giovedì 28 gennaio 2021

Le Lacrime di Gesù

Gesù Pianse


Questa mattina ho letto il capitolo 11 del Vangelo di Giovanni e, come sempre mi sono commossa leggendo il versetto più corto della Bibbia, il 35: "Gesù pianse". Il nostro Creatore, Salvatore, Redentore non rimane mai indifferente davanti alla sofferenza e alla morte della Sua creatura.

Gli evangelisti del Nuovo Testamento riportano tre momenti particolari in cui Gesù pianse; sicuramente ci sono state molte altre occasioni in cui Gesù, nella sua umanità, ha pianto. Ma queste tre volte sono speciali a tal punto che Dio ha voluto farcene dono.

1. Gesù pianse davanti alla tomba di uno dei Suoi più cari amici, nonostante sapesse bene ciò che stava per fare:

Appena Maria fu giunta dov'era Gesù e l'ebbe visto, gli si gettò ai piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto». Quando Gesù la vide piangere, e vide piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, fremette nello spirito, si turbò e disse: «Dove l'avete deposto?» Essi gli dissero: «Signore, vieni a vedere!» Gesù pianse. Perciò i Giudei dicevano: «Guarda come l'amava!» Ma alcuni di loro dicevano: «Non poteva, lui che ha aperto gli occhi al cieco, far sì che questi non morisse?»!” (Giovanni 11: 32-37)

2. Gesù pianse davanti alla città di Gerusalemme, sapendo quello che sarebbe successo nel futuro:

Quando fu vicino, vedendo la città, pianse su di essa, dicendo: «Oh se tu sapessi, almeno oggi, ciò che occorre per la tua pace! Ma ora è nascosto ai tuoi occhi. Poiché verranno su di te dei giorni nei quali i tuoi nemici ti faranno attorno delle trincee, ti accerchieranno e ti stringeranno da ogni parte; abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché tu non hai conosciuto il tempo nel quale sei stata visitata»." (Luca 19: 41-42)

3. Gesù pianse nel giardino del Getsemani, sapendo che lo aspettava nelle ore successive:

Nei giorni della sua carne, con alte grida e con lacrime egli offrì preghiere e suppliche a colui che poteva salvarlo dalla morte ed è stato esaudito per la sua pietà. Benché fosse Figlio, imparò l'ubbidienza dalle cose che soffrì; e, reso perfetto, divenne per tutti quelli che gli ubbidiscono, autore di salvezza eterna.” (Ebrei 5:7-8)

Che cosa hanno in comune questi tre momenti? Il dolore profondo e visibile di Gesù: nel primo evento, a motivo dell'incredulità della sua gente e delle conseguenze del peccato - la morte; nel secondo momento a causa di quello che sarebbe successo alla sua gente e città a causa della loro incredulità; il terzo brano ci parla della Sua propria sofferenza nel Getsemani, Gesù sapeva bene a che cosa stava andando incontro per amore nostro, e non era la crocifissione in sé stessa, se pur dolorosa fisicamente, ma la separazione totale dal Suo Amato Padre. Sulla croce Gesù gridò: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?"

 La Bibbia insegna che su quella croce Gesù ha portato la giusta condanna della giusta ira di Dio per il peccato del mondo, affinché chiunque riponga la fede in Lui possa godere del perdono e giustizia di Dio. Lui dichiarato colpevole era innocente, noi che siamo colpevoli siamo dichiarati giusti da Dio sulla base della fede in Cristo. Questa è la buona notizia del Vangelo.

Gesù pianse. Gesù fece tanti miracoli a Gerusalemme e in tutta la Giudea e oltre, eppure anche i suoi discepoli fino all'ultimo, fino a quando non lo videro risorto, dubitarono di Lui. Quando leggiamo il Vangelo di Giovanni, notiamo quanto grande era ed è l'amore di Dio per il Suo popolo e per il mondo intero. Nel Getsemani Gesù non si limitò a piangere, ma a gridò a Dio di liberarlo dal quel tragico evento, eppure si sottomise al Padre e attuò il piano di salvezza che precedentemente Lui aveva "organizzato" con il Padre.

Hai mai gridato a Dio a causa di panico, dolore, sofferenza, solitudine o morte?

Che cosa ha a che fare con noi tutto questo? Siamo circondati dal dolore del lutto, da persone che combattono con cancro, sclerosi multipla, virus, discordie in famiglia... chi più ne ha più ne metta. Ci sono a tutt'oggi persone che ripetono le parole dei Giudei davanti alla tomba di Lazzaro: "Non può Lui che ha dato la vista ai ciechi liberarci dalla malattia o liberare il mondo dal Covid?"

Personalmente non godo di ottima salute in questi giorni e ho combattuto con il Lupus per tanti anni, ma riconosco che il male peggiore non è la malattia o la morte, ma un cuore incredulo e peccatore, un'ostinatezza a continuare a vivere e comportarci come se Dio non esistesse; il nostro egoismo e egocentrismo è ben peggio di una malattia perché ci fa credere che noi siamo al centro dell'universo e che Dio e le persone debbano vivere per rendere felici noi. 

"Come Marta ebbe udito che Gesù veniva, gli andò incontro; ma Maria stava seduta in casa. Marta dunque disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto; e anche adesso so che tutto quello che chiederai a Dio, Dio te lo darà». Gesù le disse: «Tuo fratello risusciterà». Marta gli disse: «Lo so che risusciterà, nella risurrezione, nell'ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morirà mai. Credi tu questo?» Ella gli disse: «Sì, Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che doveva venire nel mondo». (Giovanni 11:20-27)

Gesù ha compiuto diverse resurrezioni in Giudea, ma quelle persone fisicamente sono morte quando giunse il loro momento. La promessa di Gesù non riguarda il liberarci dalla morte fisica o da una malattia, ma il liberarci dalla morte eterna, da una eterna separazione da Lui e da Dio. In un Salmo è scritto che Dio conserva e registra le nostre lacrime nel cielo. Non viviamo su questa terra per essere felici o per l'eternità, ma potremo vivere per l'eternità con Dio se riponiamo la nostra fiducia in Cristo. Viviamo in un mondo corrotto dal peccato e malato a causa dello sfruttamento e abuso della Sua creazione, ma questo non durerà per l'eternità. Ieri come oggi Dio piange per l'incredulità umana e l'ostinatezza umana di voler rinnegare la Sua esistenza. 

Gesù non si è limitato a piangere, ma ha offerto Sé stesso per la nostra salvezza. Il mio invito a tutti noi è che, ogni giorno, prendiamo del tempo per leggere e meditare la Parola di Dio, perché in essa, e non nelle religioni o nel buonismo, possiamo trovare la pace e la vera vita di cui abbiamo realmente bisogno.


 "Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il Suo Unigenito Figlio, affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia vita eterna. Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di Lui. Chi crede nel Figlio ha vita eterna, chi invece rifiuta di credere al Figlio non vedrà la vita, ma l'ira di Dio rimane su di lui».   

(Giovanni 3:16-17,36)

Credi tu questo?

 

 

 


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