Qualche tempo fa, durante
un incontro con gli ascoltatori di Radio Luce, una donna, guardandomi fissa
negli occhi, mi ha preso una spalla e mi ha detto: “Io vorrei sapere se
qualcuno è veramente interessato a me… a qualcuno importa veramente di me?”
Il suo grido accorato mi ha trafitto il cuore.
Come stai? Quante
di noi usano questa domanda salutando qualcuno non rendendosi veramente conto
di quanto importante essa sia?
La prima volta che andai
in America, una delle prime lezioni che imparai fu proprio la formula del
saluto: “Hi, how are you?”. Dato che il mio inglese era poco più che
scolastico, mentre stavo ancora pensando alla risposta da dare, la persona che
mi aveva salutato era già passata oltre, porgendo lo stesso saluto ad altre tre
o quattro persone, senza aspettarsi una risposta. Compresi quindi che, in
realtà, nessuno era interessato a come stavo io realmente, ma era solo una
formula di educato saluto. Questo purtroppo succede anche in Italia e, triste a
dirsi, alle volte anche nelle nostre chiese, fra cristiani.
Ho letto diversi articoli
che denunciavano proprio questo tipo di atteggiamento e, dato che mi hanno
particolarmente colpito, li voglio condividere con voi (premetto che li ho
adattati perché, purtroppo, erano arricchiti di linguaggio scurrile e volgare).
Primo articolo: CHE
INTENDIAMO VERAMENTE QUANDO RISPONDIAMO AL CLASSICO “COME STAI?”
“Bene
ma non benissimo”= questa è
la classica risposta per raccontare ciò che non va nella tua vita
all’interlocutore. Ti aspetti che il tuo interlocutore risponda con un “come
mai?”
“Bene,
dai…”= È evidente che non va
bene, ma ti dico che va bene così almeno non mi stressi con altre domande.
“Mmm…potrebbe
andare meglio”= va peggio di
“Eh dai, non c’è male…” Se in più piove guarda, non ne parliamo proprio…
“Alla
grande”= qui spesso
l’interlocutore incalza meravigliato con domande tipo: “Ah sì, come mai?”
Perché è strano che qualcuno stia “alla grande”.
“Ultimamente
abbastanza incasinato, ma va bene così…” = ti faccio capire che le cose non mi vanno bene e mi aspetto che tu mi
chieda il perché ultimamente sono abbastanza incasinato, così ti racconto per
benino che cosa mi sta capitando…
Secondo
articolo: È DAVVERO COSÌ SCONTATO IL
RISPONDERE CON “BENE, GRAZIE, E TU?” A CHI TI CHIEDE “COME STAI?”
Ci sono
volte in cui chiediamo come vadano le cose alle persone a cui teniamo perché
DAVVERO vogliamo saperlo e siamo disposti ad ascoltare e parlarne, a dar loro
consigli o anche fargli sentire semplicemente la nostra “vicinanza”. Ci sono
invece occasioni in cui queste due semplici parole divengono una semplice
frasetta di circostanza buttata lì per iniziare una conversazione, magari con
un conoscente incontrato per strada. È vero, a volte la gente te lo chiede per
abitudine, per circostanza, per educazione, ma non è minimamente interessato a
COME STAI VERAMENTE. Del resto chi ci tiene a te sa riconoscere se stai
VERAMENTE bene o se nascondi in qualche modo un dolore, una delusione o una
certa tensione dietro al classico sorriso di circostanza e a un “Bene, grazie”.
Poi certo, a volte siamo proprio noi a non voler dire davvero “come stiamo”,
preferendo nascondere il nostro vero stato d'animo al nostro interlocutore... Un
padre, dando un consiglio al figlio, disse: “Non annoiare gli altri con i tuoi
problemi: quando ti chiedono come stai, rispondi sempre: «Molto bene, grazie, mai
stato meglio.»”
Che cosa ne
pensate? Personalmente, credo che
questi due articoli riassumano molto bene l’argomento in questione.
Qualche tempo fa
ho passato un fine settimana con una preziosa famiglia; la moglie ed io abbiamo
parlato tanto, ci siamo aperte e incoraggiate a vicenda, abbiamo riso e ci è
scappata anche qualche lacrimuccia quando ci siamo rese conto di essere
veramente importanti l’una per l’altra, di essere capite e amate. Il tutto è
iniziato proprio con un autentico, sincero e reale “Come stai?” Eravamo
veramente interessate allo stato d’animo l’una dell’altra, allo stato di salute
e di lavoro. È stato un fine settimana intenso e ricco di benedizioni.
Che cosa ho
imparato da tutto questo?
Lezione N.1: la
prossima volta che chiederò a qualcuno “Come stai?” lo farò solo se avrò il
tempo, l’interesse e la disponibilità necessari per ascoltare con il cuore e
non solo con le orecchie un’eventuale risposta negativa. Se lo chiederò a una
persona che sta lottando con una malattia cronica, ascolterò con attenzione
tutto quello che avrà da dire riguardo alla sua sofferenza prima di darle
consigli o parole d’incoraggiamento (alle volte le persone malate hanno solo
bisogno di essere ascoltate). Non mi accontenterò più di una risposta scontata
e superficiale, ma andrò a fondo per capire se il “bene grazie, e tu?” sia
sincero e cercherò di percepire eventuali segnali di richiesta di aiuto. Quando
porrò questa domanda a una persona, la guarderò dritta negli occhi cercando di
comunicarle in modo chiaro e inequivocabile che sono realmente interessata a
lei/lui. Continuerò a rispettare le persone che sceglieranno di rinchiudersi
nel loro “bene grazie”, ma m’impegnerò a pregare per loro, affinché
trovino una persona di fiducia con cui aprirsi.
Lezione N.2: la
prossima volta che qualcuno mi chiederà “come stai” risponderò con
sincerità, con un “bene grazie” se questo non è vero. Se sarò giù o felice, se sarò
stanca o esuberante… non darò più una risposta scontata e non sincera. Chissà,
forse la persona che me lo chiede, quella mattina potrebbe aver chiesto a Dio
di mettere sul suo cammino qualcuno da incoraggiare o trasmettere un po’
d’amore, e forse quella persona potrei essere proprio io. Ovviamente non
possiamo condividere tutto con tutti, ma possiamo migliorare i nostri rapporti
con gli altri con un pizzico di sincerità e interesse in più… dopotutto il “Bene
grazie” fasullo è sempre una bugia e una bugia, per piccola che sia, è
sempre un peccato (e non è mai una bugia innocente).
E tu che leggi, COME
STAI VERAMENTE? Forse noi non ci conosciamo personalmente e forse non
vorrai aprirti con tutti o con nessuno, ma sai una cosa? Dio è veramente, ma
veramente veramente interessato a te, ti ha creato, ti ama, è morto per te.
Sì, io ti amo di
un amore eterno; perciò ti prolungo la mia bontà. Geremia 31:3
Ma ora così
parla il SIGNORE, il tuo Creatore, (…)
colui che ti ha formato, (…)!
Non temere, perché io ti ho riscattato,
Non temere, perché io ti ho riscattato,
ti ho chiamato per nome; tu sei mio!
Perché io sono il SIGNORE, il tuo Dio, (…) il tuo salvatore; (…)
Perché io sono il SIGNORE, il tuo Dio, (…) il tuo salvatore; (…)
perché tu sei
prezioso ai miei occhi, sei stimato e io ti amo (…)
Non temere, perché io
sono con te!
Isaia 43:1-5
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