lunedì 11 maggio 2020

Rabbia? No grazie!



Ecco ciò che voglio richiamare alla mente, ciò che mi fa sperare: è una grazia del Signore che non siamo stati completamente distrutti; le Sue compassioni infatti non sono esaurite; si rinnovano ogni mattina. Grande è la Tua fedeltà! «Il Signore è la mia parte», io dico, «perciò spererò in Lui». Il Signore è buono con quelli che sperano in Lui, con chi Lo cerca. È bene aspettare in silenzio la salvezza del Signore. È bene per l'uomo portare il giogo della sua giovinezza. Si sieda solitario e stia in silenzio quando il Signore glielo impone! Metta la Sua bocca nella polvere! Forse c'è ancora speranza. Il Signore infatti non respinge per sempre; ma, se affligge, ha pure compassione, secondo la Sua immensa bontà; poiché non è volentieri che Egli umilia e affligge i figli dell'uomo. 
Lamentazini 3:21-33

Quanto amo questo brano! Per chi non conosce il Libro delle Lamentazioni di Geremia, un breve contesto. Geremia è stato definito il Profeta Piangente, la sua chiamata al servizio profetico non fu una sua scelta ma di Dio ancor prima della sua nascita. Dio lo aveva destinato a proclemare il giudizio su una nazione idolatra, crudele, ribelle e testarda; ma non solo, Geremia fu anche destinato a soprevvivere e assistere alla distruzione della sua città, Gerusalemme. Mentre assisteva all'invasione crudele dei nemici di Israele, allo sterminio dei suoi concittadini e alla deportazione di gente che conosceva, Geremia scrisse piangendo le Lamentazioni; e in mezzo alla descrizione del suo dolore il Profeta Piangente scrisse anche la speranza e l'immensa bontà di Dio. E il centro del Libro è il capitolo 3: tanto dolore, tanti morti, ferite sanguinolente, ma DIO è SEMPRE BUONO, GIUSTO E FEDELE!

In questi giorni ho visto nei social tante persone che da ospedali o appartamenti innegiavano le lodi a Dio. Siamo ancora lontani dalla definitiva soluzione al covid19, ma intanto c'è tantissimo per cui ringraziare Dio. C'è sempre tanto da essere grati. E sapete che cosa ho imparato nella mia esperienza? Più dico grazie a Dio per ciò che Lui è e ciò che fa e meno sono propensa a lamentarmi o arrabbiarmi. 

Di solito ci arrabbiamo quando le cose non vanno come noi riteniamo sia giusto che vadano, o quando le persone non agiscono nei nostri confronti come noi riteniamo di averne diritto. E spesso ci arrabbiamo per delle cose veramente banali. Mi sono ritrovata spesso ad affrontare coraggiosamente sfide pazzesche nella mia vita e arrabbiarmi poi per delle sciocchezze che non avevano nessun impatto sulle questioni vitali per me e i miei cari. E quando parliamo o reagiamo in preda alla rabbia e al nervosismo commettiamo errori e rischiamo di ferire gli altri... E dimentichiamo che Dio ha sotto controllo tutto e tutti. E che Dio decide nella Sua infinita saggezza di affliggere la nostra umanità che vive come se Lui non esistesse, e forse regalare un periodo sabbatico alla natura sfruttata e maltrattata dall'essere umano. 

Come intendo vivere questa nuova settimana o il resto nella mia vita? Possiamo scegliere di continuare a lamentarci e arrabbiarci per quello che non abbiamo o per quello che non possiamo fare, oppure imparare il ringraziamento per la Sovranità di Dio e la Sua immensa bontà. Imparo tanto ogni volta che leggo il diario del Profeta Piangente: è un dono di Dio che siamo ancora in vita, le Sue compassioni e il Suo amore si rinnovano ogni mattina, Dio è sempre buono e fedele, Dio ha sempre cura di coloro che Lo cercano e che sono consapevoli della Sua presenza e Signoria, la bontà di Dio è incalcolabile anche quando usa la disciplina per correggerci. Anziché alzare i pugni arrabbiati contro Dio, e contro gli altri, apriamo le nostre mani e i nostri per ricevere le Sua benedizioni, anche con le lacrime agli occhi come fece Geremia. 

Per coloro che amano Dio non ci sono incidenti di percorso nel cammino della vita, ma solo tappe di crescita e maturità spirituale per conoscere sempre più il nostro Meraviglioso Creatore!




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