“Tre volte ho pregato il SIGNORE perché allontanasse da me quella sofferenza; ed EGLI mi ha detto: «La MIA GRAZIA ti basta, perché la MIA POTENZA si dimostra perfetta nella debolezza». Perciò molto volentieri mi vanterò piuttosto delle mie debolezze, affinché la POTENZA di CRISTO riposi su di me. Per questo mi compiaccio in debolezze, in ingiurie, in necessità, in persecuzioni, in angustie per amor di CRISTO; perché quando sono debole, allora sono forte.”
(Seconda Lettera di Paolo ai Corinzi, 12:8-10)
Quando dalla chiesetta di Chiugiana si sentono i rintocchi di campane a morto sappiamo che una famiglia piange un caro defunto. Qualche volta i nostri vicini ci chiedono preghiere perché stanno combattendo con il cancro. Non parliamo poi delle notizie che ci giungono riguardanti guerre e delitti sempre più vicini a noi. Personalmente combatto malattie o limiti fisici ormai da circa trent’anni. Dal 2019 viviamo con lo spauracchio del Covid che ci alita alle spalle. E ancora una volta in questi giorni, Dio mi ha incoraggiato con uno dei miei brani preferiti della Bibbia. Certo, preferirei che Lui mi liberasse da ogni problema o difficoltò; tutti noi preferiremmo non dover affrontare malattie e lutti, vero? Sarebbe troppo facile o forse sarebbe uno spreco di lezioni che non impareremmo mai se la vita fosse tutta rose e fiori. Ecco quanto il Signore ha voluto ricordarmi ancora una volta.
Primo Passo: prega! “Per ben tre volte ho pregato il SIGNORE di liberarmi da questa sofferenza... ” (2 Corinzi 12:8)
Paolo fece esattamente quello che incoraggiava gli altri di fare nei momenti di difficoltà. Credeva nelle parole che aveva scritto in Filippesi 4:6-7: “Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.”
Paolo pregò ripetutamente per la liberazione della sua spina nella carne, che gli procurava non poca sofferenza. G. Campbell Morgan spiega così questa ripetizione numerica: “È un modo di dire ebraico con il significato di incessantemente, continuamente, volta dopo volta”. Pur avendo pregato, apparentemente non successe nulla. Anche il Signore Gesù pregò tre volte nel Giardino del Getsemani affinché il Padre lo liberasse dalla prova. L’autore della Lettera agli Ebrei specifica che Gesù pregò con lacrime e alte grida in quei momenti di agonia. E apparentemente Dio non lo esaudì... Apparentemente. (Marco 14:39-41; Ebrei 5:7)
Secondo passo: fidati! “Ma EGLI mi ha detto: «No, perché la MIA GRAZIA ti basta.” (2 Corinzi 12:9)
“La mia grazia ti basta”. La grazia è il favore e l’amore di Dio in azione. Significa che Egli ci ama e ci favorisce con la Sua Grazia immeritata.
“La Mia Grazia”. Di chi è la grazia? È di Dio, non è umana o limitata... è divina e inesauribile.
“Ti basta”. La grazia di Dio è sufficiente adesso. Non lo sarà tra qualche tempo o quando mi sentirò meglio, ma è sufficiente proprio ora, in questo momento. La Sua grazia è ciò di cui abbiamo bisogno per convivere con o affrontare ogni sofferenza e ogni difficoltà. Forse pensiamo che qualcosa debba cambiare prima che la nostra vita abbia un senso o che la Sua grazia ci basti. Forse pensi: “Questo va bene per Paolo, per Maria Luisa... loro non vivono i miei problemi... loro non possono capire ciò che io sto passando...” Che dire del Signore Gesù, anche Lui non ti comprende? “Nei giorni della SUA carne, con alte grida e con lacrime EGLI offrì preghiere e suppliche a COLUI che poteva salvarlo dalla morte ed è stato esaudito per la SUA pietà. Benché fosse FIGLIO, imparò l'ubbidienza dalle cose che soffrì; e, reso perfetto, divenne per tutti quelli che gli ubbidiscono AUTORE di salvezza eterna... Infatti, non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché EGLI è stato tentato (provato) come noi in ogni cosa, senza commettere peccato.” (Ebrei 5:7-9; 4:15)
“La mia grazia ti basta”. Sono così felice che Dio non abbia detto: “La mia grazia ti basta caro apostolo Paolo”. Nessuno che abbia riconosciuto Cristo Gesù come Signore e Salvatore è escluso da questa grazia. Questa grazia è anche a nostra, a mia, disposizione, giorno dopo giorno, prova dopo prova.
Charles Spurgeon ha commentato questo brano così: “Questa sufficienza è dichiarata senza alcuna parola limitativa, e quindi intendo il passo nel senso che la grazia del Signore Gesù è sufficiente a sostenerti, sufficiente a rafforzarti, sufficiente a confortarti, sufficiente a rendere utile il tuo problema, sufficiente a farti trionfare su di esso, sufficiente a tirarti fuori da esso, sufficiente a tirarti fuori da diecimila altri problemi simili, sufficiente a portarti a casa in cielo... Nessun credente deve avere paura, perché anche per lui, in questo stesso istante, la grazia del Signore Gesù è sufficiente”.
Terzo passo: vivi appoggiandoti nella Potenza di Cristo! “Per questo mi compiaccio in debolezze, in ingiurie, in necessità, in persecuzioni, in angustie per amor di CRISTO; perché quando sono debole, allora sono forte.”
Dio non rimosse la spina dolorosa dalla vita di Paolo proprio come non liberò Gesù dalla croce. Ma Dio esaudì entrambi: Paolo sperimentò la potenza soprannaturale quotidiana di Cristo e Cristo divenne “Autore di salvezza eterna”.
La grazia di Dio soddisfece pienamente il vero bisogno di Paolo: prima di tutto aiutandolo ad accettare la Sua Divina Volontà, quindi, non togliendoli la sofferenza, Dio diede a Paolo la forza per sopportarne il peso così che Egli mostrasse la Sua potenza attraverso la debolezza fisica. Questa è anche la mia esperienza quotidiana, e forse anche la tua.
Ammettiamolo: non crediamo veramente che la grazia di Dio sia sufficiente finché non realizziamo di essere noi stessi insufficienti e non potremo mai ricevere la forza di Dio finché non ci rendiamo conto della nostra debolezza.
“Non lo sai tu? Non l'hai mai udito? Il SIGNORE è DIO ETERNO, il CREATORE degli estremi confini della terra; EGLI non si affatica e non si stanca; la SUA INTELLIGENZA è imperscrutabile. EGLI dà forza allo stanco e accresce il vigore a colui che è spossato. I giovani si affaticano e si stancano; i più forti vacillano e cadono; ma quelli che sperano nel SIGNORE acquistano nuove forze, si alzano a volo come aquile, corrono e non si stancano, camminano e non si affaticano.”
(Isaia 40:28-31)
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