lunedì 11 marzo 2019

Buone e cattive abitudini



“tre volte al giorno si metteva in ginocchio, pregava e ringraziava il suo Dio come era solito fare anche prima.” (Daniele 6:10)

“…Di nuovo Gesù insegnava loro come era solito fare.” (Marco 10:1)

“Se poi a qualcuno piace essere litigioso, noi non abbiamo tale abitudine; e neppure le chiese di Dio.” (1 Corinzi 11:16) 
Quale scarpa ti sei infilato per prima questa mattina? Ci devi pensare? Probabilmente anche se ci pensi, non sai rispondere immediatamente. Però hai compiuto lo stesso gesto per anni e hai sempre infilato la stessa scarpa prima dell'altra. E sarebbe abbastanza terribile se ogni giorno ti dovessi fermare a pensare: “Quale scarpa devo infilare per prima?” Invece fai lo stesso gesto senza neppure pensarci. Oppure pensa a questa altra possibilità: se tu mi chiedessi ora dove stanno la M o la P sulla tastiera del mio PC, non ti saprei rispondere immediatamente, ma ci dovrei pensare per darti la risposta esatta; di sicuro non ci penso affatto mentre sto scrivendo quest’articolo, perché ho imparato a battere a “tastiera cieca”, le mie dita vanno da sole al posto giusto. In un certo senso esse ci hanno fatto l'abitudine.

Le abitudini fanno risparmiare un sacco di tempo e di energia. Ma come si creano buone o cattive abitudini? In che modo i pensieri, le parole, le azioni che ripetiamo diventato una parte di noi stessi? Tempo fa lessi un articolo che spiegava scientificamente come si creano le abitudini partendo dal nostro meraviglioso cervello. Mi piacque così tanto che lo archiviai nei meandri del mio PC. Oggi l’ho ripescato e lo voglio condividere con te.

“Nel nostro cervello elaboriamo dei messaggi e li inviamo a diverse parti del corpo per mezzo delle cellule nervose. Ogni cellula nervosa è composta da un centro che si chiama nucleo, da un fluido che circonda il nucleo e che si chiama citoplasma e da un involucro che si chiama membrana. Molte piccole fibre, chiamate dendriti, si estendono dalla membrana e ricevono messaggi. Una lunga fibra trasmittente, poi, manda i messaggi alle cellule vicine. Fra la fibra cellulare che trasmette e quella che riceve esiste un piccolo spazio, chiamato sinapsi. Mentre il dottor John Eccles, in Australia, osservava le sinapsi con un microscopio elettronico, notò  dei piccoli rigonfiamenti sulle fibre trasmittenti, che gli sembrarono simili a dei bottoni in miniatura. Infatti li chiamò boutons, che è la parola francese per bottoni. Oggi sappiamo che questi “bottoni” sono di vario tipo e forma e sappiamo che secernono varie sostanze chimiche. Una sostanza chimica, l'acetilcolina, chiude il piccolo spazio o sinapsi e stimola la cellula vicina a mandare a sua volta il messaggio alle cellule vicine. Il dottor Eccles notò che alcune fibre avevano molti bottoni, mentre altre ne avevano pochi e dedusse da questo fatto che le fibre trasmittenti con molti bottoni avrebbero avuto bisogno di meno stimoli per produrre le sostanze chimiche da inviare alle altre cellule. Ma come mai certe fibre hanno più bottoni e altre meno? Degli studiosi hanno stabilito che delle azioni ripetute frequentemente determinano la formazione di bottoni alle estremità delle fibre nervose. E via via che si formano dei bottoni, diventa sempre più facile che i messaggi si trasmettano lungo un determinato sentiero. In questo modo, una persona trova sempre più facile ripetere lo stesso pensiero o la stessa azione. Il dottor William Sadler, uno psichiatra americano, conferma che le nostre abitudini creano dei veri e propri tracciati nel nostro cervello; tracciati che diventano più profondi col passare del tempo. Esattamente come il passare sempre allo stesso punto in un campo determina la formazione di un sentiero. Ogni pensiero, sentimento o atto che ripetiamo produce dei cambiamenti fisici e chimici nei sentieri del nostro cervello. Questi sono dei sentieri che, probabilmente, non potranno mai essere cancellati. Questo non significa che delle abitudini non possano essere cambiate. Cambiamo abitudini, prendendo altre abitudini più forti di quelle che vogliamo vincere. Scegliendo coscientemente di dare alle circostanze in cui ci troviamo una risposta diversa da quella a cui siamo abituati, fa sì che cominciamo a costruire un nuovo sentiero. L'importante è che sia un sentiero più profondo di quello precedente. Così quando gli impulsi colpiranno le cellule cerebrali sarà per loro più facile prendere il sentiero nuovo, trascurando quello vecchio. “

In ogni situazione abbiamo, dunque, delle scelte da fare. Ogni fibra trasmittente delle nostre cellule cerebrali,influenza molte altre fibre. Queste costruiscono nuovi sentieri. Perciò tocca a noi fare le scelte giuste. Essere gentili anziché scortesi, incoraggiare  anziché criticare, aiutare anziché ferire e fare del male. Anche se la tentazione di fare il male o di reagire male al torto subito è forte, Dio ci fornisce degli input (fibre) sempre a nostra disposizione che possiamo usare. Lui è il nostro aiuto, la nostra motivazione e il Suo potere è a disposizione di tutti coloro che Lo riconoscono come Sovrano e Signore.  Dio è il Grande Creatore del nostro cervello, con il Suo aiuto possiamo eliminare le vecchie abitudini e crearne di nuove per il nostro benessere fisico, spirituale e morale… e questo avrà un impatto anche sulle nostre relazioni interpersonali con i nostri cari.

Un ultimo pensiero importantissimo per i genitori ci proviene dal Libro dei Proverbi nella Bibbia: Inculca al fanciullo la via che deve tenere, anche quando sarà vecchio non se ne dipartirà” (Proverbi 22:6). In altre parole, insegnando ai nostri bambini delle buone regole di condotta e stimolandoli a ubbidire, noi tracciamo dei sentieri importanti e indelebili nella loro mente e creiamo in loro delle abitudini importanti e praticamente incancellabili. Un motivo di più per lavorare con fede per educare i nostri preziosi tesorini.

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