martedì 17 novembre 2020

La vita è dura, ma è pur sempre vita

 

Una delle frasi più pronunciate in questo ultimo anno potrebbe essere: "la vita è dura... quest'anno è duro andare avanti..." Confesso di averla pensata e pronunciata anch'io molto spesso. L'isolamento forzato, la paura del contagio, l'impossibilità di viaggiare e visitare parenti e amici e altro ancora, ci portano a pensare che questo sia il peggiore periodo della nosra generaazione. In realtà non è così perché, se ascoltiamo i nostri nonni o leggiamo i libri di storia, l'Italia e il mondo hanno vissuto periodi ben peggiori. Credo che la valutazione del "periodo duro" dipenda molto dalle nostre priorità e dai nostri valori. Mia sorella mi ha molto incoraggiato nel corso di una telefonata in cui non smettevo di lamentarmi: "ricordati gli anni della tua malattia e di come Dio ti ha guarito... fissa il bicchiere mezzo pieno e non quello mezzo vuoto..."

Ultimamente ho letto un semplice scritto che mi ha fatto molto riflettere e mi ha spinto a confessare a Dio la mia ingratitudibne e insofferenza. Mi ha fatto proprio tanto bene, ricordandomi quanto sia doveroso ringraziare Dio molte volte al giorno e non prendere per scontato ciò che Lui ci provvede. Lo voglio condiidere con voi nella speranza che sia per voi di benedizione come lo è stato per me.

 

IL PANE DURO - Wilder Hernadez 

Sembra una cosa assurda, ma siamo specialisti nel lamentarci e la maggior parte delle volte senza ragione, senza pensarci, per superficialità, per egoismo…

Il pane non è duro, duro è non avere pane.

Che significa questo?

Che il lavoro che fai non è duro: duro è non avere un lavoro.

Che avere la macchina rotta, non è duro. Duro, è non avere una macchina. Ed avere la macchina rotta e dover andare a prendere l’autobus a piedi, è duro?

No: non è duro. Duro è non aver gambe: duro è non poter camminare.  

Mangiare riso e sardine non è duro. Duro è non aver nulla da mangiare.

Perdere una discussione in famiglia non è duro.

Duro (e credimi, questo sì che è duro!) è perdere una persona della tua famiglia.

Dire “Ti amo” guardando negli occhi un’altra persona, non è duro. Duro è doverlo dire davanti ad una lapide o una bara, quando ormai sono inutili le parole.

Lamentarsi non è duro: duro è non saper essere riconoscenti.

Oggi è un buon giorno per ringraziare Dio per la vita, per tutto ciò che abbiamo e per non lasciare che la nostra felicità dipenda da qualcosa o qualcuno.

La nostra felicità dipende solo da noi e da quante volte alziamo gli occhi al cielo per ringraziare il Signore.

La vita non è perfetta, però è meravigliosa, quando la viviamo in Cristo. 

Caro Dio, non importa ciò che sto passando in questo momento della mia vita, ti ringrazio del privilegio di essere vivo oggi.

Duro non è condividere questa riflessione con un buon amico; duro è non aver un amico con cui condividerla…

 


 

 

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