FILIPPESI 4:6
“Non state in ansia per nessuna cosa,
ma in ogni
necessità
rivolgetevi a Dio,
con preghiere e suppliche,
mentre lo ringraziate
chiedendogli
ciò di cui avete bisogno”.
Eccoci qui con una riflessione molto profonda, e utile proprio per questo perido, che la mia carissima amica e sorellina in Cristo, Monica Zacchi, ha condiviso con me questa settimana. Credo che questi concetti devono necessariamente cambiare il mio modo di affrontare le giornate e le difficolt. Gesù ha detto: "Ogni cosa è possibile a chi crede in Lui". anche gioiere e lodare quando il cuore piange e il corpo soffre. Ricordiamoci che Paolo scrisse queste parole da una buia prigione in attesa di una eventuale esecuzione capitale. Grazie Monica.
Quello che Paolo dice ai Filippesi, e quindi anche ad
ognuno di noi autentici discepoli di Cristo, è di “non angustiarci di nulla”, cioè non affliggerci, non
essere in pena, non tormentarci, non angosciarci, non preoccuparci, non addolorarci,
non rattristarci, non opprimerci e non stare in ansia.
Questo non vuol dire avere una vita totalmente
spensierata o priva di qualsiasi responsabilità o difficoltà, perché noi dobbiamo fare la
nostra parte, dobbiamo fare quello che Dio ci chiede, con gli strumenti che Lui ci
dà.
Quello che non dobbiamo fare è prendere il peso del
lavoro che spetta solo a Dio, non possiamo e non dobbiamo mettere le mani
e fare a modo nostro; dobbiamo portare ogni peso a Dio e avere fiducia che Lui compirà in noi la Sua volontà.
Paolo ci esorta alla preghiera, invece che lasciarci andare all’ansia!!! Pregare con ringraziamento, sottintende in noi fiducia
in Dio; agitazione, preoccupazione e ansia, sottintendono una mancanza
di fiducia nella Saggezza, nella Sovranità, Potenza e Amore di Dio
per noi.
Pregare e leggere la Parola di Dio, la Bibbia, sono un antidoto
contro l’ansia; infatti Paolo ci consiglia di trasformare ogni nostra
preoccupazione in una preghiera e supplica a Dio.
Se mi voglio preoccupare di meno, devo pregare di
più!
Ogni volta che ho una preoccupazione, un’ansia, un
peso, non devo permettere che mettano radici dentro di me, logorandomi o togliendomi la pace, ma devo fermarmi e parlare con Dio. Devo esercitarmi inoltre a brontolare di meno e a ringraziare di più!
Un'altra cosa che dice Paolo in questo versetto è: “in
ogni cosa”, cioè tutte le difficoltà e circostanze rientrano nei piani di Dio, quindi io,
in ogni cosa, con l'aiuto di Cristo Gesù, posso e devo sostituire l’ansia con la preghiera. Le preghiere e le suppliche devono necessariamente
essere accompagnate da ringraziamenti, perché questo dimostra la mia gratitudine
verso Dio. Purtroppo il ringraziamento diventa la parte della preghiera che
meno ci interessa praticare, che meno ci piace e che tendiamo a trascurare di più. Facendo così, spesso le nostre preghiere diventano
liste della spesa, richieste e pretese da Dio. Senza il ringraziamento per quello che Lui ci dona e opera in ogni istante nelle nostre vite, non godiamo il presente, perdiamo la gioia e ci consumiamo nell'insoddisfazione.
In questo versetto vediamo 4 parti del nostro
rivolgerci a Dio che descrivono la comunione personale del credente con il suo Dio:
-
PREGHIERE: è lo strumento con cui il credente si accosta a Dio;
-
SUPPICHE: sottolineano la richiesta accorata e la necessità
di una risposta ad un bisogno specifico;
-
RINGRAZIAMENTO: è l’atteggiamento di gratitudine che
dobbiamo avere sempre nel cuore per Dio e che deve accompagnare sempre le nostre
richieste;
-
RICHIESTE: sono precise e specifiche cose chieste a
Dio, Lui
ci chiede di chiedere con fede, sapendo poi che solo Lui sa quello che è meglio
per noi e per la nostra vita.
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