lunedì 22 marzo 2021

DOLORE, AMICO/NEMICO

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A chi piace il dolore? A chi piace soffrite? Ovviamente a nessuno, a meno che non si tratti di masochismo. Ultimamente sto soffrendo di dolori all’anca sinistra e ho riflettuto parecchio sul dolore, ma non solo fisico. In questo periodo tanti miei amici o fratelli/sorelle della chiesa hanno sofferto il dolore della separazione a causa di un lutto, altri il dolore pazzesco di malattie o medicinali. C’è poi chi soffre la separazione dai propri cari a motivo della pandemia che ci impedisce di vederci quando facciamo parte di un comune o regione diversi… senza nominare depressione, solitudine, incomprensioni in famiglia, problemi economici, e chi più ne ha più ne metta.

La domanda principale non è “perché Dio permette il dolore?” perché esso è conseguenza di una società e umanità immerse nel peccato. La domanda fondamentale è: “Come rispondiamo al dolore? Stiamo permettendo al dolore di compiere l’opera di Dio in noi?” Se siamo autentici discepoli di Cristo (e non sto parlando di religione ma di uno stile di vita come seguaci di Gesù nel credere a ciò che Dio dice di essere e alla persona di Cristo) sappiamo che niente di quanto ci succede è dovuto al caso e che dal nostro dolore, di qualunque tipo si stratti, abbiamo delle lezioni che Dio vuole che impariamo.

Uno dei miei esempi per quanto riguarda il vivere nel dolore è Joni Eareckson Tada, paraplegica dalla gioventù. Qualche tempo fa ho letto un suo articolo che mi ha riempita di gioia e vorrei condividerlo con voi. Esso costituisce una sfida quotidiana per me e spero lo sarà anche per voi.

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GIOIA PROVOCATORIA

Possiamo scegliere la gioia, se confidiamo in Dio quando il dolore, la delusione o lo scoraggiamento minacciano di sopraffarci.

Ciao, sono Joni Eareckson Tada e ho una gioia provocatoria.

Ho anche una gioia che è una scelta. Lo decido praticamente ogni volta che devo affrontare una giornata di dolore cronico, perché il dolore è il grande ladro di gioia. Il dolore fa tutto quello che può per rubarti la gioia nel Signore. Voglio dire, con gli anni che ho, e con tutto quello che ho imparato sull'appoggiarmi a Dio, ci sono giorni in cui il dolore mi assilla, cercando di fare il suo meglio per mandarmi fuori strada. Posso persino sentire che mi dice: "Sì, sì, dici che Dio è buono, ma guardati un po', sei paralizzata dalla tetraplegia; sei su una sedia a rotelle, e per te ben difficilmente si può fare qualcosa; e, soprattutto, ti senti come una lama nelle anche e nelle reni. Sono io, il tuo vecchio amico, il dolore, e ti voglio solo ricordare che non hai proprio niente per cui essere felice. Niente! Se guardi a te stessa obiettivamente, devi ammettere, Joni, che sei solo un miserabile e triste spettacolo. Allora, lascia stare Dio e muori."

Questo è quello che il dolore cerca di dirmi. Ma, sapete? Ho imparato a non ascoltarlo. Anzi, ho imparato a combatterlo con la gioia. Prendo la gioia, il dono che mi ha fatto lo Spirito Santo, la brandisco contro il dolore e dico: "Guarda, magari nell'esteriore posso essere devastata, ma nell'interiore vengo rinnovata. Vengo rinnovata dalla promessa della salvezza; dalla promessa della grazia di Dio; dalla promessa che la mia devota risposta a te, dolore, mi procurerà una ricca ricompensa in cielo. Io ho la gioia del Signore ed è lui la mia forza. Ho una gioia reale e solida come la roccia, incrollabile e inamovibile solo a causa di Gesù e delle sue promesse. Incassa questa, dolore."

Quando qualcuno rimane nella gioia nonostante tutto, io la definisco "gioia provocatoria". Una persona con una gioia provocatoria rifiuta di essere spenta da voci negative o intimidita da forze schiaccianti. Essendo seguaci di Gesù, abbiamo il più grande esempio che si possa immaginare. Ebrei 12 dice: "Per la gioia che gli era posta dinanzi Gesù sopportò la croce, disprezzando l'infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio." La gioia nata dalla sofferenza è una contentezza che non vacilla davanti allo scoraggiamento; è incrollabile quando il dolore ti urla di scegliere il dubbio e la paura. E non potremmo mai sapere quanto è duratura e risoluta la gioia del Signore se non fosse per come brilla davanti alla sofferenza. La gioia è un dono dello Spirito Santo e ed è molto più durevole, ferrea e robusta di quanto la maggior parte di noi comprenda. Perciò, quando prendete ogni giorno la vostra croce, scegliete di confidare in Dio, e, di conseguenza, sceglierete anche la gioia.

Quindi, per favore, qualunque sia la valle che stai attraversando proprio adesso, sia che tu stia affrontando il dolore, l'afflizione o la delusione, scegli la gioia. E prega con me proprio adesso, semplicemente associandoti a quello che dico: "Signore Gesù, scelgo di camminare nella Tua gioia oggi. Sono umiliata ed in soggezione al pensiero che Tu avresti sopportato volontariamente il tradimento, i terrori della croce e la macchia scura di tutto il mio peccato. E comunque hai visto la gioia al di là di tutto questo. Tu sapevi che le tue sofferenze avrebbero acquistato la mia liberazione dalla morte, e mi avrebbero aperto le porte della vita eterna. Perciò, insegnami come accumulare le tue promesse contro il mio dolore, con il tuo meravigliosamente provocatorio dono della gioia. Nel nome del nostro Salvatore, amen."

"Infatti, mentre era ancora qui sulla terra, 

Cristo rivolse preghiere e suppliche a Dio con grida e lacrime, perché soltanto lui poteva salvarlo dalla morte. 

Poiché Gesù gli era sempre stato fedele, Dio ascoltò le sue preghiere e lo liberò dalla paura della morte.
Gesù, benché fosse figlio di Dio, imparò per esperienza, dalle proprie sofferenze, che cosa significasse obbedire.  

E dopo essere stato reso perfetto, egli è diventato sorgente di salvezza eterna per tutti quelli che gli ubbidiscono."

(La Bibbia - Lettera agli Ebrei 5:7-9)

 


2 commenti:

  1. Bellissima riflessione. Una gioia cronica. Quella gioia che solo Dio può dare. Mi voglio ammalare di gioia . Grazie Maria luisa

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  2. È molto facile essere incoraggiati e credere alla testimonianza di Ioni....ma è molto più difficile vivere il proprio dolore .Ma sicuramente la strada per viverlo e sopportarlo è quello di guardare all'esempio di Gesù. Sì,Ebrei 12:2-3 è la guida per trovare la gioia nel dolore....Il sopportare e il non perdersi d'animo sono ciò che fece Gesù e sicuramente è ciò che aiuta anche noi a vivere vicino a lui nel dolore.Dobbiamo continuamente ripeterci che Dio è buono e che vuole sempre il nostro bene ...anche se passa per il dolore.Donatella

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