Questa mattina ho letto il capitolo 11 della Lettera agli Ebrei, contenuta nel Nuovo Testamento. Ogni volta che leggo questa Lettera mi stupisco della grandezza, splendore, umanità e divinità di Cristo Gesù. Ogni pagina di questo scritto ci parla del Redentore: Gesù è il meglio del meglio, “Colui che crea la fede e la rende perfetta” (cap.12:1). Oggi vorrei condividere con voi ciò che ho imparato dal capitolo 11, nella speranza che Dio vi incoraggi come ha incoraggiato me.
1. Anche se la maggioranza di gente che ci circonda, religiosa o no, non crede in Dio, ciò non rende Dio meno reale... Ci saranno sempre critici che mettono in dubbio la veridicità della Bibbia, però ciò non rende meno ispirata e affidabile la Sacra Scrittura: “Ora la fede è CERTEZZA di cose che si sperano, DIMOSTRAZIONE di cose che non si vedono... chi si ACCOSTA A DIO DEVE CREDERE CHE EGLI È, e che ricompensa tutti quelli che LO cercano.” (v.1-6)
2. La fede autonica in Dio non è religione teorica ma ubbidienza attiva: Abele comprese la volontà di Dio e offrì il meglio che aveva; Enoc camminò con Dio tutti i giorni della sua vita, senza saltarne nemmeno uno; Noè camminò con Dio, eseguì le istruzioni dettagliate di Dio e costruii l’arca senza aver mai conosciuto o sperimentato neanche una goccia di pioggia; Abramo lasciò ogni cosa e sacrificò tutto seguendo gli ordini di Dio; Sara, vecchietta di 90 anni e sterile, trovò la forza di partorire perché riteneva affidabile e potente Dio; Mosè, principe in Egitto, preferì essere maltrattato e disprezzato con il popolo di Dio schiavo, piuttosto che godere per breve tempo le ricchezze e i privilegi del peccato, perché aveva lo sguardo fisso su Dio e sulla sua ricompensa.
3. Persone imperfette, improbabili, peccatori, continuarono a fidarsi di Dio, a camminare con Dio, a prescindere da dolori, sofferenze, lutti, malattie, solitudine, martirio, perché? Perché ritenevano Dio Potente, Affidabile, Sovrano, Signore e Padrone di tutto e tutti. Che cosa ottennero? Miracoli, forza, vittorie, eredità, discendenze, persecuzioni, martirio. Il loro destino? La Città Celeste, un futuro eterno e glorioso con Dio.
Quindi? Possiamo noi oggi seguire il loro esempio? A prescindere dalla nostra situazione, circostanze, sofferenze o “vita perfetta”, il nostro essere cristiani dimostra nella vita quotidiana che ci fidiamo totalmente di Dio al punto da ubbidire a ogni Sua Parola, a rinunciare, come fece Mosè, ai piaceri del peccato per vivere una vita degna di Colui che ci ha chiamati e salvati?
Se siamo autentici cristiani, siamo disposti a CREDERE, AGIRE, ADORARE, UBBIDIRE, SOFFRIRE, TESTIMONIARE E SERVIRE DIO? Personalmente ammetto di non avere ogni giorno la forza e tantomeno la capacità di vivere come questi eroi della fede (il capitolo 11 di Ebrei ne nomina molti altri), ma una cosa posso sicuramente fare ogni giorno: “Davanti a questa grande folla di uomini di fede, dobbiamo sbarazzarci di tutto ciò che ci ostacola o ci trattiene, specialmente di quei peccati che ci imprigionano così facilmente; e dobbiamo correre con decisione la corsa che Dio ci ha proposto. Teniamo lo sguardo fisso su Gesù, nostra guida ed esempio perfetto di fede, Colui che crea la fede e la rende perfetta. Su Gesù che, in vista della gioia che avrebbe avuto, sopportò una morte vergognosa sulla croce, ed ora si è seduto al posto d'onore alla destra del trono di Dio. Se volete evitare di perdervi d'animo e di stancarvi, pensate a Gesù che sopportò tanti attacchi da parte dei peccatori.” (Ebrei 12:1-3)
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