sabato 30 maggio 2020

Il sorriso di CENNI



Necrologio = annuncio funebre o articolo per commemorare un defunto, registro dei morti tenuto in una chiesa... questa definizione è molto lugubre e non è ciò che voglio fare oggi... cioè, non scriverò un necrologio della Gazzetta perché essa non muore, ma cambia. Fino qualche settimana fa, pubblicavo un articolo al giorno perché eravamo tutti in quarantena, chiusi in casa. Voi avevate forse più tempo per leggere e io per scrivere. Ora siamo tornati alla quasi normalità quindi la Gazzetta continua, ma con un articolo a settimana, probabilmente uscirà sabato, e con il contributo di amici e sorelle che hanno tante cose buone da condividere. E cominciamo subito con Donatella Zacchi, amica, sorella in Cristo, vicina di casa, giardiniera sublime, scrittrice anche se non sa di esserlo. Ho chiesto a lei di scrivere un ricordo (non userò mai per nessuno la parola necrologio) di Cenni Astuti, una preziosa ambasciatrice di Dio che è andata a Casa con il Padre Celeste da poco. Vai Donatella. 


“Come ricordare una sorella, un’amica che non è più fra noi? Mi sono posta questa domanda e ho dovuto riaprire i cassetti della memoria e riportare alla mente i momenti passati con la mia amica Cenni. Ho dovuto ammettere che quelli più vividi ed emozionanti sono stati quelli passati in preghiera insieme. La preghiera in chiesa, nella sua casa, nella mia casa, in ospedale. Quando ci vedevamo, la cosa più urgente e desiderata era quella di pregare, implorare Dio per la sua salute, ma soprattutto per la salvezza eterna dei suoi cari. 

Non conosco molto della vita di Cenni vissuta nel suo paese natale, lei proveniva dall’Isola di Bali, Indonesia, ma il suo essere diversa da me in tutto, non ci ha impedito di riconoscerci e sentirci simili in ogni cosa. Questo è il miracolo della fratellanza cristiana. Abbiamo condiviso le nostre vite, le nostre difficoltà, soprattutto il nostro amore per il nostro Signore Gesù Cristo.

La sua malattia, i suoi interventi chirurgici, i suoi molteplici ricoveri in ospedale, ma specialmente i suoi momenti di serenità e gioia condivisi in dieci anni, hanno radicalmente cambiato il mio modo di considerare la sofferenza. Se dovessi descrivere Cenni, direi che era sempre gioiosa e felice. Felice di essere in Italia, di avere un marito italiano, due meravigliosi figli, una casa con giardino, una chiesa da frequentare, fratelli e sorelle in Cristo con cui pregare e, cosa più importante, felice di aver conosciuto Gesù Cristo come suo personale Signore, Salvatore e Guida della sua vita.

Pochi giorni fa, al suo funerale, davanti alla sua bara, ascoltavo il canto che lei amava:

GESÙ, HAI VOLUTO 
IL MIO PESO PORTATE 
E ACCANTO A ME 
TUTTI I GIORNI RESTARE!
QUASI T’HO MANDATO VIA, SIGNOR, 
INVECE SEI QUI, 
DENTRO IL MIO CUOR. 
OH GRAZIE SIGNOR! 

GESU’ DISSE: VIENI VICINO,
TI OFFRO MERCÈ, 
IO SO CHE HAI SETE, 
C’È ACQUA PER TE! 
LE LACRIME TUE 
LÀ NEL BUIO SENTII, 
E VOLEVO DIRTI ANCORA: 
PER QUEL PIANTO MORÌ!

Lì, in quel momento, mi venne in mente un solo ricordo: il suo volto negli anni di malattia si era trasformato a causa di operazioni subite, ma gli occhi neri e vividi erano sempre brillanti e sorridenti. Le sue parole erano sempre piene di gratitudine verso Dio, che nella Sua grande misericordia, non le aveva tolto il dono della vista. «Donatella, grazie a Dio, posso ancora vedere e leggere la Parola di Dio, grazie a Dio, grazie a Dio!» La sua gioia, la sua felicità era ascoltare Dio tutti i giorni e abbeverarsi nell’Acqua della vita. La sua era una gioia contagiosa e autentica, con il suo sorriso ti faceva dimenticare la sua malattia e il suo destino segnato. Tutto in lei sprigionava vita e voglia di vivere.

Voglio ricordare Cenni con l’eredità che mi ha lasciato: «Mi può mancare tutto, e a tutto posso rinunciare, ma ti prego Signore, non mi togliere la possibilità di leggere la Tua Parola!» Questa era la sua preghiera ricorrente, la sua supplica in mezzo alle sofferenze, insieme alla richiesta di salvezza dei suoi cari, suo marito e i suoi figli Isaia e Isaac. Dio ha esaudito la sua preghiera: nonostante i medici le avessero preannunciato che sarebbe diventata cieca, così non è accaduto. Fino all’ultimo mese ha potuto gioire e meditare la Lettera d’Amore del nostro Dio.

Davanti al cumulo di terra che ha ricoperto il suo corpo mortale, non ho provato tristezza o dolore, ma gioia, LA SUA GIOIA, perché sono sicura ora i suoi splendidi occhi sono aperti e contemplano per l’eternità il nostro Signore Gesù Cristo. Cenni ha vinto, era più che sicura che il Signore l’avrebbe esaudita; il Signore ha vinto e per mezzo di lei ha dimostrato a tutti che Lui è il Dio dei miracoli.”



“BEATI COLORO CHE ABITANO 
NELLA TUA CASA 
E TI LODANO DI CONTINUO!” 
(Salmo 84:4)

2 commenti:

  1. Bellissimi pensieri! Ci è dispiaciuto molto non poter essere presente in questo ultimo periodo dela sua vita terrena.

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  2. Mi ha rattristato un pò questa notizia ma volevo dire che anche io mi ricordo Cenni come una donna sempre sorridente (nonostante ha lottato lunghi anni con una malattia terribile). So che ha amato tanto Dio e questa cosa gli ha portato tanta gioia.

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