Confesso che all’inizio di febbraio, quando ci fu il primo protocollo della quarantena in cui ci veniva imposta la chiusura delle case (con noi dentro) lottai con dei sensi di colpa perché non potevo più aiutare gli altri, abbracciare le persone care, visitare chi è nel bisogno, andare e fare le occupazioni che ritenevo giuste e la volontà di Dio per me. Poi ho capito che isolarsi dagli altri era una ubbidienza al governo e a Dio, oltre che una giusta prevenzione. Alle volte fermarci, isolarci e riflettere è ciò di cui abbiamo bisogno.
Anche Gesù, in occasioni speciali e motivi vari, alle si isolava dalle folle, dalla famiglia e dai discepoli. Nei Vangeli sono descritti quei momenti in cui il Signore si separò deliberatamente dagli altri. Il più delle volte, a causa dei miracoli che faceva, le folle lo seguivano ovunque e quando arrivava in una certa città, lo imploravano di rimanere. Gesù invece, se ne andava, saliva su un monte per riposare e parlare con Suo Padre, oppure per proseguire il cammino verso altre città. Uno studioso della Scrittura ha contato quarantuno di questi casi descritti in tutti e quattro i Vangeli, momenti in cui Gesù se ne andava e si separava dalla gente. Quarantuno! Il punto centrale di quei momenti è che Gesù voleva e aveva necessità di isolarsi con il Padre, spinto sicuramente anche dallo Spirito Santo attivo il Lui, e non permetteva che i bisogni, le richieste, gli attacchi o le molteplici richieste della gente lo distraessero dalla missione strategica preparata insieme al Padre dall’eternità.
“Poi Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole seguirmi, smetta di pensare a sé stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi pensa a salvare la propria vita, la perderà; chi invece è pronto a dare la sua vita per me, la ritroverà. Che vantaggio ne avrete, se guadagnate tutto il mondo e perdete la vita eterna? Che cosa può essere paragonato al valore della vita eterna? Perché io, il Figlio dell'Uomo, verrò con i miei angeli nella gloria di mio Padre e giudicherò ogni persona, secondo le sue azioni. E alcuni di voi, qui presenti in questo momento, non moriranno finché non mi avranno visto venire nel mio Regno.” (Matteo 16-28)
Dopo affermazioni come queste spesso la gente che aveva mangiato i pani e i pesci moltiplicati nelle mani di Gesù, o ciechi e sordi guariti, abbandonavano Gesù increduli.
Ecco un principio che troviamo nel ministero di Gesù: “Seguire Gesù, seguire le Sue orme, vedere le cose come le vede Gesù ha un prezzo: consacrazione totale senza distrazioni.
Dopo un lungo discorso nel tempio di Gerusalemme, Gesù parlò in modo enigmatico della Sua morte e del sangue che avrebbe versato per i peccati del mondo poco tempo prima che ciò avvenisse, il risultato fu questo: “Perfino i discepoli commentarono: «Come parla difficile questa volta! Chi può mai capire il significato di queste cose?» Gesù, naturalmente, sapeva che i discepoli si lamentavano, perciò disse loro: «Che c'è di strano in quello che dico? Che direte, allora, quando vedrete me, il Messia, ritornare in cielo? Soltanto lo Spirito Santo dà la vita. L'uomo da solo non può far niente. Fate invece attenzione alle mie parole, perché vengono dallo Spirito di Dio e danno la vita. Ma alcuni di voi non mi credono». (Infatti Gesù sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi l'avrebbe tradito). Poi aggiunse: «Questo intendevo, quando dissi che nessuno può venire da me, se il Padre non glielo permette». A questo punto molti dei discepoli non ne vollero più sapere di lui. Gesù si rivolse ai dodici e chiese: «Ve ne andate anche voi?» Allora Simon Pietro rispose: «Maestro, da chi ce ne andremo? Solo tu c'insegni come avere la vita eterna. Noi ti abbiamo creduto e sappiamo che tu sei il Santo Figlio di Dio». (Giovanni 6:60-69)
Capito il perché del titolo del blog oggi? Che cosa non farebbe Gesù… che cosa non ha mai fatto Gesù… Gesù non era un capo di una religione che annacquava i suoi discorsi e la verità di Dio, Gesù non scendeva a compromessi con insegnanti o sacerdoti corrotti per accontentare tutti, Gesù con corrompeva i soldati per ottenere la libertà, Gesù non ricambiò mai la violenza, la crudeltà o l’odio di cui era oggetto. Nel capitolo 13 Gesù ha detto ai Suoi che Lui è l’esempio che noi dobbiamo seguire, ovviamente se siamo i Suoi discepoli.
Gesù ha sperimentato ogni nostro dolore, lacrima, stanchezza, sofferenza, insulti, percosse e il terribile momento della crocifissione, in cui il Padre lo ha dovuto abbandonare perché, lì sul Calvario, Gesù era peccato e morì affinché chiunque ponga la fede in Lui possa essere dichiarato giusto da Dio. Al ladrone sulla croce, Gesù non ha richiesto fioretti, pellegrinaggi, battesimo, estrema unzione o quant’altro. Alla confessione del ladrone “Signore, ricordati di me quando sarai nel Tuo Regno”, Gesù rispose: “OGGI TU SARAI CON ME IN PARADISO”.
Molti
braccialetti di plastica sono venduti con le parole "WWJD - Cosa farebbe
Gesù?" per incoraggiare chi li porta a riflettere prima di agire e
poi seguire l’esempio di Cristo. Bisognerebbe crearne anche uno con “WWJND – che cosa NON farebbe
Gesù” … Se stai attraversando periodi difficili o
hai a che fare con persone che sono tossiche per la tua pace e serenità, potresti
accettare questa sfida e chiederti: "Cosa non farebbe Gesù?" Vogliamo provarci questa settimana?
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