Er presepio - di Trilussa
Ve ringrazio de core, brava gente,
pé ‘sti presepi che me preparate,
ma che li fate a fa? Si poi v’odiate,
si de st’amore non capite gnente…
Pé st’amore sò nato e ce sò morto,
da secoli lo spargo dalla croce,
ma la parola mia pare ‘na voce
sperduta ner deserto, senza ascolto.
La gente fa er presepe e nun me sente;
cerca sempre de fallo più sfarzoso,
però cià er core freddo e indifferente
e nun capisce che senza l’amore
è cianfrusaja che nun cià valore.
Oggi ho letto questa filastrocca famosa e mi sono fermata a riflettere a quanto sta succedendo in questi giorni nella nostra Italia e nel nostro mondo. Alluvioni, discussioni su che colore sarà a natale la nostra regione, talk show che non finiscono più di criticare o esaltare i vari governanti, gente arrabbiata perché non può festeggiare il capodanno, gente ammalata in isolamento negli ospedali, gestori in crisi economica, fame, guerre, violenza e chi più ne ha più ne metta.
E non parliamo poi dei vari spot pubblicitari natalizi, che parlano continuamente di regali di natale, famiglie sorridenti, pranzi succulenti. E i film? Tutti a tema "spirito natalizio/babbo natale/amori che nascono in paesi montani super illuminati" i cui protagonisti sono tutti belli, magri, sorridenti e in attesa del vecchio panciuto che realizzi sogni e desideri.
MA CHE TRISTEZZA!!!
Poi ci sono le luminarie: chi più chi meno, ci piace la
casa illuminata, l'albero di natale, il presepe, l'atmosfera di festa
anche se non potremo andare dai nostri familiari... e credo che questo ci aiuti a dare colore e atmosfera alle nostre case silenziose.
Mi sto rendendo conto che questi potrebbero essere i pensieri di tutti e che tutti rischiamo di dimenticare il vero e unico motivo di ricordare la nascita del Redentore.
A me è capitato un giorno così... mi sono alzata e sapevo che sarei stata di cattivo umore, avrei brontolato, sarei stata antipatica con chi veniva in contatto con me, avrei tenuto il muso tutto il giorno... ed è avvenuto proprio tutto questo. Grazie a Dio Katerina, la coinquilina, è una donna mansueta e paziente, ha imparato a sopportare questi miei momenti perché sa che durano poco e che, con l'aiuto di Dio, poi le chiedo perdono e so di essere amata e perdonata. E sapete una cosa? Quando lei mi perdona mi premia sempre con delle golosità e con delle attenzioni che spazzano via ogni malumore.
Non è il vecchio barbuto vestito di rosso che conta a natale, non sono i pacchi regalo o le luminarie, anche se queste cose ci piacciono sul serio. Quest'anno più che mai siamo costretti e spinti a riconoscere i veri valori, non solo natalizi, ma per ogni giorno della nostra vita. Che cosa conta per te più di ogni altra cosa?
La salute? La famiglia? L'amore? I soldi? Il lavoro?
La tua chiesa? La tuà città?
"Quella notte, nei campi fuori dal villaggio c'erano alcuni pastori che sorvegliavano le loro greggi. Improvvisamente
un angelo apparve in mezzo a loro, e la gloria del Signore li avvolse
di luce. I pastori erano molto spaventati, ma l'angelo li rassicurò.
