Avete presente quei giorni in cui ti svegli con la sensazione che tutto quello che potrebbe andare storto sicuramente andrà storto? Personalmente non sono le grandi sfide che mi spaventano, ma le piccole fastidiose interferenze al tuo programma quotidiano. Ieri è stata una di quelle giornate, in cui, fra le altre cose nel breve tragitto che ho dovuto fare, ho perso la chiave di casa. Fai una cosa e va storto; cerchi di parlare con le persone ma le mascherine storpiano le parole e, soprattutto con persone come me con un udito incerto, non capisci bene ciò che ti viene detto; poi chi di dovere ha sbagliato la stampa di un foglio e devi ricominciare la trafila e la fila. Nel pomeriggio problemi di collegamento con zoom e fatichi a concentrarti nel tempo con le tue amiche e sorelle... tante piccole cose, che messe insieme, ti tolgono la gioia... se tu glielo permetti però... alla sera ti chiedi: ma cosa ho combinato tutto il giorno? E finalmente il giorno finisce senza troppi danni.
Ci sono giorni... ricominciare a uscire e vivere la normalità, se mai si tornerà alla normalità, può essere faticoso e stressante, ma in quei giorni qual è la lezione più importante che posso imparare? Se davvero Dio è al controllo di tutto, anche le mie chiavi perdute, per Lui non sono un incidente di percorso, giusto?
Per quanto riguarda me, la lezione più tosta che in quei giorni devo imparare è la pazienza. La pazienza può essere definita come: "la virtù di chi sa tollerare a lungo e serenamente tutto ciò che, in minore o maggior misura, risulta sgradevole, irritante, doloroso; l’abilità di saper attendere le cose a venire e di rimanere fermi durante l’avversità; la capacità di saper aspettare Dio nei Suoi tempi e nei Suoi piani."
Non so voi, ma io personalmente, chiedo perdono a Dio ogni volta che perdo la pazienza perché, se siamo autentici discepoli di Cristo, la capacità di essere pazienti è già dentro di noi: "Il frutto dello Spirito è: amore, gioia, pace, pazienza, gentilezza, bontà, fede, mansuetudine, autocontrollo." (Galati 5:22). Quando perdo la pazienza, anche gli altri aspetti del frutto vengono meno e dimostro di non amare, di non essere gentile, mansueta e così via.
Allora che cosa posso fare in quei giorni prima di perdere l'autontrollo? Ecco ciò che faccio io: prima di tutto, prima di esplodere, chiedo aiuto a Dio, un telegramma al volo a Dio, anche solo un SOS; poi cerco di ragionare con le parole che Dio rivolse a Giona: "Fai bene a irritarti così?" Cioè, ne vale la pena? Cambia qualcosa nella situazione se perdi la pazienza? Quindi ricordo a me stessa alcuni versetti della Bibbia che ho imparato a memoria. Infine, cerco di fare del mio meglio per cercare, se c'è, una soluzione, altrimenti vado avanti nella convinzione di non essere sola a dover superare tale giornata. Infatti non sono sola, non siamo soli: "Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo." Matteo 28:20) Me lo ha promesso Gesù, e io ci credo.
Domani è un altro giorno con altre sfide: "Perciò, non preoccupatevi affatto di avere cibo e abiti a sufficienza! Perché essere come i pagani? Sono loro che vivono per queste cose e se ne preoccupano fino in fondo. Ma il vostro Padre che è in cielo sa già perfettamente che ne avete bisogno. E ve le darà volentieri, se voi cercherete prima il Regno di Dio e la sua giustizia. Perciò, non siate ansiosi per il vostro domani. Sarà il domani stesso a portarvi nuove preoccupazioni. Preoccupatevi di un giorno per volta." (Matteo 6)
Se le cose andassero tutti giorni come vorremo, noi che bisogno avremmo di Dio e come sperimenteremmo la Sua presenza o il desiderio di Lui? Quando le giornate sono storte meglio non cercare di raddrizzarle, io cito a me stessa perché l'ho imparato a memoria: "non affrettarti a irritarti nello spirito tuo perché l’irritazione riposa in seno allo stolto" (Ecclesiaste 7:9) e questo raddrizza il mio pensare. Maria
RispondiElimina