Poi, accompagnato dai discepoli,
Gesù uscì dalla stanza e si diresse, come al solito, verso il Monte degli
Ulivi. Poi disse loro: «La mia anima è oppressa dall'orrore e dalla tristezza
della morte... Restate qui... restate svegli con me!... Pregate Dio di non essere
sopraffatti dalla tentazione!» Poi s'allontanò circa un tiro di sasso,
s'inginocchiò e pregò: «Padre, se vuoi, ti supplico, togli da me questo calice
di orrore! Ma sia fatta la Tua volontà, non la mia». Apparve, quindi, un angelo
dal cielo per confortarlo. In tale agonia di spirito pregava sempre più
intensamente, sudando sangue che cadeva a terra in grosse gocce. Poi tornò dai
tre discepoli e li trovò addormentati. «Pietro», disse Gesù, «non siete neppure
capaci di rimanere svegli con me per un'ora? State svegli e pregate! Altrimenti
sarete sopraffatti dalla tentazione. Perché senza dubbio lo spirito è pronto,
ma il corpo è tanto debole!» Li lasciò di nuovo e tornò a pregare: «Padre mio!
Se questo calice non può essere allontanato da me finché non io abbia bevuto
completamente, sia fatta la tua volontà!» Poi tornò dai discepoli e di nuovo li
trovò addormentati, perché non erano riusciti a tenere gli occhi aperti. Così
se ne ritornò a pregare da solo per la terza volta, ripetendo le stesse parole. Poi si avvicinò ai discepoli e
disse: «Dormite pure e riposatevi. Ormai è giunta l'ora! Sono tradito e
consegnato a degli uomini malvagi. Su, andiamo. Ecco che arriva l'uomo che mi
tradisce!» Non aveva ancora finito di parlare, che arrivò Giuda, uno dei
dodici, e con lui c'erano molti uomini armati di spade e bastoni, mandati dai
capi giudei. Giuda aveva detto loro di arrestare l'uomo che egli avrebbe
baciato, perché era lui quello che cercavano. Perciò, Giuda si avvicinò a Gesù e disse:
«Salve Maestro!» Poi lo baciò. Gesù disse: «Amico, fai pure ciò per cui sei
venuto fin qui». Allora gli altri gli furono addosso. Uno degli uomini che erano con Gesù
sfoderò una spada e staccò di netto l'orecchio di un servo del sommo sacerdote.
«Metti via quella spada!» lo rimproverò Gesù. «Perché quelli che usano le
spade, finiranno uccisi. Non ti rendi conto che potrei chiedere a mio Padre
dodici legioni di angeli per proteggerci, e me li manderebbe immediatamente? Ma
se lo facessi, come si avvererebbero le Scritture che descrivono ciò che sta
accadendo ora?»
Matteo 26; Luca 22
Dodici legioni di angeli a
disposizione e non voler utilizzarli per schiacciare quegli infami che lo
stavano per arrestare e crocifiggere… Gesù, che aspetti? Chiamali, stermina i
tuoi nemici, se sei veramente chi dici di essere… o sei un imbroglione? Più o
meno furono questi i miei pensieri la prima volta che lessi questa frase:
dodici legioni di angeli… sai quanti sono? Qualcuno ha fatto notare che: "Una
legione romana ai tempi di Augusto era composta da 6.000 soldati. Spesso però
le unità erano sotto di organico. Per ragioni di manovrabilità un esercito non
poteva superare di molto i 50.000 uomini. Oltre questo numero mancavano sistemi
efficaci di comando e controllo e la manovra risultava ingovernabile. Dunque
con la frase Gesù intende dire che il Padre potrebbe mettergli a disposizione
un esercito intero di angeli, quindi non meno di 50.000 angeli." Mica pochi…
Ma non era quello il piano di Dio.
Ora vieni con me e diamo un’occhiata a un giardino.
La scena è molto semplice, la
riconoscerai rapidamente. Un boschetto di ulivi contorti. Terreno ingombro di
grandi rocce. Un basso recinto di pietra. Una notte buia, molto tetra… Vedi
quella figura solitaria? Un uomo prostrato sul terreno; il viso rigato di lacrime;
le spalle scosse dai singhiozzi; occhi spalancati rivolti al cielo; paura e
oppressione nel cuore; i capelli arruffati con sudore salato. E poi quel sangue
che dalla fronte cade a terra! Questo è Gesù in quel giardino chiamato Getsemani…
Gesù angosciato, in lotta. Vediamo “l’uomo di dolore” (Isaia 53) che “rivolge
preghiere e suppliche a Dio con grida e lacrime, perché soltanto Lui può
salvarlo dalla morte… E Dio lo esaudisce e lo libera dalla paura della morte.” (Ebrei
5) Mentre fino a qualche settimana prima Gesù ha dimostrato la Sua Divinità con
miracoli e parole straordinarie, qui vediamo tutta la Sua umanità, un uomo alle
prese con la paura, alle prese con la ricerca di sollievo dal Padre. Il Figlio
di Dio non è mai stato più umano di adesso.
Non capiremo mai l'estensione
dell'amore di Dio in Cristo sulla croce fino a quando non capiremo che la Via
del Calvario è stata percorsa a causa dei nostri peccati. Tutti i nostri
peccati - senza eccezione - furono portati da Cristo su quella croce, Egli fu
condannato a morte al posto nostro, pagò la condanna che noi meritavamo. Sulla
croce Gesù ha portato a termine il Suo compito di Redentore.
Per tanti anni ho vissuto in preda
ai sensi di colpa, perché ero consapevole che mai avrei potuto soddisfare i criteri
che la mia religione mi imponeva, sapevo di meritare l’eventuale purgatorio,
senza ombra di dubbio. Finché non ho scoperto il Getsemani, e poi il Calvario,
e quindi la tomba vuota. Le religioni schiavizzano, Cristo ci libera perché Lui
ha pagato il prezzo del peccato al posto nostro.
Anche tu puoi non essere più
schiavo della tua colpa o delle tue paure, la pena del peccato è già stata
pagata da Cristo, completamente e pienamente. A un carceriere e aguzzino l’Apostolo
Paolo disse: “Credi nel Signore Gesù e Sarai salvato tu e la tua famiglia.”
(Atti 16) E questo invito è rivolto a tutti.
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