avremmo dovuto
subire. Dio ha vegliato su di noi sin dal nostro concepimento e ha stabilito
ogni cosa per noi… Non voglio aprire una dissertazione teologica, ma solo
glorificare Dio per la sua misericordia e amore.
Dopo aver letto la
testimonianza di Annalisa, mi sono sentita tanto triste per averla ferita in
tanti modi, ma lei mi ha ricordato che “allora
vivevamo nel peccato, nella carne”. Vero, cercavamo di sopravvivere in una
situazione devastante, ma che gioia nel sapere che siamo state perdonate, amate
e tenute d’occhio da un Dio meraviglioso, che pace nel sapere di essere ora ricreate
e salvate da Cristo. Ora siamo più unite che mai e andiamo avanti nella vita
sapendo di poter contare l’una sull’altra e di avere obiettivi in comune. Come
dice la Scrittura, Dio ha asciugato le nostre lacrime e ha dato un significato a
ogni situazione vissuta.
Non so tu, ma io ogni tanto
dimentico le grandi cose che Dio ha fatto per me e per la mia famiglia e mi
piango addosso commiserandomi. Se stai passando un periodo di noia, apatia,
autocommiserazione, scontentezza, depressione e quant’altro, t’incoraggio a
scrivere la tua testimonianza, oppure a chiedere a qualcuno della tua famiglia
di scrivere la vostra storia dal loro punto di vista: ti garantisco che ti sarà
molto utile per ricordare i grandi miracoli che Dio ha fatto e dimenticare i
fallimenti o i peccati che sono stati completamente perdonati. Per ciò che
riguarda la mia famiglia, facciamo eco alle parole di Paolo:
“Proseguo
il cammino per cercare di afferrare ciò per cui sono anche stato afferrato da
Cristo Gesù. Fratelli, io non ritengo di averlo già afferrato; ma una cosa
faccio: dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso quelle che
stanno davanti, corro verso la mèta per ottenere il premio della celeste
vocazione di Dio in Cristo Gesù.” (Filippesi 4:12-14)
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