«Non temete!» disse. «Io vi porto la più bella notizia che sia stata mai annunciata; questa notizia darà grande gioia a tutti! Il Salvatore, proprio il Messia, il Signore, è nato stanotte a Betlemme! Come potete riconoscerlo? Troverete un bambino avvolto in una coperta, che giace in una mangiatoia». Subito al primo angelo se ne aggiunsero molti altri, gli eserciti del cielo, che lodavano Dio:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli», cantavano, «e pace sulla terra agli uomini che egli gradisce!» Quando
gli angeli se ne furono tornati di nuovo in cielo, i pastori
cominciarono a dirsi l'un l'altro: «Venite! Andiamo a Betlemme. Andiamo a
vedere quello che è successo e che il Signore ci ha fatto sapere!» Corsero al villaggio, e là trovarono Maria e Giuseppe. E c'era il bambino che giaceva nella mangiatoia. I pastori divulgarono ovunque l'accaduto e ciò che l'angelo aveva detto del bambino; e tutti quelli che udivano la loro storia restavano meravigliati. Maria, intanto, serbava queste cose nel suo cuore, e spesso ci ripensava. I
pastori, poi, ritornarono ai loro campi e alle loro greggi, lodando Dio
per la visita degli angeli e perché avevano visto il bambino, proprio
come l'angelo aveva annunciato. (Vangelo di Luca, cap. 2)
Pastori, pecorari nei campi, non in una casa calda; al lavoro 24 ore su 24, disprezzati perché puzzolenti; a loro Dio ha dato la più grande e bella notizia di tutta la storia: IL MESSIA, IL REDENTORE, IL SALVATORE, IL SIGNORE CREATORE DELL'UNIVERSO NASCE IN UNA STALLA, non in un albergo a 5 stelle o in un pulito ospedale. In una mangiatoia... Dopo aver ammirato e adorato il bambino, i pastori tornarono al loro lavoro puzzolente testimoniando a tutti la fantastica notizia ricevuta dagli angeli. Se prima erano sonnacchiosi mentre vegliavano le greggi, io li immagino strafelici, eccitati e giubilanti perché Dio ha scelto loro, ultimo gradino della società, per divulgare il messaggio di salvezza per il mondo. La loro gioia e felicità non era basata sul trascorrere il natale in famiglia o nell'avere più soldi, ma nell'aver visto con i loro propri occhi l'adempimento delle profezie contenute nell'Antico Testamento.
Che cosa conterà per me in questo natale? Certo, mi mancheranno i miei familiari e i pranzetti succulenti, e certamente non sarò sola il 25 e nemmeno nei giorni successivi. Ciò che però conta veramente è che il Salvatore Gesù, il Re dei Re, è nato, cresciuto, vissuto, morto e risorto per essere la piu bella e preziosa presenza nella mia, nella nostra vita.
Dopo aver visto il Salvatore nella culla, lo dobbiamo ricordare anche alla croce:
"Allora Pilato rientrò nel palazzo e chiamò Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?» gli chiese. «Me lo chiedi tu, di tua iniziativa, o te lo hanno detto gli altri di me?» chiese a sua volta Gesù. «Sono, forse, un Giudeo?» ribatté Pilato. «È stata la tua gente e i capi sacerdoti a portarti qui. Perché? Che cosa hai fatto?» Allora Gesù rispose: «Io non sono un re di questo mondo. Se lo fossi, le mie guardie avrebbero già combattuto, per non farmi arrestare dai capi giudei. Ma il mio regno non è di questa terra!» «Allora, tu sei un re?» disse Pilato. «Sì», rispose Gesù. «Sono nato per questo. Sono venuto per portare la verità al mondo, e tutti quelli che amano la verità sono miei seguaci». (Giovanni 18) Gesù è nato per essere RE, SALVATORE, REDENTORE ma anche per morire sulla croce, per pagare il prezzo del riscatto a Dio a causa del nostro peccato. Giovanni Battista, tre anni prima dell'arresto di Gesù, disse di Lui: "Ecco l'Agnello di Dio che toglie il peccato dal mondo", e sulla croce, con l'ultimo respiro, Gesù gridò: "E' COMPIUTO!" in altre parole: "DEBITO PAGATO".
Che tu ci creda o no la realtà non cambia: questa è storia, questa è la più bella notizia al mondo che dovrebbe riempire i nostri telegiornali. Il mondo va in sfacelo a causa del proprio rifiuto di riconoscere Dio e il Redentore Gesù. Per certi versi, questo natale sarà diverso da tutti i precedenti, ma abbiamo la possibilità di renderlo veramente speciale ricordando e riconoscendo il Redentore e Salvatore Gesù Cristo!
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